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L'Editoriale » La Quadratura del Cerchio di Pic Nic, ovvero “Abbiamo risolto, baby!”
di Alessandro Bottero
Napoli comicon 2010. Alla mostra di Oltremare c’è un mega stand della Fornarina. Ok, c’è sempre, quindi non è nulla di particolarmente nuovo. Nella “sacca stampa” trovo una scatola quadrata. Non ci bado molto. Ritorno a casa, e dopo qualche giorno do’ un occhiata più approfondita delle cose raccolte a Napoli Comicon. Mi ritrovo tra le mani la scatola, che credevo essere solo di Fornarina, e mi accorgo che dentro ci sono tre albi. Bella gente, bei nomi, il gotha del fumetto alla “XL”, grafica molto pucciosa, e tutto essenzialmente Kawaii. Pubblicità Fornarina come se piovesse, e il tutto si ferma lì. Lo conservo? Lo butto? Massì dai, è carino. Insomma ce l’ho ancora da qualche parte nello studio.
Fine giugno 2010. Scopro che Pic Nic (questo è il nome della scatola-rivista di cui si parlava) è la risposta alla crisi.
Il gruppo dei Super Amici ha ideato questa rivista. Anzi, chiedo perdono, con questo “Progetto Editoriale”, sono andati da un’agenzia di comunicazione, l’agenzia ha detto “oppebacco, che cosa Kawaii. Quanto vi serve per pubblicarla?”, e una volta saputo quanto serviva hanno trovato chi ha messo i soldi (ossia Fornarina).
Pic Nic uscirà ancora ad ottobre 2010 (presumo per Romics), e poi sarà bimestrale (parole di Ratigher, sul blog di roberto Recchioni: “Il numero 2 di Pic Nic uscirà ad ottobre, da ottobre in poi assume cadenza Bimestrale”). Pic Nic è stampato in 20.000 copie, e distribuito GRATUITAMENTE a Milano, Roma, Bologna, in alcuni punti precisi, di cui vi do’ l’elenco:
ROMA
mondo bizzarro - via reggio emilia 32 c/d
teatro palladium - piazza bartolomeo romano 8
opificio Telecom Italia - via dei magazzini generali 20/a
allucinazione - via g. p. da palestrina 61/a
snob/zero - vicolo del cedro, 10
xister – vicolo della frusta 8/9
BOLOGNA
libreria coop ambasciatori - via degli orefici 19
betty&books - via rialto 23/a
modo infoshop - via mascarella 24/b
galleria ram hotel - via san valentino 1/f
MILANO
Radio - via pestalozzi 4
Libreria Mazzotta - Foro Bonaparte 50
Parrebbe che questo possa essere la panacea. I soldi per REALIZZARE l’albo, e PAGARE gli autori te li rimedia l’agenzia di comunicazine, che coinvolge degli SPONSOR.
Faccio un esempio: una pagina tra testi e disegni costa chessò….200 euro? E servono 32.000 euro per pagare IL GIUSTO gli autori 200 X 160) ? Allora l’agenzia si mette a cercare soldi per 32.000 euro, minimo.
E gli autori sono pagati, e la tipografia la pagano gli sponsor, e così via.
Ok? Tutto perfetto, no?
Però ci sono alcune cose che mi lasciano perplesso, e siccome i lettori di Fumetto d’Autore sanno che io sono uno che non riesce a stare zitto, ecco le mie perplessità:
1 – Gli Sponsor coprono i costi di Pic Nic, e Pic Nic esce solo quando i costi sono coperti (cosa detta da Recchioni, e cosa che in teoria contrasta con quanto detto da Ratigher). E se io scrivo una storia che da fastidio agli Sponsor che pagano il numero dove dovrei apparire? E se per CERTI sponsor, certi temi sarebbe meglio non affrontarli? Come si fa? Una storia sullo sfruttamento del lavoro minorile da parte delle multinazionali potrebbe apparire su un numero di Pic Nic sponsorizzato da Nike, Adidas, Coca Cola, e così via?
2 – Gli Sponsor intervengono nella definizione dei contenuti? O si limitano a cacciare i soldi e zitti?
