Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
Dal 2008 il Magazine della Nona Arte e dintorni - Vers. 3.0 - Direttore: Alessandro Bottero
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Stati Generali del Fumetto: qualche verità inizia a filtrare...

beccogiallodi Alessandro Bottero

Abbiamo scoperto che all’interno della casa editrice Beccogiallo autori diversi ricevevano trattamenti economici diversi.
Non lo dico io, o mi baso su voci,. Mi baso sulle dichiarazioni pubbliche dei seguenti autori: Claudio Stassi, Alessandro di Virgilio, Leonardo Valenti.

Ecco i testi:

Claudio Stassi: “(..) Se dico che per i miei lavori sono sempre stato pagato vuol dire che sono sempre stato pagato. Anche da BeccoGiallo. Sia io che Di Gregorio".
Fonte: http://stassiclaudio.blogspot.com/2010/09/le-colpe-dei-padri.html

Alessandro di Virgilio: “A me è capitato di lavorare senza anticipo e solo con le royalites, ma è stata una scelta più che consapevole, dettata da fattori come la voglia di contribuire a ricordare cose passate (come la Grande Guerra) e cose , ahimè, troppo recenti (ThyssenKrupp) o di raccontare cose che, altrimenti, non avrei potuto.”
Fonte: http://kinart.forumfree.it/?t=48763162&st=525

Leonardo Valenti: “(...) Ma a me non sono state offerte cifre tra i 1500 e i 4000 euro. Metto in campo due mie esperienze:
BeccoGiallo - 0 anticipo, solo royalties
Edizioni BD - 1000 euro (in due) e royalties un po' più alte”

Fonte: https://www.blogger.com/comment.g?blogID=5063528252229615904&postID=16690699637767789

Allora, chiariamo alcune cose….
A differenza di cosa ha capito Ketty Formaggio sul suo forum, nessuno, qui a Fumetto d'Autore, mette in dubbio la verità di queste affermazioni.
Io sono convinto che Claudio Stassi sia stato pagato da Beccogiallo e che quindi dica la verità e non sia ipocrita, così come sono convinto che Valenti e Di Virgilio NON siano stati pagati da Beccogiallo.
E’ vero anche che ci risulta che per mesi Di Virgilio ha detto che invece era stato pagato, ma ammettiamo che ADESSO stia dicendo la verità.
E chiarisco anche che per me Beccogiallo ha il diritto sacrosanto di stabilire modalità diverse di trattamento con i singoli autori. Non esiste un Contratto unico Nazionale dei fumettisti, e spero vivamente che non esista mai, ma che ci sia sempre una libera contrattazione tra le parti.
Sono vetero capitalista? Consideratemi come vi pare. Per quel che mi riguarda in rapporti di lavoro che attengono a opere che mettono in campo la creatività e la capacità del singolo, collettivismi o sindacalismi, sono da fuggire come la peste.
Beccogiallo ha diritto di fare una PROPOSTA all’autore, e l’autore ha il diritto di dire “sì” o “no”. E qui concordo con Recchioni.

Il punto però è un altro.
Per mesi mi hanno triturato i gioielli di famiglia, dicendo che “se uno accetta un lavoro sottopagato, contribuisce a rovinare il sistema del fumetto nel suo complesso, perché abitua gli editori a pagare sempre di meno gli autori”.
Perfetto. Allora se questa logica ha senso (e possiamo dire che ce l’ha, in un’ottica di giusta solidarietà tra colleghi e/o deontologia professionale), se ponendo come base lo STESSO editore abbiamo due autori, di cui uno viene pagato, e uno accetta di lavorare SENZA essere pagato, allora la logica conseguenza è che chi accetti di lavorare SENZA essere pagato danneggi il primo.
Tanto per parlare chiari
Claudio Stassi lavora per Beccogiallo. Vien pagato. Poi arriva Leonardo Valenti (o Alessandro Di Virgilio), che per lo stesso tipo di lavoro accetta la proposta di lavorare per ZERO euro di anticipo.
Valenti o Di Virgilio hanno OGGETTIVAMENTE accettato di lavorare sottopagati, rispetto al collega che ha lavorato per la stessa casa editrice (Valenti o chi per lui) . E questo a prescindere dalle motivazioni che Valenti o Di Virgilio possono addurre. Il fatto resta.
E il fatto è che quando (esempio) Claudio Stassi tornerà da Beccogiallo a proporre un altro progetto, Beccogiallo potrebbe dirgli “Sai che c’è? Prima davamo soldi in anticipo. Ma ora abbiamo visto che ci sono autori che accettano ZERO anticipi e pagamento sul venduto. Per cui, prima ti davamo dei soldi. Ora invece ti facciamo la stessa proposta che facciamo a Valenti e Di Virgilio, ossia ZERO euro di anticipo”.

Possiamo dire che Stassi riceverebbe un danno dal comportamento di Valenti e Di Virgilio?
Possiamo dire che un comportamento corretto da parte di Valenti e Di Virgilio poteva essere dire  “un anticipo è sempre dovuto. È una questione di correttezza!”?
Possiamo dire che lo scoprire che ci sono queste differenze, all’interno di una stessa casa editrice, venute fuori forse per poca attenzione a quello che si dice in giro, mi fa pensare che in realtà tutta questa storia degli “Stati Generali” e il punto di partenza alla sua base, ossia il “giusto compenso” agli autori, in realtà derivi da una INSODDISFAZIONE verso il modo di trattare gli autori da parte di alcune case editrici (magari proprio la stessa Beccogiallo), ma che la gente non si azzarda a dirlo chiaramente, per non rovinarsi la possibilità di lavorarci in futuro, ed avere così i propri libri nelle librerie, e gli articoli sull’Unità?
Posso dire, a beneficio di Ketty Formaggio, che è QUESTA l’ipocrisia? Ossia, essere arrabbiati per le condizioni che ti propongono gli editori con cui lavori o speri di lavorare, ma non avere il coraggio di dirlo facendo nomi e cognomi, prendendosela invece con chi semplicemente si limita a fare le stesse cose che fanno Beccogiallo, o altri?
“Beccogiallo non mi ha pagato, ma mi sta benissimo!!!!!! Invece quel ROMPISCATOLE di Bottero non mi paga e deve morire!!!!!”

Posso dire che è l’ipocrisia di chi “parla a suocera, perché nuora intenda”?

PS. Probabilmente a questo punto le carte in tavola verranno cambiate ancora, e si dirà: “Behhhhhhh, in realtà Beccogiallo un anticipo me lo ha dato, ma siccome era poco, e dovevamo dividerlo in due, allora io sceneggiatore l’ho dato tutto al disegnatore. Quindi è vero che io non ho ricevuto soldi da Beccogiallo, ma loro l’anticipo lo danno”.

Come si dice in inglese….Mirror climbing.

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