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L'Editoriale » Grafic Novel: cosa sono, cosa non sono, perché servono, e perché non esistono

watchmen2di Alessandro Bottero

È proprio necessario definire le cose? Ovviamente no. Non è “necessario”. Se hai fame e mangi una mela, essa ti sfama, anche se non sei in grado di definirla come “frutto” o “alimento”. Ossia, la definizione dell’esistente, non incide –a livello base- sugli effetti che l’esistente può avere su noi. E tenete conto che qui per esistente non mi limito solo al concreto. I sentimenti esistono, pur non essendo concreti, ad esempio.

Al tempo stesso però una corretta definizione aiuta nel rapportarci correttamente all’esistente, e a non confondere le cose, quando le cerchiamo. Oltretutto la definizione di un dato, o un concetto, rende possibile a tutti usare tale dato o concetto in modo confrontabile, riducendo per quanto possibile il rischio di fraintendimenti ed interpretazioni errate delle altrui opinioni/dichiarazioni. Il tentativo dell’Encyclopedie di sistematizzare il sapere dell’epoca, o dei dizionari, che definiscono in modo univoco e comune i vari termini, si basano su questo obiettivo: rendere sempre più chiaro ed accessibile il sapere, al maggior numero possibile di persone, evitando il più possibile le incomprensione terminologiche-contenutistiche.

Ci siamo fin qui? Da un lato l’esperienza immediata, che non necessita di definizioni, e dall’altra il passo ulteriore di elaborare una rete comune di concetti, grazie a quali comunicare in modo efficace. Potremmo dire che definire equivale a creare un codice comune, perché la parola definita può essere usata per trasmettere concetti da un soggetto ad un altro, con il minimo possibile di offuscamento. E tutti siamo d’accordo –spero- che una comunicazione il più possibile chiara tra i soggetti, è un obiettivo a cui tendere.

Detto questo veniamo al dunque. Cosa sono le Graphic (Grafic) Novel, ossia il convitato di pietra nel mondo del fumetto italiano? Ultimamente l’interrogativo su cosa siano, e se producano effetti positvi o negativi per il fumetto, è tornato ad aleggiare. Sarà Lucca che si avvicina, sarà l’autunno alle porte, ma se ne riparla.

Dico se ne riparla, perché già due-tre anni fa il tema era stato discusso, in coincidenza con i primi ingressi di fumetti nelle librerie di varia. E sostanzialmente ora si ridicono le stesse cose.

Ma andiamo con ordine.


A – Grafic Novel: cosa sono?

Graphic Novel è un neologismo inglese, che significa “novelle grafiche”. Quindi io dico tranquillamente LE grafic novel, e sono corretto, visto che in italiano la parola “novella” esiste, ed è tranquillamente usabile. Oltretutto visto che il sostantivo “novel” è neutro in inglese, e il sostantivo novella, in italiano è femminile, l’uso dell’articolo “la” o “le” è corretto. Chi dice “I grafic novel” si sbaglia, visto che non sono i “graphic books” (che si potrebbe rendere con “Libri Grafici”, o “Graphic Romance”, che potrebbe essere “i Romanzi grafici”.

Una grafic novel è un volume a fumetti, ossia un insieme inscindibile di testi e disegni, laddove i disegni rendono visivamente una storia, ed i personaggi della storia disegnata comunicano tra di loro sotto forma di didascalie e/o di balloon.

La grafic novel nasce come un prodotto UNICO, ossia deve essere pensata fin dall’origine, come un prodotto compiuto in sé. O come storia unica, o come insieme di vari episodi, che però rientrano tutte in una trama unica. Un’antologia con 10 racconti a fumetti, slegati l’uno dall’altro NON è una grafic novel. Una storia unica, che si sviluppa in dieci capitolo diversi invece lo è.

All’inizio le grafic novel nascono in america, in contrapposizione all’albo spillato. Laddove l’albo spillato è a 32 pagine e seriale, la grafic novel è una storia unica, che si conclude in se stessa, con un formato più grande dell’albo spillato. Nel 1976 Jim Steranko ha realizzato quella che si può definire la prima Graphic Novel, ossia Chandler: Red Tide. Poi nel 1978 è venuto Will Eisner. Ed ora te le tirano dietro pure dal droghiere.

Ricordo personale: nel 1991 inizio a lavorare per la Play Press, e una delle prime collane che curo è Play Special, che aveva come linea editoriale quella di pubblicare proprio le grafic novel, principalmente quelle Marvel. Le grafic novel erano, appunto, delle storie uniche, di 48 o 64 pagine (raramente 72), che nascevano in un formato più grande di quello degli albi spillati. Era un formato più simile a quello degli albi francesi. Le grafic novel erano queste.

Ricapitolando: storia unica, a fumetti, e –nel caso coinvolga personaggi presenti anche su serie regolari mensili o altro- per quanto possibile autoconclusiva, e staccata dalla serialità. Un Annual di una serie americana, o uno Speciale di una serie bonelliana (per capirci) non sono a rigor di termini grafic novel, in quanto inseribili nel contesto “seriale”.

