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L'Editoriale » Lucca 2016: Dubbi, domande e riflessioni

editoriale lucca2016di Alessandro Bottero

Prendete una città di circa 90.000 abitanti. È un capoluogo di provincia normalissimo, come ce ne sono decine in Italia. Solo che in occasione di un evento che si chiama Lucca Comics and Games, sono venute in questa città circa 270.000 persone. Ossia per cinque giorni la popolazione di una città si è triplicata.
La cosa non vi lascia attoniti?

Pensate alla città dive vivete, e immaginate che per quattro giorni la popolazione triplichi. Non importa se abitate a Roma o in villaggio sperduto del Molise. Ogni luogo è configurato su misura per la popolazione che lo abita, quindi la proporzione vale sia nel caso della megalopoli che in quello del borgo sperduto. Da 1 a 3, anzi, ai 90.000 si AGGIUNGONO 270.000 quindi in realtà la popolazione presente a Lucca diventa quattro volte il normale.
È questo il primo dato a cui rifletto quando penso a Lucca Comics 2016. Una città che per cinque giorni deve sopportare a livello di accoglienza abitativa, strutture di ristorazione, bar, viabilità, possibilità di camminare, rete fognaria, utilizzo dei Bancomat, copertura cellulari e internet, una massa da tre a quattro volte superiore al quotidiano.

E bisogna dire che quest’anno - a differenza dei grossi problemi avuti nel 2014, e di quelli minori nel 2015 - tutto ha funzionato bene. Arrivati a certi numeri inizia a diventare quasi miracoloso che in cinque giorni e con 270.000 non ci sia stato un solo episodio di problemi di ordine pubblico. Eppure è così. SI, qualche furto negli stand (ad esempio una mano bastarda ha rubato l’incasso del fine settimana allo stand di Manga Senpai, e si spera che l’organizzazione rifonda il danno, in nome di una sensibilità istituzionale), magari qualche borseggiatore, ma al di là di questo niente violenze, niente problemi di risse, o altro.  Una partita di calcio di serie A o B crea molti più problemi.

Volendo essere cattivelli si potrebbe dire che le forze dell’ordine dovrebbero intervenire sui veri problemi, ossia gli aumenti spropositati dei prezzi attuati dai bar, ristoranti  e alberghi lucchesi in quei giorni, il tutto nell’ottica “Arrivano quelli da fuori per i Comics, spremiamoli come limoni!”.
Comunque da un punto di vista logistico le cose sono andate bene. Sempre una presenza intensa di pubblico nei padiglioni e nei luoghi ufficiali, ma mai congestionata.
C’è però una riflessione da fare: il gigantismo alla lunga rende?

Io sono stato a Lucca da venerdì a martedì. Non ero legato a uno stand quindi ero in teoria libero di fare quello che mi pareva. Eppure pur con tutto il tempo a disposizione non sono riuscito a vedere tutto quello che c’era. Così su due piedi la cosa colpisce “Cavolo!!! Non si riesce nemmeno a vedere tutto!”, ma se si riflette con lucidità è una strada che fa bene percorrere? Quando un evento è talmente colossale che una persona, pur vivendolo integralmente  dall’inizio alla fine, non riesce a viverne ogni aspetto tra padiglioni, mostre, eventi, conferenze e altro, l’evento in se stesso non assume una dimensione ormai dis-umana? Ossia non è entrato in una dimensione dove il singolo non lo controlla più? Dove l’esperienza dell’evento è diventata  inevitabilmente solo parziale?

Un solo esempio: la mostra Cinema a Pennello era bellissima, una delle cose più belle e interessanti di tutta Lucca Comics & Games. Ma chi lo sapeva? Chi l’ha vista? Chi è riuscito a trovare il tempo  - strizzato tra file per le firme, tornei, mille cose da sentire, e mille cose da vedere – per una mostra così particolare e arricchente?

Comunque veniamo al nocciolo della questione Qual è il  nemico di Lucca? È vero che il nemico ormai sono i Temporary Shop, come dice il direttore Renato Genovese?  La mia risposta è no. Cerchiamo di essere seri. Come fanno 70 punti vendita a essere un nemico per un colosso da 270.000 presenze e 22 milioni di euro di fatturato? Sarebbe come dire che (per restare in termini fumettistici) Ant Man è un nemico in grado di impensierire e far tremare Galactus. Va bene tutto la sospensione dell’incredulità, ma cerchiamo di non pulirci il sedere col buon senso.
Il vero nemico di Lucca Comics & Games è Lucca Comics & Games stessa. O per essere più chiari il successo mostruoso di questa edizione.