3 – Pic Nic è una rivista? E allora una volta che esce il numero 2, il numero 1 che fine fa? Esistono arretrati? Come me li procuro?
4 – Andiamo più nel farci i fatti degli altri. Qui ci si stanno sfrangiando i cocomeri, dicendo che gli autori vanno pagati. Perfetto. Questa rivista pare essere totalmente pagata dalla pubblicità. Perfetto. Allora io sono MOLTO curioso di sapere, in questa situazione perfetta, dove tutti vincono, e dove nessuno ci rimette, QUANTO prende un autore. Lo chiedo perché il “Caso Pic Nic” pare essere perfetto per poter stabilire una volta per tutte quanto possa essere una tariffa equa, una volta che ci si svincoli da preoccupazioni contingenti che limitino la capacità di pagare il giusto agli autori. E a chi risponde “sono fatti privati tra autore e committente”, rispondo “una ceppa! Il discorso delle tariffe BASSE agli autori di fumetti è ormai di dominio pubblico, e quindi porre domande pubbliche sulle tariffe erogate in situazioni “felici” è un diritto/dovere della stampa”. A Fumetto d’Autore non interessa sapere quanto prende Tuono Pettinato per lavorare su Pic Nic. A Fumetto d’autore interessa sapere quanto paga Pic Nic, gli autori coinvolti. Apparentemente sembra la stessa cosa. In realtà sono due cose diverse.
5 – In una situazione (biennio 2008-2009) dove le entrate della pubblicità nel settore editoriale sono calate mediamente del 20%, e dove TUTTE le realtà editoriali hanno denunciato grossi cali di entrate legate alla pubblicità, è sensato legare le fortune di un progetto solo ed esclusivamente alla raccolta di pubblicità? Detto in parole più terra terra: qui la pubblicità inizia a latitare, cari miei. Siamo sicuri sicuri che in Italia ci siano tutte queste aziende, che ogni due mesi scuciono quei 20.000 euri (cifra che ad occhio e croce secondo me, serve per realizzare Pic Nic) con il sorriso sulle labbra, perché Pic Nic è figosa?
6 – C’è un “controllo previo” sugli sponsor, o chiunque va bene, purché cacci i soldi? Anche le Banche che speculano col traffico delle armi (e ce ne sono...)? Anche le “fondazioni poitiche”? Il fine (avere i soldi per pubblicare Pic Nic), giustifica i mezzi (rimediare Sponsor, purché scucino soldi)?
7 – Ok, tutto perfetto. Pic Nic parte e andrà a gonfie vele. Ma quanti prodotti del genere può sostenere il mondo del fumetto (parlare di mercato ormai è improprio, visto che è gratis)? Ed oltretutto, nel medio-lungo periodo un prodotto come Pic Nic non abitua il lettore ad avere “tutto gratis”, per cui quando si troverà di fronte un volume che dovrà pagare, la reazione sarà “E perché dovrei cacciare i soldi per questo fumetto, quando Pic Nic è figoso, ed è gratis?”
Se la cultura “Contenuti Gratis, e non caccio un euro”, è sbagliata per internet, per i film, per i videogiochi, per la musica, ed anzi sempre più ci si sta orientando verso un modello “contenuti a pagamento”, perché questa stessa teoria commerciale dovrebbe essere vincente con i fumetti? Sono disposto a scommettere che la prossima volta che qualche piccolo editore proporrà un volume di 160 pagine a 15 euro, qualche imbecille dirà “15 euro????? Ma come? Pic Nic è gratis!!! E dillo che ci stai a provà, sporco editore avido e stronzo!”
Chiudiamo. Il futuro del fumetto è avere gli sponsor che ti coprano le spese. Perfetto. Ho solo un dubbio: chi comanda? Chi mette i contenuti o chi mette i soldi? Risolvetemelo, e allora anche io quadrerò il cerchio. Se invece la risposta è quella che credo, il mio pensiero è sempre lo stesso: meglio soli, che male accompagnati.
PS. Non credo che troverò mai un fumetto che attacchi Fornarina (o un’azienda simile) su Pic Nic.
Dite che sono troppo cinico?