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L'Editoriale. La Teoria della Coda Lunga. Sarò scemo, ma a me pare una fesseria
Di Alessandro Bottero
Nel 2004 un certo Chris Anderson scrive un articolo su Wired e vince alla lotteria. Anderson riflettendo sul magico e fantavoloso mondo digitale dove la carta sarebbe scomparsa e solo gli ebook avrebbero dominato incontrastati (ricordo che nel 2004 questa bislacca teoria ancora era il DOGMA di fede degli editori e dei consulenti editoriali più fichissimi che c’erano) disse una cosa in teoria lapalissiana. Se metti assieme MILLE libri che vendono 100 copie ciascuna (1000 x 100 = 100.000) questi producono più copie vendute di 5 libri che vendono 10.000 copie cadauno (10.000 x 5 = 50.000). I 5 libri da 10.000 copie sono bestseller, e i 1000 da 100 copie delle merdine. Però le merdine messe tutte assieme fanno la CODA LUNGA del mercato, ossia la parte maggiore in quanto copie vendute.
Ora, perché ne parlo adesso? Perché nel corso di Romics un dialogo con una persona mi ha svelato che i grandi gruppi editoriali come la Bonelli o la Panini usano questo principio della CODA LUNGA, per giustificare il fatto che si tengono in vita anche testate che vendono poco. Perché “Tante testate che vendono poco, fanno numeri maggiori di quelle poche che vendono tanto”.
Ok. questo è vero, ovvio. Se prendiamo Dampyr, Mercurio Loi, Martin Mystere, Morgan Lost, Le Storie, Nathan Never, Julia, Dragonero, Orfani, messe tutte assieme sicuramente vendono PIU’ di Tex. Questo lo capisce anche un bambino.
La cosa che non capisco è questa: la teoria della Coda lunga si basa sui media DIGITALI, ossia quelli in cui non esistono costi di MAGAZZINO e di LOGISTICA.
Tu mi dirai “E no, caro Bottero. Amazon è un modello perfetto di CODA LUNGA. Amazon ricava di più vendendo poche copie di mille libri fisici che molte copie di pochi libri fisici.” E grazie al BEEEEP, ciccio. Amazon non ha REALIZZATO lei i libri. I costi di realizzazione dei libri sono degli editori. E se Amazon vende TRE copie del libro X dell’editore Y all’editore Y sempre e solo i soldi di tre copie vanno.
All’editore della coda lunga di Amazon non gliene frega niente.
All’editore che Amazon venda tre copie di 10.000 libri di 10.000 editori e quindi incassi tanto non importa. La coda lunga va bene a Amazon, ma perché Amazon è un DISTRIBUTORE non un editore.
Oltretutto potremmo anche dire che Amazon incassa e guadagna perché paga i dipendenti paghe da fame e quindi che è facile dire ”La Coda Lunga mi fa guadagnare un fottio”, quando do un pugno di riso ai dipendenti. Se dovessi pagare uno stipendio SERIO allora forse tanti risultati mirabolanti svanirebbero
Quindi Amazon come esempio di Coda Lunga va bene sì e no per la DISTRIBUZIONE, non certo per l’editoria.
Torniamo all’esempio di prima: Dampyr, Mercurio Loi, Martin Mystere, Morgan Lost, Le Storie, Nathan Never, Julia, Dragonero, Orfani, numericamente vendono più copie di Tex, ok. Ma mentre per vendere le copie di Tex è necessario solo realizzare UNA storia di Tex, per vendere Dampyr, Mercurio Loi, Martin Mystere, Morgan Lost, Le Storie, Nathan Never, Julia, Dragonero, Orfani, e fare un numero maggiore delle copie di Tex è necessario realizzare Dampyr, Mercurio Loi, Martin Mystere, Morgan Lost, Le Storie, Nathan Never, Julia, Dragonero, Orfani PAGANDO gli autori, PAGANDO la carta, PAGANDO i tipigrafi, ossia sono necessari NOVE pagamenti, per arrivare a UNA cifra che come TOTALE è superiore a quella di Tex.
Siccome ogni prodotto ha un costo la coda lunga va bene, ma ANCHE nel caso di coda lunga la vendita, per quanto piccola, non può mai essere in passivo. Ossia non basta “vendere poco di tanti prodotti”. Devi “vendere poco, ma SENZA ANDARE IN PERDITA, di tanti prodotti” e allora ha senso. Ma questo si sapeva anche da prima del 2004. Non era necessario scriverlo su Wired.
Se la teoria della Coda lunga significa “è meglio poco di tanti prodotti, purché in attivo, che vendere tantissimo ma di un solo prodotto” non mi sembra questa rivoluzione copernicana. È una cosa che chiunque sa.
Se spendi più di quello che incassi sei in perdita. È molto semplice. E se per pareggiare i costi devi vendere almeno 200 copie a libro, avere 1.000 libri che ne vendono 100 non significa essere dei geni perché applichi la CODA LUNGA. Significa avere 1.000 titoli in perdita. Pur con 100.000 copie vendute. Perché ogni singolo libro è in perdita.
Allora, vi prego davvero. Sarò cretino, sarò preistorico, sarò arcaico, ma vi supplico, perché la CODA LUNGA dovrebbe essere il modello innovativo del mercato futuro?
Forse (e dico forse) può andare bene per gli ebook, dove non c’è a stampa, non c’è il magazzino, e dove non paghi un cazzo gli autori. Forse va bene per Amazon, perché Amazon fa la grandiosa, ma è solo un distributore, e siamo tutti bravi a farci belli se i soldi li caccia qualcun altro ( e noi non paghiamo i dipendenti e eludiamo il fisco).
Ma per i fumetti quelli di carta, quelli stampati, quelli dove dovresti pagare chi li fa, chi li traduce, chi li stampa, … mi spiegate una cosa molto semplice… se questi fumetti vendono MENO di quello che serve per essere in attivo, ma che CODA LUNGA è?
Non posso pensare che in Bonelli o in Panini sia così scemi da lasciarsi abbindolare da queste teorie economiche che a me paiono abbastanza – lasciatemelo dire - delle scemenze.