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L'Editoriale » Romics, decima edizione, si aprono i giochi
di Alessandro Bottero
Inizia oggi (30 settembre 2010) la decima edizione di Romics. Che dire? La stagione fieristica è iniziata, e in attesa del fuochi di artificio e delle vendite copiose che tutti si auspicano per Lucca, Romics è ormai tradizionalmente una tappa intermedia. Ottima presenza di pubblico –potendo contare sul bacino di utenza cittadino più grande d’Italia, è bene ricordarlo- ma una presenza in tono ridotto da parte degli editori medio piccoli, a volte –lasciatemelo dire- frenati dai prezzi elevati degli stand. La presenza degli autori è di buon livello, e tra i tanti lasciatemi salutare Laura Scarpa, una delle persone che sta facendo di più per sostenere il Fumetto inteso come giusto mix tra autorialità e popolarità (se mi perdonate questi termini da denuncia…). Ora, il discorso è…che si aspetta uno da una manifestazione come Romics, che ha nel suo DNA – e credo anche che questo sia accaduto naturalmente, e non per volontà degli organizzatori- l’essere più momento passato tutti insieme, che non vado a vedere l’autore del fumetto che mi piace? Dicendo questo voglio dire che a Romics si respira un’atmosfera diversa da Lucca, da Napoli, o da Narni, e quindi paragonare Romics con le altre manifestazioni è miope. A Romics ci vengono i romani. Ci vengono quelle 60.000, anche 80.000 persone, che rispetto ai 4 milioni di abitanti sono solo una minima parte. Vogliamo dire che a Roma, e solo a Roma (escludendo quindi tutti quelli che vengono da fuori), ci siano almeno un milione e mezzo di persone potenzialmente interessate a Romics? Anche in questo caso 70.000 su un milione e mezzo è una parte minima. È quindi, intendo, un pubblico di persone che viene a Romics per passare un momento assieme, eventualmente anche vivendo il suo modo peculiare di esibire se stessi con il Cosplay.
Ecco, l’ho detto. Il Cosplay. Sono sicuro che da lunedì ricominceranno le solite discussioni sul fatto che il Cosplay non dovrebbe essere ammessi, che Romics era troppo piena di Cosplay, che i Cosplayer danno fastidio, che spingono, che se ci sono i Cosplayer i mass media continuano a pensare che il fumetto sia una roba per bambini…insomma tutte le solite idiozie, che sento ciclicamente dopo Napoli Comicon, dopo Romics, e dopo Lucca Comics. Tutte le volte. Sempre gli stessi discorsi. Sempre.
Beh, io spero che Romics sia PIENA di Cosplay, perché a me fa piacere quando qualcuno si mette in gioco, vivendo la propria passione. Io spero che non manchino mai persone così appassionate di un qualcosa, da essere disposte a perdere la faccia, per vestirsi in quel modo che per qualcuno può essere ridicolo, ma sai che c’è? Chi se ne frega!
C’è una bella differenza tra serietà e seriosità, e mentre il fumetto è una cosa seria, molto seria, meravigliosamente seria, fin troppe persone che gravitano attorno al fumetto, siano essere addetti ai lavori, o lettori puri e semplici, sono dei seriorissimi scassa palle, incapaci di sorridere assieme a chi esprime se stesso.
Come Fumetto d’Autore saremo a Romics, e cercheremo di osservare tutto quello che succede, con occhio attento e spietato.
PS speciale per Matteo Stefanelli: A fare battute sono bravi tutti. Poi ogni tanto qualcuno riesce anche ad essere divertente. Riprovaci.