- Categoria: Reportage
- Scritto da Giuseppe Pollicelli
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Il Bruce Lee di Benni e Maramotti
Edito da Mompracem, viene riproposto dopo quasti trent’anni un raro fumetto dei due autori satirici
di Giuseppe Pollicelli*
Mompracem, nome dagli smaccati echi salgariani, è il marchio curato da Francesco Coniglio con cui, da poco più di un anno, la casa editrice romana Castelvecchi manda in libreria i titoli del proprio catalogo dedicati al fumetto e alla satira. Alcune settimane fa, su queste stesse pagine, abbiamo recensito la raccolta integrale della serie umoristica I Sottotitolati di Greg; stavolta, dopo avere ricordato che negli ultimi mesi Mompracem ha pubblicato anche due “balenotteri” rispettivamente firmati da Stefano Disegni (Una risata li spegnerà, pp. 382, euro 17,50) e Riccardo Mannelli (Fine penna mai, pp. 382, euro 17,50), ci occupiamo della riproposta di una dimenticata chicca fumettistica la cui prima (e fino a oggi unica) apparizione si registrò quasi trent’anni fa, precisamente nel 1986, sulle pagine di un mensile della Rizzoli che ha da tempo chiuso i battenti, “Corto Maltese”. La chicca in questione è tale soprattutto in virtù dei suoi autori, due veri e propri pezzi da novanta della satira italiana, lo scrittore Stefano Benni e il fumettista Danilo Maramotti, i quali, in questo caso, si sono cimentati in una curiosa e intrigante (pur nella sua brevità) biografia di Bruce Lee: L’uomo che incontrò il piccolo drago (pp. 72, euro 16). L’inesorabile procedere di Lee - stritolato da un’industria cinematografica che ne sfrutta cinicamente il debordante successo - verso un tragico destino di morte è raccontato da Benni e Maramotti con levità, senza privilegiare un registro drammatico ma anzi proponendo ritmi e scansioni da fumetto avventuroso classico, qui valorizzati da una costruzione della tavola sempre piuttosto dinamica. La lettura è resa particolarmente gradevole dall’accattivante segno di Maramotti, il cui tratto spesso e dalle linee marcate è un chiaro omaggio allo stile del Chester Gould di Dick Tracy ma, ancor di più, a quello del Wilson McCoy di Phantom (l’Uomo Mascherato), come giustamente notato nella sua introduzione da Claudio Ferracci.
*Articolo tratto da LiberoVeleno (inserto satirico del quotidiano Libero) del 1° dicembre 2013. Per gentile concessione dell'autore.