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L'Editoriale » Etna Comics 2012: luci e ombre

sweetsalgaridi Alessandro Bottero

Etna Comics 2012. Una mostra bella. Accogliente. Simpatica. Un gruppo di persone che organizza un evento che attira oltre 30.000 persone (ed almeno 25.000 sono persone che non vanno a nessun’altra mostra in giro), e che coccola gli ospiti e gli espositori come NESSUNA ALTRA MANIFESTAZIONE a fumetti in tutta italia fa. Lo ripeto

Etna Comics tratta gli ospiti MEGLIO di tutte le altre manifestazioni . Tutte. Lucca, Roma, Torino, Napoli, Narni, dite quella che vi pare.

Meglio di tutte.

E lo fa avendo molti meno soldi di altre manifestazioni con più ingressi, più standisti, più SOLDI a bilancio.

Viaggio e alloggio. Pranzo offerto per tutti e tre i giorni. E non un panino. Cene offerte sia venerdì che sabato. E sabato festa in un locale, dove ti portano con un pullman. Sala Professionisti impeccabile, comoda

Se devo ricavare un primo insegnamento è che Etna Comics fa fare la figura del PULCIARI al 99% degli organizzatori di mostre-mercato in giro per l’italia. E se con questo mi sono definitivamente inimicato quei due o tre che ancora non mi ritenevano un rompicoglioni me ne frego.

Organizzazione ottima. Ed essendo l’italiano una scienza esatta, l’aggettivo “ottima” è usato sapendo cosa vuol dire e cosa significa.

Trattamento RISPETTOSO e sempre attento degli ospiti. Persone dell’organizzazione in ogni angolo, con un incarico preciso da seguire e da assolvere per tutti e tre i giorni. Chi deve pensare alla sala conferenze STA alla sala conferenze. Chi deve pensare all’area live STA all’area live. Non ci sono buchi, non ci sono “ma io non sapevo, non vedevo, non capivo…”.

E poi agli incontri (a TUTTI gli incontri) c’era gente. Gente interessata. Gente che partecipava. Te ne accorgi quando quello si siede sfranto e svaccato per riposare, e non ha il minimo interesse per quello che si sta dicendo. E questo non succedeva. Persone che stavano sedute attente alle presentazioni dei libri, e con gli autori. E non le platee semivuote di mostre ben più blasonate. Vogliamo parlare di certi incontri a Romics, o a Lucca, o al Comicon? Allora, o a Catania le persone hanno FAME di incontri, hanno FAME di sentire cose interessanti, oppure dalle altre parti siamo tutti sfortunati, perché dalla mia esperienza (e sfido chiunque a dire il contrario) le uniche conferenze/incontri con il pieno sono quelle in cui la Panini ci dice se pubblicherà la lista della spesa dell’Uomo Ragno, o se la Star ci dice se pubblicherà l’ultimo manga sulle principessine dai petali di smeraldo in un raggio di luce. Altrimenti agli incontri DESERTO CHE VIVE.

E a Catania invece no.

Vogliamo parlare degli ospiti? Di Risso, Lupacchino, Santalucia, Siniscalchi, Canepa? Ferri? Burattini? Lloyd? Cossi? Ferrario? Troiano? Guida? Porcelli? Mastantuono. Parliamone. VI sembra una mostra di serie B? una mostra che non è alla pari con tutte le altre? C’era Phil Foglio. Uno degli autori più geniali che esista. E non dovrei ritenere Etna Comics riuscita?

5.000 persone venerdì sera al concerto di Cristina d’Avena nell’anfiteatro accanto alla manifestazione. Cinquemila persone. Non una. Non dieci. Non cento. Cinquemila.

Poi però, se vogliamo essere obiettivi c’è una grossa ombra. Non sulla manifestazione, ma sul mondo del fumetto.

La gente non ha comprato. Tutti gli editori che ho sentito, e con cui ho parlato, non erano soddisfatti. Ora certo… la solita battuta facile “Gli editori si lamentano sempre!”. Le battute facili lasciamole fare a chi è imbecille. Gli editori si lamentano perché hanno incassato meno di quel che hanno speso.

E il motivo è semplice. La crisi. La Crisi c’è. E chi lo nega mente, o non è capace di capire la realtà, forse perché vive nel dorato mondo dell’autore che ha le serie in edicola ed è separato dal resto dei comuni mortali.

La Crisi c’è, e la gente non ha i soldi. Non ha i soldi per comprare un volume a 15 euro, perché non ha più 15 euro che gli avanzano per provare una cosa nuova. La crisi economica sta colpendo il mondo del fumetto, e gli sta facendo male, ma tanto, tanto, tanto, tanto male. Non perché Naruto non esce più, o l’Uomo Ragno, o Batman, o Tex. Tranquilli, lettori. I vostri placebo da edicola continueranno ad uscire. Panini, Star, Bonelli, forse anche Lion sono troppo grosse e gli investimenti fatti dietro alle serie storiche sono troppo ingenti perché i nomi “sicuri” spariscano. Ma tutti gli altri, i piccoli, i medi, quelli che giocoforza vengono dopo gli acquisti “ma io faccio la collezione….”, allora se la passano male. Solo che di questo davvero non si può imputare l’organizzazione di Etna Comics. È un problema molto più grande. È una crisi di liquidi che investe tutti, che investe la società.

Già da Narni non mi erano arrivate voci molto soddisfatte sugli incassi, e ora ho toccato con mano la brutta situazione. Tra due settimane toccherà a Romics, e poi ancora a Lucca.

Fumetterie che svendono i magazzini. Negozi che non pagano i distributori. Distributori che sforano i tempi di pagamento. Editori in difficoltà. Tipografie che battono cassa, perché il 40% dei clienti è in ritardo con i pagamenti. Volete che continui?

Ma tanto che ci frega? Finché le banche straniere sono soddisfatte va tutto bene.

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