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L'Editoriale » Vermicino, l’incubo del pozzo, un fumetto da leggere
di Alessandro Bottero
Fortunatamente nel mondo del fumetto escono ancora storie che vale la pena di leggere, dimostrando così che le chiacchiere sciocche, le piccole ripicche tra adulti dal cervello da pre-adolescente, e le polemiche strumentali in realtà messe tutte assieme valgono meno del peto di un criceto.
L’editoriale di oggi è dedicato a un volume del genere, ossia Vermicino l’incubo del pozzo, di Maurizio Monteleone, pubblicato dalla 001, con un costo di 15 euro.
Il volume racconta cosa accadde a Vermicino in quei giorni del giugno 1981, quando Alfredo Rampi cadde in un pozzo, e lì mori perché non si riuscì a salvarlo. Maurizio Monteleone all’epoca faceva parte di quel gruppo di speleologi, che operava nel CNSA (Centro Nazionale di Soccorso alpino), all’epoca una struttura operativa del CAI (Club alpino Italiano) nata nel 1967. Maurizio fu testimone in diretta di tutto quello che accadde a Vermicino, e fu tra i volontari che tentarono di salvare Alfredo Rampi, calandosi nel pozzo.
Fu anche testimone in diretta dello scontro tra i Vigili del Fuoco, che dirigevano le operazioni, e i volontari speleologi, che furono messi ai margini nelle prime fasi dei tentativi di soccorso.
Fu testimone degli sforzi di Angelo Licheri, che arrivò quasi a sfiorare Alfredo Rampi, e che dovette subire –negli anni successivi il disprezzo di chi non credeva che fosse arrivato fin lì.
Fu testimone delle reticenze e delle decisioni sbagliate prese dal dottor Elveno Pastorelli, che dirigeva le operazioni dei Vigili del Fuoco.
Insomma Maurizio Monteleone sa di cosa parla, e sa che cosa è successo. È un TESTIMONE, non solo uno che ha trovato notizie qui e lì e la ha cucite assieme per realizzare una storia.
Ma oltre a questo Maurizio Monteleone è anche un autore, che ha scelto il fumetto per raccontare la storia che lo ha tormentato in tutti questi anni. Ha scelto il fumetto perché (parole sue, dall’incontro di presentazione del libro a Romics) “è un mezzo popolare”, e questa storia Maurizio la vuole raccontare a tutti quelli che la vogliono ascoltare.
Ora, potrei stare a fare l’esegesi minuziosa delle singole tavole. Potrei parlare di come il taglio narrativo mescoli in modo riuscito cronaca e simboli. Potrei dire che il dramma di questo bambino sepolto in un pozzo, al buio, sporco, disidratato, coi vestiti laceri, è reso con un tratto pulito, delicato, quasi tenero, per non sbattere in faccia al lettore una versione falsamente realistica, quasi che l’unico modo per trattare con rispetto le vittime di una tragedia sia raffigurarle con tratti splatter. Alfredo Rampi nel libro è il simbolo della tragedia di Alfredo Rampi, non è una “foto della realtà”. Non c’è “pornografia del dolore” qui. Qui c’è una storia, e un autore che la racconta.
Potrei dirvi come questo volume per me è, ad oggi il miglior volume a fumetti uscito in Italia, che non c’è Coconino-Beccogiallo-Rizzoli-Panini-Bonelli-Aurea-Tunué-Renoir-Gipi-Fior-Petrucci-Roca-Caluri-Pagani che gli stia alla pari, e che dovrebbe vincere tutti i premi da qui all’autunno prossimo. Lucca, Napoli, Roma. Tutti. E che se non lo farà allora le giurie dovrebbero mettersi seriamente una mano sulla coscienza.
Potrei dirvi molte cose, ma dico solo questo: prendete 15 euri e compratelo. Leggetevelo. E se la pagina finale non vi commuoverà (ma commuovervi davvero, non la lacrimuccia. Quella commozione che vi prende e vi lascia senza parole) allora dovete andare da uno bravo, ma bravo davvero, perché al posto del cuore avete un pozzo.
PS. Per i simpatici che si divertono a prendere i miei editoriali, storpiarli, pubblicarli in qualche forum e riderci sopra come degli imbecilli, continuate pure. Non posso essere certo io ad impedire alle scimmie di berciare per farsi notare.