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L'Editoriale » E adesso…FULLCOMICS!
di Alessandro Bottero
[23/02/2010] » Dal 5 al 7 marzo 2010 Fumetto d’Autore si trasferirà armi e bagagli a Fullcomics, per la sesta edizione del festival del fumetto, che quest’anno si terrà a Sarzana, cittadina ligure già famosa per il Festival della Mente. Fullcomics è una delle manifestazioni a fumetti italiane migliori, ottimamente organizzata e sempre interessante come proposte. Ma questo editoriale non è solo un annuncio, o una news. L’occasione di Fullcomics invita a riflettere sul fenomeno “manifestazioni a fumetti”. In Italia ormai ce ne sono decine, e non tutte hanno una motivazione al loro esistere (almeno come mia idea…). Ci sarebbe molto di cui parlare, ma limitiamoci ad alcuni spunti. Chi o cosa è l’elemento indispensabile di una manifestazione a fumetti, almeno così come si presentano in Italia oggigiorno? Facile: gli espositori. Non è vero che siano gli autori. Né sono le mostre. Sono gli espositori, ossia coloro che acquistano degli spazi di esposizione/vendita, e che pagano gli organizzatori. Perché questo? Perché le manifestazioni a fumetti devono produrre utili, per finanziarsi. Molto semplice. Non sto dicendo che sia giusto, o che sia quello che farei io. Dico solo che è così che succede oggi, a meno di manifestazioni dove i comuni intervengono direttamente con fondi. Chi organizza una manifestazione, e non ha fondi o aiuti comunali, al di là di un patrocinio gratuito che si dà a tutti, lo fa per guadagnarci, e diffidate da chi dice il contrario, o chi dice che non ci guadagna. Se non ci guadagnasse, non l’organizzerebbe, o al massimo dopo la prima edizione avrebbe smesso.
È quindi il guadagno la molla di quasi tutti gli organizzatori di quasi tutte le manifestazioni. E il guadagno da dove arriva? Da due elementi: biglietti e stand. Pochissime manifestazioni prevedono un ingresso gratuito, ossia senza un biglietto da pagare per i visitatori, e il giro di soldi è ampio. Una media di visitatori di 6.000 presenze (ossia i numeri di una piccola manifestazione), fanno sempre un giro di affari considerevole, se si moltiplica 6.000 per il prezzo del biglietto, e poi si aggiungono i ricavi della vendita degli stand.
Ecco quindi che senza espositori le manifestazioni non possono esistere. E già qui sarebbe da esaminare manifestazione per manifestazione, come vengano trattati gli espositori, quanta cortesia ci sia, quanta burocrazia si accumuli, quanto possa essere difficile o facile riuscire a parlare con qualcuno per risolvere eventuali problemi.
Ma se diciamo “espositori” diciamo una cosa che in realtà è composita. Ci sono i negozianti; gli stand di pura rappresentanza; gli editori; le fanzine; gli stand dei singoli artisti; gli stand non propriamente di fumetti, ma di tutto quello che è “collaterale” tipo videogiochi, animazione, cinema/TV, cosplay.
A mio modo di vedere, spesso, chi viene penalizzato nella presenza alle manifestazioni sono gli editori. E non tutti, ma quelli piccoli che spesso, invece, portano più novità e più autori alle manifestazioni, di editori più “blasonati”, ma anche più indifferenti.
Ad esempio: perché fare storie se un piccolo editore porta molte novità, e quindi ha (in un certo senso) la necessità di avere i suoi autori? Perché fare storie per dare tutti i pass che servono? Si ha forse paura che qualcuno “entri di straforo”? E con bilanci di svariate decine di migliaia di euro, quando per il disegnatore XX paghi centinaia di euro di albergo, ti metti a fare il pidocchioso per due passi in più?
Ancora: se si vuole facilitare la presenza dei piccoli editori, non è giusto che il prezzo degli stand sia identico per editori grandi, ed editori piccoli. Voi mi direte “ma le regole devono valere per tutti!”. Sbagliato. O meglio, la frase letteralmente è anche giusta. Peccato che poi nella pratica questo si risolva in una “uguaglianza legalista”, che nei fatti svantaggia i piccoli. Se si vuole aiutare il mondo del fumetto, evitando una massificazione, allora chi organizza manifestazioni a fumetti e si dichiara amante del fumetto, dovrebbe far sì che il maggior numero possibile di editori possa partecipare. Non di negozianti, o di altri. Se ami il fumetto, e vuoi che il sistema fumetto cresca e resista, allora devi favorire in tutti i modi gli editori. Altrimenti, senza editori, gli autori non sapranno chi gli pubblicherà i lavori, e i negozianti si ritroveranno con pochi prodotti, massificati in nome del profitto immediato. I piccoli editori vengono favoriti da chi organizza manifestazioni a fumetti? C’è un occhio di riguardo? C’è una attenzione a situazioni oggettivamente diverse da quelle delle grandi case editrici, con più mezzi a disposizione? Non mi pare. Anzi, spesso sono proprio le grandi case editrici che non pagano gli stand, perché “Ma io ti faccio pubblicità sui miei albi, quindi o mi fai pagare lo stand poco, o io non vengo”. E chi avrebbe il coraggio di dire “grazie per la pubblicità, ma tu puoi permetterti di pagare il prezzo pieno.”? Quindi il grande viene trattato con i guanti, e il debole paga.
SI è parlato poco di Fullcomics, ma restate sintonizzati e scoprirete un mucchio di cose.