La grafic novel è una cosa a sé. Deve essere comprensibile in se stessa, senza che il lettore debba far ricorso ad una ipotetica continuity del personaggio eventualmente coinvolto nella storia.

A questo punto mi pare chiaro come la questione di cosa sia una grafic novel sia più una questione di formato, che altro. Ma ci torneremo

B – Grafic Novel: cosa non sono?

Watchmen NON è una grafic novel. I volumi di Sandman NON sono sono grafic novel. Il Ritorno del Cavaliere Oscuro NON è una grafic novel. Terra X NON è una grafic novel.

Devo continuare?

Un volume che raccolga una miniserie, che in origine è stata pensata come divisa in singoli capitoli, pubblicati separati l’uno dall’altro, non diventa grafic novel, quando li raccoglie, perché la storia non nasce come un tutt’uno.

Questo è molto importante, e bisogna chiarirlo. La grafic novel è un’opera che nasce unica, e che viene proposta fin dal primo momento di vita editoriale in modo UNICO. Ciò che nasce in più puntate, pur avendo –o potendo avere- una unitarietà di fondo nella continuity della serie, non diventa grafic novel, se raccogliamo più puntate assieme. Diventa un volume che raccoglie o tutto o parte del ciclo di storie della serie/miniserie.

Mi spiego? Questo errore viene fatto quasi esclusivamente nei riguardi dei prodotti tradotti, per cui qualsiasi volume che raccolga un ciclo di storie, diventa in quanto volume, una grafic novel.

No. Un volume è un volume. Una grafic novel è una cosa diversa da un volume che raccoglie una miniserie.

Quindi:

-le grafic novel non sono la raccolta in un unico volume di una miniserie, o ciclo di storie.

-le grafic novel non sono un antologia di racconti slegati l’uno dall’altro, e nemmeno un’antologia di racconti legati assieme solo dal tema. Se manca una storia unica, che leghi tutti i singoli racconti dell’antologia, abbiamo davanti –appunto- un’antologia, non una novella grafica, in vari capitoli.

-le grafic novel non sono i fumetti fatti meglio di quelli che vanno in edicola, come qualcuno pare pensare. La qualità dei contenuti non rientra nella definizione. Ci possono essere fumetti da edicola fatti benissimo, e grafic novel da buttare nel cassonetto. Una posizione per cui la grafic novel, in se stessa, sia migliore del fumetto da edicola è priva del minimo fondamento. Né il maggior numero di pagine, né l’eventuale formato più grande delle tavole, sono di per sé , garanzia di una profondità concettuale maggiore rispetto al fumetto seriale da edicola

C- Grafic Novel. A cosa servono?

Scindiamo l’argomento in due sezioni

A cosa sono servite le grafic novel, quando sono nate spontaneamente, ossia senza una programmazione del marketing?

A cosa servono ora?

Per quel che riguarda il primo punto la risposta è semplice: a raccontare storie UNICHE che non potevano essere contenute nelle 22/32 pagine di un albo spillato. Inoltre c’è un dato interessante: Se uno facesse delle piccole ricerchine storiografiche, si accorgerebbe che molti dei primi proto-esempi di grafic novel sono liberamente tratti, od ispirati, a storie/racconti/romanzi/generi letterai esterni al fumetto, siano essi fantasy, horror, o noir. Ossia la grafic novel, con le dimensioni e il numero pagine maggiori, serviva a dare maggiore corposità a una storia. Era, cioè, un nuovo habitat narrativo, dove vivevano storie diverse da quelle presenti nell’habitat spillato.

A cosa servono ora?

A due cose:

-entrare nelle librerie di varia

-darsi un’aria di raffinatezza, quando se parla sui mezzi di comunicazione di massa.

Per quel che riguarda il primo punto leggete con attenzione questa frase:

i FUMETTI si vendono nelle edicole, le GRAFIC NOVEL nelle librerie.

Letta? Ecco. La sintesi hegeliana del discorso è questa. Il marketing ha preso un prodotto, gli ha cambiato nome, e l’ha venduto in un mercato diverso, spacciandolo per una cosa diversa da prima, cosicché l’acquirente che –in base alla definizione precedente- vedeva il prodotto con una valutazione cazzatelle da ragazzini, mettiamole nel settore per ragazzi, ora li vede prodotti raffinati, uguali ai LIBRI VERI.

Avete mai letto i libri di Godin Seth Tutte le palle del Marketing, o La Mucca Viola: farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone? Sono due libri molto interessanti della sperling & Kupfner, che costano rispettivamente 10,80, e 11,60 euri cadauno. Seth è un marketing-man, ossia uno che col marketing (per quanto il marketing non esista, e lo sappiamo tutti) ci vive. Anzi, è riconosciuto come uno dei più abili al mondo. La tesi di Seth è che la VERA funzione del marketing sia quello di vendere delle storie al cliente. Tu, marketing man, vendi al cliente una storia che lo affascina, e lo dispone mentalmente a vedere il prodotto che gli offri in una luce diversa, più ammaliante.

Ecco cosa è successo con le grafic novel.

