Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
Dal 2008 il Magazine della Nona Arte e dintorni - Vers. 3.0 - Direttore: Alessandro Bottero
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Overdrive di patate: Intervista a Daniele Rudoni

daniele rudoni Presentati ai lettori di Fumetto d’Autore.

Mi chiamo Daniele Rudoni e mi piace la patata.

Il tubero, proprio. Impazzisco per le patate saltate o quelle al forno… Anche quelle fritte, ma un po’ meno, perché l’odore si attacca dappertutto. Ecco, è il mio contorno preferito, ma devo stare attento a non esagerare, perché non è un segreto che la patata gonfi un po’! 

Quando non mi rifocillo, cioè per molte ore al giorno purtroppo, coloro e disegno tavole e mi dedico al mio medium preferito, che mi par di capire è anche il vostro: il fumetto.

 

Quando e perchè è nata la tua carriera?  

Ma se non sono nemmeno sicuro di averla, una carriera! Non nell’uso comune del termine, in ogni caso!

Ti posso dire che anno dopo anno, le possibilità di lavoro vanno nuovamente vagliate e scelte. Ho lavorato dal 2006 per parecchi anni per la Marvel, colorando principalmente le tavole di Stefano Caselli, abbandonandolo proprio quando passava a disegnatore ufficiale di Spiderman (scusa, St3!) e iniziando daccapo in Bonelli dal 2010, colorando le tavole di Angelo Stano per il numero 300 di Dylan Dog. 

Ti posso dire che nel 2009 ho disegnato la mia prima graphic novel, dal titolo United We Stand, sceneggiata da Simone Sarasso, e che ho ribaltato completamente il mio approccio al disegno con il mio ultimo lavoro, Romabot Centurion.

Non è quello che definirei una carriera lineare, insomma, più un continuo mettersi alla prova su cose diverse e, devo dire, proprio per questo sempre entusiasmanti.


Regalaci qualche aneddoto sulla tua carriera.

Quando ero ancora un pischello in cerca di lavoro, ho collaborato per 3 mesi alla preproduzione di un film di animazione, che però non ha mai visto le luci della ribalta a causa di problemi interni di finanziamenti. È una cosa che non sa nessuno, ovviamente, perché il progetto è ancora in stand-by !

Sono stati 3 mesi che oggi reputo importantissimi, in cui la mia capacità di disegnare e raccontare è cresciuta esponenzialmente macinando quintalate di storyboard, in cui oltre a rimpolpare un poco le mie finanze ho scoperto la bellezza di lavorare in uno studio composto da più elementi, e in cui ho fatto la conoscenza, fra gli altri, di Fabrizio De Fabritiis, quando ancora non aveva per la testa il suo Capitan Nova (quindi mooolto tempo fa!).

Altro aneddoto: in un tempo molto lontano, io e il mio amico e collega Andrea Longhi ci prestammo a disegnare live per un’associazione di giochi di ruolo. Andrea finì quello che io pensavo essere il più bel disegno di cavaliere templare che avessi mai visto e lo porse timidamente al bambino di fronte a lui, che aspettava il suo sketch. Il bambino fece tanto d’occhi e ringraziò, tenendo il disegno fra le mani come una santa reliquia.

Arrivò chiamandolo un suo amichetto, disse al bambino: “c’è gente con delle spade vere di là!” Il bambino gli fece vedere orgoglioso il suo disegno, dicendo “guarda…”.

 L’amichetto guardò. Poi disse: “ma se FA CAGARE! Andiamo, dai!”

 Lo trascinò via, lontano da Andrea e dalla sua dignità ridotta in frantumi.

 Quanti bambini stronzi abbiamo incontrato da allora…

 

A Quali progetti stai lavorando attualmente?  

