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Editoriale - Il ritorno della Critica?
Di Alessandro Bottero. Mentre sui social si battibecca e ci si accapiglia - spesso senza nemmeno sapere perché o su COSA si discuta – altre cose accadono nel mondo del fumetto che passano ignorate. Già dicevamo della decisione del gruppo Espresso-Repubblica di bloccare la realizzazione di collaterali a fumetti per le testate del gruppo, cosa di per sé molto seria e grave per il mercato. Le reazioni a questa notizia sono state diciamo ….nulle? Fa più fico litigare su chi parli male di chi , che non riflettere sulla crisi di vendite del fumetto. I dati di vendita dei Dylan Dog scritti da Sclavi mostrano un NON incremento delle vendite, anzi, il trend di declino di Dylan Dog prosegue. Il trentennale poco è servito per invertire la tendenza e ho idea che i prossimi report sulle royalties faranno arrabbiare di nuovo autori storici del personaggio. A questo punto cosa ci si inventerà? Le celebrazioni per il TRENTUNESIMO anniversario?
Ma anche queste sono quisquilie, pinzillacchere come direbbe Totò, che sapeva tutto della vita.
La cosa davvero interessante è un’altra. Si tratta del ritorno degli apparati critici negli albi pubblicati in edicola. Non so se ricordate una ventina di anni fa la feroce polemica che prese il nome di Note Lobotomizzate. In pratica si decise che la nuova generazione di lettori di albi a fumetti (Panini, Play Press, e altri) si era fondamentalmente rotta i coglioni di note precise e puntuali che chiarissero rimandi e elementi di continuity all’interno delle storie. La tesi era che ai lettori giovani parlare di storie vecchie (o meglio “antiche”) non interessava. Li annoiava, li allontanava dal fumetto, perché gli faceva sentire di essere distanti dal personaggio. Quindi basta con i rimandi, basta con gli approfondimenti, basta con i testi e vai con notizie e annunci di film, gadget e novità epocali. Le cosiddette Note Lobotomizzate. Chiunque parlasse della necessità di un impianto critico a presentazione delle storie pubblicate era ritenuto un barboso rompipalle, che non era in sintonia con i ggggggiovani lettori.
Poi che è successo? I lettori (quelli che sono rimasti) sono cresciuti, sono diventati adulti e si è capito che dare informazioni non annoia, ma è un valore aggiunto. È un elemento tipico delle edizioni italiane e invece che negarlo andrebbe rivalutato e potenziato. Ecco che piano piano, prima con l’edizione di Blake e Mortimer e ora con quella di Thorgal e la nuovissima collana di Tin Tin, accanto alla singola storia è presente un corposo dossier informativo storico-critico che aggiunge ricchezza al prodotto.
Blake e Mortimer, Thorgal e Tin Tin (qui parlo dell’apparato critico nei volumi) sono (o sono state) tre delle migliori collane di allegati editoriali mai usciti in edicola. Conosco l’obiezione “Si tratta di storie lette e rilette e conosciute fino alla noia”, ma il punto non è questo. Il punto è che pensando a una NUOVA edizione si è ritenuto indispensabile affiancare alla storia dossier critici. Altro che Note Lobotomizzate.
Che è successo? Il pubblico è cresciuto.
Chi vent’anni fa aveva 15 anni ora ne ha 35/40 e ha il diritto – e il piacere – di essere informato. Leggere un fumetto è di per sé un’esperienza valida ed esteticamente gradevole, ma se a questa esperienza si aggiunge anche il piacere della conoscenza e dell’accrescimento di informazioni per cui alla fine della lettura del volume X conosco più cose di quante ne conoscessi all’inizio della lettura allora si raggiunge un obiettivo importante.
La critica è tornata. A quando si capirà che deve tornare anche per i fumetti di super eroi?
Certo, il problema a questo punto è un altro. La critica è importante, ma dove sono i critici? Vent’anni di ridicolizzazione della critica ha fatto sì che una nuova generazione di critici non sia nata. Al massimo abbiamo blogger o youtuber che esprimono opinioni, legittime certo, ma solo opinioni emozionali.
Il critico non è quello che dice “Lost Girl di Alan Moore è bello” e trova in Lost Girl eventuali riferimenti alle altre opere di Alan Moore Il critico è quello che trova in Lost Girl riferimenti a tutto quello che Alan Moore ha colto AL DI FUORI del fumetti. Il critico è colui che coglie e decifra i riferimenti culturali, storici, letterari, EXTRA fumetto in un fumetto e li rende visibili e comprensibili al lettore ingenuo.
Il vero critico non è quello che mette in relazione Neonomicon e Providence. Il vero critico è colui che coglie i riferimenti a Lovecraft a tutta la letteratura horror e psico-magica extrafumettistica su cui Moore ha basato la sua storia.
Ma forse chiedo troppo. In fondo sono solo un barbogio rompicoglioni.