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L'Editoriale » Sito o non sito, questo è il problema
di Alessandro Bottero
[11/01/2010] » Recentemente (il 6 gennaio) Roberto Recchioni sul suo Blog ha gettato un macigno in una pozzanghera, scrivendo un pezzo nudo, crudo, diretto e sincero (dal suo punto di vista) sullo stato di alcuni siti dedicati ai fumetti, presenti nel mondo online italiano.
Recchioni parla anche di Fumetto d’Autore, e devo dire che tutto sommato, essendomi letto con attenzione il pezzo, gli unici due siti che escono in modo positivo dall’analisi sono Fumetto d’Autore, e Fumetti di Carta. Sugli altri i giudizi sono molto più severi, a parte MangaForever, a cui vengono riconosciuti dei punti a favore.
Ma non è di questo che voglio parlare. Sui giudizi personali di Recchioni riguardo questo o quel sito, non entro. Sono pareri, come è giusto che sia, personali. Concordo in molte cose che dice, dissento su altre, ma è normale.
Il punto è che getta un “macigno in una pozzanghera”. Mi spiego? Macigno (cosa graaaaande), in una pozzanghera (cosa piccola). Afferrata la similitudine?
Un po’ di storia, perché la storia è importante, e purtroppo ormai la capacità di memoria storica in genere è pari a quella di un criceto che non si ricorda cosa ha fatto lunedì scorso.
Mantova Comics and Games 2007, l’edizione dove c’era Bendis ospite d'onore, tanto per capirci. In quell'edizione ci fu un Incontro sullo stato della critica a fumetti online. Capito? Due anni fa. Non ieri. Due anni fa. Tanto per capire che di queste cose (di queste STESSE cose) si parla da anni. Ok. Chi c’era? Comicus, Lo Spazio Bianco, Fumetti di Carta, De:Code…insomma i soliti. Fumetto d’Autore non c’era perché non eravamo ancoranati, e poi forse chissà se ci avrebbero invitati…vabbé, sono il solito polemico.
Bella discussione a Mantova 2007: la passione, gli aggiornamenti, le notizie, e la solita FUFFA che si usa in queste occasioni, per farsi belli davanti agli altri. Come tra i pescatori, sapete? “il mio sito ha più contatti del tuo, cicca cicca cicca!”.
Peccato che poi il sito del Fantacalcio abbia milioni di contatti al giorno.
A un certo punto GIORGIO MESSINA, ossia il male incarnato, il fascista che tutte le persone probe, serie, e da rispettare nel mondo del fumetto italiano devono giocoforza schifare se vogliono lavorare in qualche altra casa editrice, dice che “il problema è anche la mancanza di professionalità. Se i siti a fumetti vogliono giocare a fare le testate giornalistiche, allora dovrebbero rispettare le regole e le leggi che si seguono per le testate giornalistiche”. Apriti cielo. Ricordo perfettamente (perché c’ero, quindi NESSUNO può venirmi a dire che dico balle), che Giorgio è stato perculato e trattato come uno scassapalle, dai rappresentanti dei vari siti. In particolare da quello dello Spazio Bianco e da quello di Comicus. “è un falso problema. Non serve a niente. Che significa???”. E vai così. Isolato lo scassapalle, seguirono tante leccate amichevoli tra “noialtri” e la discussione finì lì.
Che voglio dire con questo aneddoto? Che di queste cose se ne parla da anni, e da anni se ne parla in modo ridicolo.
E arriviamo a oggi. Recchioni dice che i siti di fumetti sono in coma. Verissimo. Sono in coma, perché al 99% servono solo a far trovare un posto di lavoro a chi ci lavora. Se Lo Spazio Bianco ogni mese deve curare una sezione su Anteprima (pagataa?) ,è ovvio che le energie dei singoli, che sono limitate, si rivolgeranno in primis al lavoro di prestigio o a quello pagato, e non a quello non pagato. Se tramite il sito di Comicus si spera di poter trovare un posto di lavoro, come è successo ad alcuni, è ovvio che poi un redattore del sito stesso dica “Lucca è stata bellissima, perché ho presentato un progetto a molti editori e spero di avere qualche risposta.”. Intendiamoci, è del tutto lecito. Mark Waid ha iniziato a lavorare, perché faceva il redattore per la fanzine Amazing Heroes e intervistava autori e supervisori. Io non ho nulla contro chi usa un sito per cercare un posto di lavoro. Anzi, spero ed auguro a tutti di riuscire a trovare di che mantenersi, facendo quello che desiderano. Ma almeno siamo sinceri. Non si fa un sito sui fumetti per farsi conoscere dagli addetti ai lavori, si inventa un modo intelligente per stabilire contatti che possono aiutare nella ricerca di un posto di lavoro. È come i disegnatori che mettono su un blog o un sito per farsi conoscere. Nulla di male. Ma è autopromozione. Non critica.
