- Categoria: Editoriali
- Scritto da Alessandro Bottero
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L'Editoriale - Dopo Lucca 2018 #01: Osservazioni Generali
di Alessandro Bottero
Cinque giorni di delirio. Credo che secoli fa gli aspiranti Medicine Men delle varie tribù sparse in giro per il mondo si radunassero ogni anno per cinque giorni in grandi tendoni sparsi in altopiani per il rito iniziatico della “Lukkha”. Qui per cinque giorni i coraggiosi si bombavano di allegri funghetti, con effetti colorati e – a volte – imbarazzanti per le future carriere. Bene. Tutto ciò non è nulla a paragone della condizione dei reduci delle Lucca Comics & Games del XXI° secolo. Cinque giorni che fanno sembrare la Sindrome di Stendhal un banale mal di testa. Tanti fumetti, tanti eventi, tante cose. Troppe.
Presentazioni, incontri, conferenze, proiezioni, Press Café, biliardini, dibattiti, corse da un padiglione latitudine 43° 51' N’ fino a uno a latitudine 43° 52' N’ in meno di dieci minuti sennò l’appuntamento salta, e soprattutto il terrificante fenomeno del Firmacopie. Ora io vorrei sapere chi ha inventato questo neologismo. Sentire una voce nei padiglioni che rimbomba “Alle ore XXX l’autore Ciccio è presente per il Firmacopie allo Stand Cuccurucù” equivale all’effetto di un calcio nei coglioni da parte di Godzilla. Ma cosa vi ha fatto l’Italiano? Firmacopie è una parola contronatura, e chi l’ha coniata dovrebbe essere sventrato vivo e poi impiccato con le sue stesse viscere. Si dice “L’autore XX FIRMA COPIE dei suoi lavori allo stand Cuccurucù”. DUE parole, “Firma” (verbo) e “copie” (oggetto). Non “Firmacopie”, parola che non esiste, e che può essere venuta in mente solo ad un addetto stampa in astinenza da crack.
Ma non divaghiamo. Lucca 2018 è stata tanta. Debordante. Straripante. Tante cose sulle mura, tante cose nel padiglione Games, tante cose nei padiglioni editori (Napoleone, Giglio, Star, Bonelli, Panini, e altri), tante mostre, tante cose nel Japan Town.
Oltre 250.000 presenti nei 5 giorni. E ancora una volta il miracolo Lucca si è avverato. Nessun incidente di rilievo. Nessun attentato, nessuna rissa, nessuna delle catastrofi che quasi bramosamente ci si aspetta accadono sempre quando si radunano folle del genere. E non perché ci fossero poliziotti, paracadutisti, marò, corpi speciali o altro vistosamente in giro. Oddio, certo, non siamo mica scemi. È OVVIO che le forze dell’ordine ci fossero, e facessero il loro lavoro. Ma non si vedevano. E la cosa depone totalmente a loro favore.
Multe alle macchine, ovvio, ma questo va messo in conto. Se arrivi a Lucca in quei giorni con la macchina sperando di parcheggiare davanti ai padiglioni, chiudere la macchina e entrare tutto trullero i casi sono due: o è la prima volta in vita tua che ci vieni, e allora potevi informarti; o sai benissimo come stiano le cose e allora la multa ci sta tutta.
Se in una città di circa 90.000 abitanti, con una struttura posti macchina tarata per tot macchine, ogni giorno arrivano almeno 30.000 vetture in più…. Amico mio, è una roulette russa. E se tocca a te, stacci.
Prezzi del cibo? Rapinosi come sempre, ma anche questo se lo sai ti difendi.
Bagni chimici? Sufficienti e ben disposti in giro per la città. Non è il massimo della vita, ma l’alternativa è sempre pagare un euro e dieci per un caffè e sfruttare i bar. Piccoli trucchi da esperto “Fiera-man”.
Per la terza volta consecutiva non sono riuscito nemmeno ad avvicinarmi al Japan Town, perché le cose da fare erano troppe e questo mi spiace. Da quel che sento Japan Town è cresciuto in modo molto interessante in questo triennio, e meriterebbe una visita approfondita.
Una cosa che mi sento di poter dire dopo cinque giorni di lavoro a tappeto sul campo è che per l’acquisto di gadgettistica Lucca NON è il posto migliore. Sinceramente Romics è meglio. Prendiamo ad esempio il caso dei Funko Pop, il nuovo oggetto di culto. A Lucca il prezzo base per i Pop normali era 15 euro. Solo uno stand (Raven, a Lucca Games) li metteva a 10, e Ultimo Avamposto, sulle Mura, ne aveva alcuni a 12. Ma sia sulle mura che a Lucca Games o nei padiglioni per negozi molti invece li vendevano a 17. A Romics il prezzo base è sempre 15, ma molti più stand fanno prezzi tra 10 e 12 euri, e oltretutto gli ultimi due giorni i prezzi scendono. Cosa che a Lucca invece non succede. A Lucca poi ci sono, come anche in altre fiere, differenze notevoli di prezzo per uno stesso prodotto, tra i vari stand. Il Pop di Sauron, linea Lord of the Rings, nel padiglione Games veniva venduto a 17 euro. Allo stand Manicomix invece, padiglione Napoleone, a 15. Idem per altri esemplari. Il caso più strano però è il pop di Cthulhu. In occasione di Lucca 2018 la Funko nel suo padiglione ufficiale vendeva una Lucca 2018 special edition di Cthulhu dal costo di 20 euro. Nel padiglione Games il Pop di Cthulhu normale, quindi NON speciale, uno stand lo vendeva a 19.90. Perché? Lo stesso Pop di Cthulhu a Romics costava 15 euro.
Anche la ricerca di fumetti usati da molti più frutti in altre manifestazioni che non a Lucca, e soprattutto a prezzi minori, ovviamente a meno di non uscire dai padiglioni e andare nei luoghi extra-manifestazione conosciuti dalle vecchie volpi, come le bancarelle tra Piazza Napoleone e Piazza del Giglio, dove i prezzi sono più abbordabili.
Conclusione generale: Una manifestazione intensa, con una logistica che ha retto l’impatto del pubblico in crescita e anche del maltempo che un po’ ha dato fastidio. Molte novità interessanti per libri, fumetti e giochi. Ma di queste parleremo nelle prossime puntate.