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L'Editoriale » Stati Generali del Fumetto: ma allora conta chi dice le cose, non le cose che si dicono?
di Alessandro Bottero
Ebbene sì, mentre tutti sono trulleri e garruli a Narni, a dare il via alla stagione estivo-autunnale delle mostre mercato a fumetti 2010 con Narnia Fumetto, io torno a parlare sull’ormai famosissimo ed estenuante dibattito online sul giusto compenso agli autori/se c’è la crisi/se gli editori sono cattivi/se ce la potrò mai fare a pagarmi l’appartamento sulle Ramblas, solo facendo il fumettista. I cosiddetti Stati Generali degli autori del Fumetto.
E torno a parlarci perché adesso è arrivato anche Roberto Recchioni a esprimere la sua opinione a riguardo. Ora, a scanso di equivoci e fraintendimenti, io non sto rubando i suoi articoli sull’argomento, visto che di questa cosa qui su Fumetto d’Autore se ne parla da mesi, ma sto esponendo le mie riflessioni su quel che ha detto lui nel suo blog.
Si chiama “Riflettere ed esporre le proprie riflessioni dopo aver letto qualcosa di interessante”, per i meno attenti.
Comunque, detto questo, così da evitare spiacevoli accuse future, devo dire di essere piacevolmente sorpreso da cosa ha scritto Roberto Recchioni, nei primi due post che ha dedicato a questo tema (QUI e QUI).
È vero che tra me e lui permane la divergenza di opinioni circa la crisi del mercato. Per lui sostanzialmente la crisi è solo percepita, mentre a mio modo di vedere la crisi di vendite è reale, e complessivamente si vendono MENO fumetti di prima, ma questo è tema per un’altra discussione, e non l’affronto qui.
Il punto è che Roberto Recchioni ha detto esplicitamente che per lui questo incontro non ha senso, e, interpellato per partecipare direttamente a Lucca, alla Tavola Rotonda, se ne è tirato fuori.
La cosa mi fa piacere, perché una sostanziale inutilità della cosa, o se vogliamo una sua “ridondanza storica”, era stata detta da me in più di una occasione. Quindi trovarmi concorde con Recchioni - certo per un aspetto solo e pur con tutti i distinguo che sicuramente arriveranno - fa piacere.
Il discorso però è un altro: quando io ho detto certe cose il commento più carino è stato “pessimismo cosmico”, quando non era stato affatto suggerito tra le righe che io volessi squalificare volutamente l’incontro degli Stati Generali, per chissà quale perfidia di fondo.
Ora invece nessuno ha levato alti gli strali contro Roberto Recchioni, ma al contrario gli si viene incontro, si “comprende” la sua posizione, gli si dice bonariamente “ma certo che hai ragione, però …”
Allora mi chiedo: dove sono quelli che attaccavano senza se e senza ma gli articoli di Fumetto d’Autore (non qui, certo, ma su blogghe o forum) quando esternavamo la nostra posizione su gli Stati Generali del Fumetto?
Sono forse a Narni, a bersi una birretta, e a dire “sìsìsìsìsìsì, hai ragione. La crisi non c’è. E oggi gli autori possono lavorare. E hai scritto cose tanto tanto giuste. Ah, e il tuo Dylan Dog è il migliore dai tempi di Sclavi. Appena ho tempo ne leggo uno”?
Allora è vero che anche nel fantastico, dorato, simpatico, amichevole mondo del fumetto non conta COSA si dice, ma CHI dice le cose?
Sapete una cosa? Lo sospettavo.
Ora lo so.