Bisogna fare una premessa: se tutto va bene d’ora in poi non vedrete più il mio nome negli albi che colorerò. Ho messo in piedi uno studio, per ora ancora in fase di rodaggio che però si sta già comportando molto bene, di colorazione digitale e cartooning. Vi metto il link del portfolio online, per lustrarvi gli occhi:  http://overdrivestudio.daportfolio.com/

Il tarro nome dello studio è OVERDRIVE STUDIO. No, non siamo eleganti e ce ne vantiamo. 

Grazie all’aiuto dei miei valenti collaboratori, sto colorando parecchie storie che verranno pubblicate su vari Dylan Dog Color Fest, primo fra tutti quello tematico dedicato agli autori argentini che uscirà nel 2012, per cui ho avuto l’onore di colorare le tavole di un maestro come Josè Ortiz.

Sto disegnando e mi appresto a finire il secondo volume di Romabot Centurion, in uscita in primavera. 

Sono inoltre tutor nella community online “Manga e Anime” della DeAgostini, in cui correggo disegni e tavole e dispenso saggezza a destra e a manca! Fateci un salto, a http://manga.deagostinipassion.com/courses/mangaanime.

Ci sono altri progetti in ballo, ma per ora sono ancora top secret!


Quali progetti futuri vorresti realizzare?

lo dico sempre, nei miei sogni c’è un fumetto shojo che narra di amori adolescenziali e di patata (non il tubero, stavolta!) e un western horror che omaggia i grandi autori italiani degli anni 70. 

E prima o poi vedranno la luce, ci potete scommettere!

Una cosa che rifaresti e una che non rifaresti nella tua carriera. 

Una cosa che rifarei è disegnare robottoni. In particolare disegnare il Romabot Centurion, perché è un viaggio a ritroso nella mia infanzia e perché mi permette di collaborare con Fabrizio De Fabritiis per la Emmetre Edizioni, che reputo una delle realtà editoriali più corrette che esista in questo paese.

Una cosa che non rifarei è lavorare gratis. Anzi è una cosa che sconsiglio a tutti i disegnatori, che siano alle prime armi o già scafati, il cui scopo è farlo di mestiere. Se volete fare volontariato, aiutate gli anziani in un ospizio o cuocete le salamelle per la sagra del vostro paese. Io ho fatto entrambi. 

Se un vostro disegno vi viene pagato zero, rimane l’impressione che valga zero. Punto.

Nessun compromesso, direbbe Rorschach…

 

La tua serie preferita.

Ah, siamo arrivati alla domanda più difficile dell’intervista?? 

Troppe fra cui scegliere, ci penso e torno fra tre giorni.

Eccomi qui, son tornato! Direi che ne metto almeno due: I’’s di Masakazu Katsura e Slam Dunk di Takehiko Inoue. Tutti manga, dite? 

Sì. Esatto.


Il fumetto che avresti voluto realizzare tu.

Ultimates di Mark Millar e Bryan Hitch. Avrei voluto essere sia Mark Millar che Bryan Hitch.

Mi sa che era troppa grazia, eh?

 

Com'è il tuo rapporto con il web?  

Il nostro rapporto va alla grande, ci parliamo, ci confidiamo, tutto è perfetto! Usciamo insieme quasi tutti i giorni e ci divertiamo un casino! Piace anche alla mia ragazza! Non potrei volere di più…

 

Il palcoscenico è tutto tuo. Parole in libertà ai lettori di Fumetto d’Autore.  

Sono d’accordissimo che il fumetto sia la nona arte, ma, devo confessarvelo, ancora non riesco ad identificarmi come autore, tantomeno vorrei realizzarne, di “fumetti d’autore”.

Vorrei solo fare fumetti. Che divertano, commuovano, interessino, facciano ridere e piangere, che sperimentino nuovi linguaggi e nuove tecniche narrative, che ritornino indietro nel tempo e cavalchino verso il futuro, che siano intrattenimento intelligente, veloci come rapide e profondi come mari, che raccontino storie eterne e che sappiano descrivere l’attimo… e che, sopra tutte le cose, non rompano i coglioni nemmeno per un secondo. 

Spero che sia questa, la definizione di “fumetto d’autore”… 

 
 

 

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