Il successo non è solo nei numeri. Il successo è nella logistica che ha funzionato, nella assoluta mancanza di incidenti (che se ci pensate quando si mettono assieme 270.000 persone è miracoloso), negli editori che hanno stravenduto, molti addirittura finendo le copie delle novità portate in fiera.
Il nemico è il successo perché il successo crea un precedente. Se nel 2017 invece di 270.000 presenze ce ne saranno 250.000 questo sarà considerato un insuccesso perché sono 20.000 presenze in meno. E  - soprattutto – sono 20.000 biglietti in meno su un bilancio preventivo 2017-2018, che si basa sui biglietti venduti l’anno prima. E siccome Lucca Comics & Games è gestita dal Comune di Lucca il bilancio preventivo di Lucca Comics per giri strani e percorsi contorti incide sul bilancio preventivo del Comune, che  - ipotizzo – non amerebbe un calo di gettito.

Il nemico quindi non è il punto vendita dove posso comprare Blueberry 1 edizione Gazzetta dello Sport a 3 euro SENZA fare il biglietto della manifestazione (il posto esisteva, ed era nella via che portava da Piazza Napoleone e Piazza San Michele, e Blueberry 1 l’ho comprato io). Quello non è nulla. È  un’inezia, una mosca. Non sottrae biglietti.

Il nemico è il confronto col passato. E forse anche un altro. L’avidità dei lucchesi. Nei giorni della manifestazione i punti vendita dove si vendono panini per turisti non sono gestiti da persone esterne a Lucca. Sono gestite da Lucchesi che cambiano ragione sociale dei propri negozi per vendere panini al prosciutto o alla mortadella  4 o 5 euro l’uno. Ossia gli stessi prezzi che si trovano negli autogrill e che sono i più alti d’Italia. Se un nemico c’è è la mentalità “Arrivano quelli dei comics, allora spenniamoli”.  Lucca città non è accogliente con chi viene per Lucca Comics. I prezzi delle stanze si impennano – stranamente solo in quel fine settimana  - come se fossimo a Los Angeles o Dubai. Bar e ristoranti picchiano duro. Per mangiare ogni giorno si spende quanto e più dell’acquisto di un volume a fumetti, e la cosa ovviamente sottrae denaro all’acquisto in fiera.

Sarebbe il caso che l’organizzazione stipulasse delle convenzioni con ristoranti e bar per cui almeno chi  fa un abbonamento competo per tutti e cinque i giorni, pagando 62 euro, abbia sconti e prezzi ragionevoli a ristoranti, pizzerie, e soprattutto alberghi e pensioni
Far pagare 90 euro un posto letto in una semplice pensione o un bed & breakfast solo perché “Sapete, è il periodo dei comics” è un furto.
Questi sono i problemi su cui dovrebbe riflettere Lucca Comics, visto che ormai Lucca Comics copre tutta la città e la città sfrutta platealmente l’evento per fare cassa.

Ho notato che Giovanni Russo non è più il direttore di Lucca Comics e non si è capito perché. So anche che Renato Genovese probabilmente ha in mente di arrivare alla direzione del Museo del Fumetto di Lucca, tuttora chiuso dopo le polemiche dell’anno passato. C’è però il passaggio delle elezioni amministrative di Lucca a Maggio 2017 ed essendo  - ripeto – sia Lucca Comics che il Museo soggetti gestiti dal Comune è chiaro che  ora come ora si aspetta chi vincerà le elezioni e chi governerà Lucca nei prossimi anni. Se cambiasse giunta molte cose potrebbero cambiare, sia nella gestione tecnica che culturale dell’evento.

Sicuramente Lucca 2016 è stata un successo a livello di vendite. Come dicevo molti editori hanno finito prima della conclusione della manifestazione le copie delle novità portate. Star Comics, Magic, Panini, Kappa, Comics & Science, e anche altri. Anche case editrici magari meno blasonate hanno fatto ottimi risultati: Ren Books, Manga Senpai, Bug Comics.

Ma cosa c’era di davvero imperdibile a Lucca Comics?
A parte Il Principe Valiant di ReNoir che continua ad essere la cosa più bella pubblicata in giro (somma invidia per non essere io l’editore), cose belle si trovavano.
Un discorso a parte per il volume a 100 euri realizzato da Lion per Lucca 2016 in occasione della presenza di Frank Miller. È verissimo e concordo con chi lo dice: 100 euro per un volume di ristampe è un furto. Diciamolo chiaro e forte. Un editore che vuole mantenere un rapporto di stima e rispetto reciproco con i lettori non dovrebbe fare cose del genere. O sei Franco Maria Ricci, e allora fai SOLO cose del genere, oppure  è palese che le fai solo per fare cassa. Detto questo però bisogna anche ammettere una cosa. 450 persone hanno comprato questo volume. Ossia ci sono state 450 persone che hanno coscientemente scelto di dare 100 euro per una cosa che molto probabilmente avevano già. E allora la mia conclusione è che la Lion ha sbagliato. I volumi doveva metterli a 200 euro, perché se c’è chi è così cretino da spendere 100 euro lo devi punire, e punire molto duramente. Paghi 100 euro perché vuoi la firma di Miller? E allora me ne devi dare 200 o 300, perché se i soldi ti escono dalle tasche io li raccolgo volentieri (e dico tasche perché magari mi leggono i bambini)