Poi si dice “Ehhhhhhhh, ma gli ammaricani o i francesi……ehhhcazzo, quelli SI’ che sanno fare i siti, mica pizza e fichi!”. Ora, ma voi che siti vedete? Se per voi una intervista su un nuovo progetto, e magari un litigio tra Alan Moore ed Ethan Van Scriver basta a dire “Ohmmmmadonna che sito strafico!”, allora non avete dei problemi. Avete dei problemi seri.
A parte i francesi, che avendo perso la finale del 2006 e da allora per legge naturale non possono fare niente meglio di noi, ma che i siti americani sono siti di CRITICA? Sono siti che aiutano a penetrare meglio nel mondo del fumetto? Ovvio che nello sterminato oceano di Internet qualche sito AMERICANO, interessante ci sarà. È la legge dei grandi numeri. Ma allora ce ne sta anche qualcuno italiano.
Il discorso è che i siti di fumetti americani sono strapieni di pubblicità, frescacce inutili, e tutte quelle cosette che abbacinano gli occhi dei nerd, e in realtà sono FUFFA. Ho detto fuffa? Lo ripeto FUFFA!
È come chi dice “Transformers? CAZZOCHECAPOLAVORO!!!!!”. Tu hai dei problemi. Ma grossi. “Capolavoro” èdiverso da “Film che mi diverte e mi fa passare un paio di ore serene”, ok Joe?
Allora la differenza tra i GROSSI siti americani e i PICCOLI siti italiani, non è qualitativa. È meramente quantitativa. E meramente visto il fatto che le case editrici spendono un po’ di budget nella promozione via internet, a motivo del fatto che i NUMERI che spostano i siti americani sono diversi da quelli dei siti italiani. Numeri alti = possibilità maggiori di intercettare cliccaggi sui banner = possibilità maggiori di dare un senso all’investimento pubblicitario
Vi va bene questo schema?
Siti americani (non tutti, alcuni) => cliccaggi alti (per la legge dei grandi numeri, visto che primo sono di più, secondo ci vanno persone anche da altri paesi) => case editrici che si dicono “Per la peppa e la peppina. E qui internet è una ficata!”.
Invece le case editrici italiana (parlo di quelle che i soldi ce li hanno) non cacciano un euro che è uno. E perché? Perché i numero sono BASSI.
Italia? Siti dedicati ai fumetti => cliccaggi bassi (perché “alto” significa MILIONI di cliccaggi. Non mille o duemila al giorno) => “e che devo pure spendere per investire in promozione nei siti?”.
E perché cliccaggi bassi?
1- perché siamo MENO degli americani. Perché l’italiano lo parlano in MENO persone. Perché un sito in lingua inglese lo visitano anche dalla Slovacchia, mentre un sito in lingua italiana lo visitano SOLO gli italiani.
2 – perché non ci sono polemiche. Perché, visto che in realtà i siti sono mezzi per cercare lavoro, nessuno si inimica nessun’altro. Tranne quelli che non possono offrire lavori, che quindi vengono mazzolati di santa ragione, quando serve.
3 – perché non ci sono inchieste serie, che rompono le scatole agli editori, agli autori, ai distributori e ai negozianti. L’italiano è strano. ADORA i programmi e i libri che svelano le magagne di tutti, ma quando arriva a parlare di fumetti “Eh no. Ma questo non interessa”. Vedi punto due.