I fumetti avevano dietro di loro la storia che erano cose per bambini, cose dell’infanzia, cose per un’età ben precisa, e quindi per un target ben preciso. Questa storia definiva il modo con cui gli editori ed i gestori delle librerie vedevano i VOLUMI A FUMETTI CHE PRESENTAVANO STORIE DIVERSE DA QUELLE OFFERTE NELLE EDICOLE. Erano sempre fumetti. A questo punto il marketing cambia la storia di questi nuovi prodotti, e ne inventa una per cui questi nuovi cosi stampati, con dei disegni dentro NON SONO FUMETTI, pur assomigliandogli, sono una cosa nuova: sono delle Graphic Novel, sono NOVELLE GRAFICHE, e quindi,  essendo novelle/romanzi sono COME gli altri libri

Fumetto ≠ Libro

Grafic Novel = Libro

Chiaro?

Per quel che riguarda il secondo c’è poco da dire. Vuoi mettere quanto è diverso per un giornalista, se deve recensire un volume a fumetti, scrivere “Ho letto la grafic novel di Alessandro Bottero Quando andavo a caccia di Ippopotami Mannari sullo Zambesi, e vi ho trovato tutto il sapore dell’Africa equatoriale”, rispetto a “Ho letto il fumetto di Alessandro Bottero Quando andavo a caccia di Ippopotami Mannari sullo Zambesi, e vi ho trovato tutto il sapore dell’Africa equatoriale”?

La prima è la frase di uno che va in libreria e compra le cose per grandi. La seconda è la frase di uno che, malgrado un lavoro serio, va ancora all’edicola e compra i giornaletti.

D- Grafic Novel: Perché non esistono

Perché le grafic novel esistono? Semplice. Perché non esistono. Punto. Ma allora perché se ne parla? E che c’entra? Si parla continuamente di cose che non esistono. L’Uomo Ragno esiste davvero? Tex è mai esistito? O, per andare in altri campi, i draghi esistono? Eppure se si gioca ai Giochi di Ruolo si possono trovare Libri e Libri su come allevare i draghi, combatterli, la loro biologia, ecologia, e altro. E ci sono rispettabili individui che imparano a memoria detti tomi, studiandoli con la massima attenzione, citandoli come testi sacri, quando si incontrano con altri appassionati.

Voi mi direte “A Botté, ma che stai a ciancicà? Le grafic novel esistono. In libreria ne ho un fottio!”. Ennò, mio garrulo amico dal lieve accento burino. Tu non hai delle grafic novel, nel tuo pregevole stipo. Tu hai dei FUMETTI. Hai dei LIBRI a fumetti. Non hai delle stramaledette grafic novel, che non significa nulla. Mi sono spiegato?

E qui si impone lo spiegone.

Il Fumetto è Arte, così come lo sono la Poesia, l’Architettura, la Musica, ecc…

Ossia è una forma artistica base, diversa dalle altre forme artistiche base. Il Fumetto non è la Letteratura. Non è la Poesia. Non è la Pittura. Il Fumetto è il Fumetto. Ha una sua grammatica propria, ha dei codici interpretativi propri, ed è irriducibile ad altre forme artistiche base.

Dicendo Fumetto non si intende solo l’oggetto in cui la storia (scritta) si esprime in forma di disegni. Questi sono i fumetti singoli. Il Fumetto è la forma artistica di base, di cui i singoli fumetti sono –ciascuno- concreta espressione.

Prendiamo la Musica. Mamma Mia degli Abba, e il Quarto movimento della Nona Sinfonia di Beethoven, con l’Inno alla Gioia sono entrambe concrete ed singole espressioni musicali della forma artistica base Musica, comune alle due.

Abba e Beethoven sono entrambi Musica, perché si rifanno alla stessa forma artistica base, con la medesima grammatica espressiva (armonia, melodia, pause, ritmo), ed il medesimo codice interpretativo (in questo caso ascolto di frequenze sonore, modulate secondo sequenze armoniche, più o meno variabili). Non vi è una oggettiva differenza di qualità, tra le due musiche, mentre vi può essere benissimo una SOGGETTIVA differenza di qualità, ma è l’ascoltatore che ve la pone.

Conclusione

-Buona parte dei fumetti che vengono spacciati per grafic novel non lo sono. Sono antologie, o cicli di storie raccolte in volume. Questo è vero soprattutto per i fumetti tradotti dall’originale. Watchmen NON è una grafic novel.

- è impossibile definire una grafic novel basandosi sui contenuti dell’opera. La definizione può essere fatta solo su dati oggettivi,  tipo formato, numero pagine ecc.

-una grafic novel deve essere una storia UNICA, contenuta in un UNICO volume, possibilmente –anche se possono esserci delle eccezioni- autoconclusiva, e comprensibile in sé , senza rimandi ad altre storie.

-la grafic novel non è di per se stessa più nobile, o matura di altri modi di realizzare fumetti. È solo un altro formato, rispetto ad altri.

-le grafic novel, infine, non esistono. Quello che si chiama grafic novel in realtà sono volumi a fumetti. Sono  dei FUMETTI, il  cui autore ha scelto il formato grafic novel, per raccontarli.

Tutto qui.

Grafic Novel: cosa sono, cosa non sono, perché servono, e perché non esistono

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