Lucca Games era sempre interessante e di giochi (tavolo, roleplay, carte, video giochi) nuovi e belli ce ne erano a pacchi. Spendo due parole per il gioco da tavolo di Zagor, pubblicato dalla Ergo Ludo e distribuito dalla Ghenos. Molto bello e molto Zagoriano.  Interessanti anche l’espansione di Call of Cthulhu per giocare ai tempi della Prima Guerra Mondiale e della Seconda, e la nuova espansione di PROJECT HOPE, gioco di ruolo dal sapore super eroistico, dedicata all’Impero Romano.
All’interno di Lucca Games si trovava lo stand di LORDS OF THE RINGS, un progetto grafico dedicato a Tolkien curato dall’Associazione Tolkieniana Italiana, che ha realizzato un calendario con opere dei migliori illustratori fantasy Italiani (un nome tra tutti Lucio Parrillo, amico e ottimo illustratore) . Il calendario è SPETTACOLARE e potete acquistarlo direttamente all’associazione sul loro sito. Fatelo perché ne vale la pena.

A fianco a Lucca Comics si è tenuto anche il festival del fumetto indipendente BORDA, che volendo essere maliziosi, si pone in alternativa al fumetto “venduto al mercato”, ma poi saggiamente sfrutta gli stessi giorni di Lucca Comics per godere della presenza di 270.000 visitatori. D’altronde ha un suo senso: alternativi sì, coglioni no. Organizzare il BORDA in date diverse sarebbe un suicidio a livello di esposizione.

La Self Area era dislocata lontana dai padiglioni principali degli editori e questo, secondo me non è un bene. non è un bene perché in questo modo gli addetti ai lavori , magari redattori, supervisori, editori alla ricerca del nuovo fenomeno da pubblicare, non sono invogliati a dare un’occhiata. Se fossi il responsabile delal Self Area insisterei per una vicinanza con i padiglioni degli editori, così da poter dare la possibilità di una maggiore esposizione (e anche la possibilità di sfruttare a maggiore affluenza di visitatori in quei luoghi.  L’isolazionismo non è saggio.

Torno sui Temporary Shop per una riflessione. A livello giuridico i Temporary Shpop (o Negozi Temporanei, se  vogliamo usare le parole italiane) non esistono. Per la legge italiana non esistono esercizi commerciali temporanei. Esistono esercizi commerciali che nascono e poi vengono chiusi entro breve tempo. Ma sono esercizi commerciali come tutti gli altri. Quindi, già il fatto che si usino parole straniere per indicare una realtà che giuridicamente non esiste, la dice lunga sulle comprensione della cosa. Diciamo quindi che in occasione di Lucca nascono circa 70 esercizi commerciali nuovi, e che poi questi esercizi chiudono dopo tot giorni. Potrebbero durare anni e anni ma chiudono prima per una decisione del gestore. Il punto è che questi esercizi commerciali non sono migliaia. Sono al massimo 70. Il corpo dei vigili urbani di Lucca può batterli a tappeto nella mattinata del primo giorno di  mostra. Se il comune volesse davvero eliminarli basterebbe la volontà politica di farlo. Infatti è buffo che il direttore di Lucca Comics si lamenti dell’esistenza di questi NT (Negozi Temporanei) quando Lucca Comics è parte del comune ed è lo stesso comune che intasca soldi degli oneri burocratici per le aperture di esercizio. E lo dico perché se io NON avessi le carte in regola i vigili mi dovrebbero far chiudere subito. Quindi se nel 2016 a Piazza Napoleone a Lucca al posto dell’edicola c’era un NT che vendeva gadget il comune lo sa benissimo e ha incassato dei soldi da chi ha “aperto” il NT e poi lo chiuderà dopo cinque giorni. Se quindi Lucca Comics vuole davvero combattere i NT la strada è molto semplice: convincere gli uffici competenti della giunta comunale di Lucca e NON permettere di aprire nuovi esercizi per il periodo di Lucca Comics, convincendo il comune a RINUNCIARE ai soldi che incasserebbe. Sennò sono solo parole, chiacchiere per spaventare e alzare un polverone.
E chiarisco che dal mio punto di vista i NT NON danno alcun fastidio a Lucca Comics e che prendersela con loro sarebbe stupido.

Concludo: Lucca 2016 è stata un successo sotto quasi tutti i punti di vista. Sembra difficile poter fare di meglio. E forse questo è il vero problema per il futuro.

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