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Cara Mantova Comics & Games ti scrivo
di Giorgio Messina
Cara Mantova Comics & Games ti scrivo.
Ti scrivo perché sei il primo appuntamento fieristico di un certo peso, sia per visitatori che per espositori, di questo 2012. Ma vorrei subito sottolineare che ciò che ti manifesterò in questa mia missiva aperta è anche rivolta alle altre fiere che si susseguiranno, dopo di te, in questo ultimo anno del calendario Maya. Lucca compresa. Perché a noi di scherzare con i fanti e di lasciare stare i santi non ce n’è mai fregato nulla. Anzi. Chiariamo subito un punto, casomai non fosse sufficientemente chiaro, cara Mantova C&G: gli appuntamenti fieristici del fumettomondo - se continuerà anche quest’anno il trend registrato nel 2011 – sono ormai caratterizzati dall’aumento dei biglietti staccati e dalla continua diminuzione dei libri a fumetti venduti.
Comprendo benissimo - in un’ottica imprenditoriale che a volte in questo settore fumettomondista è solo fumisteria - che il core business di un evento fieristico sia quello di staccare i biglietti, e vendere stand ma a forza di inseguire il risultato del botteghino, mentre contemporaneamente la vendita dei libri a fumetti diminuisce e i prezzi degli stand rimangono invariati o aumentano, si rischia che la parola “comics” rimarrà solo nel nome delle fiere.
Il fatto che all’ultimo festival di Angouleme, fosse presente nel settore BD Alternative (cioè lo spazio dei piccoli editori) come unica presenza editoriale italiana quel Centro Fumetto Andrea Pazienza che riceve contributi pubblici grazie alla politica locale cremonese, dimostra in quale situazione si trova in realtà il comparto della piccola e media editoria italiana dedicata al fumetto. Come fai ad andare ad Angouleme se non puoi nemmeno andare a Mantova?
Beninteso, nulla da eccepire sulla gentilezza, la disponibilità e la propensione al dialogo dell'organizzazione mantovana, tutte qualità che ho potutto constatare di persona durante le partecipazioni a Mantova Comics & Games nelle passate edizioni.
Rimane però il fatto che costi di 500 euro (+ IVA), ma anche solo 300 euro (+ IVA) per acquistare stand 4x3 o 2x3 (ma che se ne fa un espositore di libri di un fondo di 3 metri e di una luce espositiva solo di 2 metri rimane un mistero che qualche architetto allestitore un giorno sarebbe bello se ce lo rivelasse…) per spostarsi di 400/500/600 km, per un piccolo editore sono ormai diventati insostenibili. Già nessuno si è mai arricchito facendo il piccolo editore, ma la situazione attuale è quella che la piccola editoria si va rimboccando le maniche per tenere le proprie strutture in piedi. E ormai, con questi costi uniti alla crisi di vendite, una partecipazione fieristica significa praticamente avere lavorato ed essere stati 4 giorni lontani da casa per pareggiare le spese. Quando va bene. Ecco cosa è la nostra “recessione”: zero guadagni fieristici non producono futuro per la piccola editoria del fumetto. Zero guadagni fieristici, non producono nemmeno futuri espositori per le fiere tra i piccoli editori.
Ma bada bene, cara Mantova, sia chiaro che non ti sto scrivendo per pietire uno stand gratuito o per mero attacco personale. Sono qui per cercare di fare capire che bisogna trovare una soluzione comune tra organizzazioni fieristiche ed espositori, rappresentanti dell’editoria a fumetti piccola e media. Ma se invece, l’unica cosa che interessa alle fiere è solo staccare biglietti e fare corrispondere la parola “comics” alla presenza degli editori più grandi incastonati in un contesto di giochi, gadget e cosplayer, allora, cara Mantova, non perdere ulteriore tempo a leggere questa lettera e scusami per il disturbo e amici come prima. Basta dirlo e ce ne faremo tutti una ragione di quello che potrebbe essere il destino della parola "comics" per le fiere del settore.
Eppure vorrei rimarcare con energia quanto i piccoli editori siano ancora un patrimonio culturale importante per tutto il settore. Non è forse dai piccoli editori che molti dei celebrati ospiti delle fiere hanno iniziato la loro carriera? Gli ospiti di nome di oggi non erano forse quelli che giravano con i book 10 anni fa per gli stand dei piccoli editori? E se i piccoli editori scompaiono dai corridoi espositivi, non scompare anche un importante substrato culturale del fumetto che ha un valore nettamente superiore ai numeri ridicoli che ormai i libri dei piccoli vendono in distribuzione e alla fiere?
E allora, cara Mantova, se sei arrivata a leggere sin qui, non ti pare ora di cominciare a fare qualcosa? E chiarisco, senza spirito polemico alcuno, che fare qualcosa che faccia bene a vendere i libri non corrisponde ad avere un artist alley con gli autori pronti a fare disegnini gratuiti al pubblico perché tanto paga tutto Mamma Mantova. Questa storia di separare l’autore dal proprio libro e celebrarlo come una piccola rockstar dello sketch gratuito da portarsi a casa come souvenir è un'altro deviazione grottesca del settore. L’unica via percorribile in materia di autori che fanno sketch per il pubblico è quella provata da Francesco Settembre, che a Narnia ha riunito autori e libri facendo corrispondere un disegno ad un libro venduto. Altrimenti niente disegno. Bisogna dargliene atto in un'ottica di migliorare la gestione degli autori presenti in fiera.
Cara Mantova, bisogna allora dare un segno forte. Come credi che si senta per adesso il piccolo editore che ascolta per l’ennesima volta quella leggenda che racconta che i grandi editori ottengono in giro per l’Italia lo spazio fieristico gratuito in cambio di pubblicità sui loro albi e invece si trova a constatare che in questo momento difficile per tutti non ci sono facilitazioni per chi è piccolo e probabilmente piccolo rimarrà sempre?
Non è mia intenzione mettere bocca in come si organizza una fiera, perchè non ne ho mai organizzata una, ma ho partecipato a tantissime in questo ultimo lustro e sulla scorta di questa esperienza "empirica", so bene che se vorrai tu, come le altre fiere, cara Mantova, potremo almeno aprire almeno un dibattito per cercare una soluzione comune ad una crisi che infondo attanaglia tutti.
Ecco, ho scritto questa lettera pensando solo a questo: spero che questa breve mia servirà almeno ad aprire un dibattito.
Con infinata osservanza e infinito rispetto per il lavoro di tutti, ti saluto, cara Mantova Comics & Games.
Un piccolo editore