4 – perché nei siti a fumetti (almeno quelli più fighetti, che vorrebbero essere i top) è totalmente assente la MEMORIA STORICA. Il fumetto nasce oggi. Già dieci anni fa non esiste più. Perché? Perché “non interessa”. Ora, io a chi dice “ma questo ai lettori non interessa”; darei una badilata in bocca. Ma che ne sai che ai lettori non interessa? Ad ALCUNI lettori non interessa, ad ALTRI interesserà. Diciamo piuttosto che il vero motivo per cui molti dicono “no, è inutile parlare di questo” è “Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando, e non conosco minimamente quest’autore/opera/personaggio/casa editrice”. E invece, se ben fatti, articoli di MEMORIA STORICA sul fumetto, sarebbe sicuramente graditi. Solo che spesso manca, non dalla parte dei lettori, la competenza per parlare di cosa sia successo nel mondo del fumetto al di là di tre mesi fa.
Soluzioni?
Un super-sito che raccolga il meglio del meglio? E chi lo governerebbe? E davvero pensiamo che nel mondo piccino (la pozzanghera) dei siti dedicati ai fumetti, si sia capaci di andare al di là dei personalismi? Delle piccinerie? Ricordatevi l'aneddotot di Mantova 2007.
Un investitore che finanzi una redazione stabile, che si dedichi solo a questo? Ora, io sarei il primo ad essere felice se ciò accadesse, ma già mio figlio a difficoltà a credere più in Babbo Natale, ed ha 10 anni.
Un sito che si autofinanzi, sul modello americano? Magari. Ma servono milioni di cliccaggi al mese. E a questo punto si deve pensare a un prodotto assolutamente orientato al mass market.
E in Italia, ad esempio, il mass Market non sono i fumetti di super eroi, e al limite nemmeno i manga. In Italia il mass market è Bonelli. Punto. Tex potrà far accapponare la pelle ai fighetti che frequentano i siti, ma vende dieci volte (e anche di più) più di un albo a fumetti di Secret Invasion.
Tex vende uno sfracello di copie più di Caravan, e John Doe, e Greystorm, e fighetteria varia. No due o tre. Uno SFRACELLO. Quello è il Mass Market. Se vuoi fare numeri con Internet devi riflettere ANCHE su questo. Sennò fai un bel sito (forse), di nicchia.
Soluzioni? Non ne ho.
Questo è un editoriale, non un saggio accademico, o una proposta di legge. Io so come dovrebbe essere un sito, e conosco la distanza tra volere qualcosa e potere fare qualcosa con le forze che hai a disposizione. Fumetto d’Autore è solo al 30% o al 40% del suo potenziale.
Ci vorrebbero più interviste. Più articoli di critica. Ci vorrebbero delle inchieste che diano fastidio.
Ci vorrebbero più voci, più penne. Più articoli diversi da quelli degli altri siti. Li vuoi fare te che stai leggendo?
Falli. Qui la porta è sempre aperta.
PS. Una cosa però voglio dire a Recchioni, perché la storia non la si può riscrivere.
Dire che Fumetto d’Autore è un “ghetto” dove VOLONTARIAMENTE io e Giorgio Messina ci saremmo rinchiusi, perché irritati e rancorosi contro gli “altri”, è una cosa falsa.
Così come fare paragoni con Hammamet (e allora chi sarebbe Craxi?), come per dire “vi siete AUTO esiliati”, è sbagliato.
E se vogliamo questo risponde anche a un appunto fatto a Fumetti di Carta (per quel che mi riguarda).
Il fatto è che sia io, che Giorgio Messina, siamo stati bannati a vita dal forum di Comicus, e da quello dell’AFUI, senza alcun motivo plausibile (secondo il mio convincimento)
Quindi non è che uno se ne sia andato via di sua spontanea volontà, o che non comunichi più gli aggiornamenti di un sito perché ha “deciso di non essere presente”. No. Qui si impedisce di essere presenti. E ovviamente se non sei presente non puoi certo dire che un sito è aggiornato (o che esce un tuo fumetto, ma questo è un altro discorso). È un po’ diverso, ne converrete.. E allora non si deve dire “ti sei rinchiuso in un ghetto”. No. Il discorso è “Ho dato vita a un altro spazio dove garantire il diritto di parola, visto che altrove me lo negano”.
Oltretutto, guarda un po’, se uno si andasse a vedere i numeri, si renderebbe conto che prendendo in esame le recensioni/segnalazioni/notizie/ su Fumetto d’Autore si parla di tutti, e di tutti si parla molto ma molto di PIU’ che di Bottero e Cagliostro. Quindi, che significa ghetto?