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L'Editoriale » Ancora su Fullcomics, ovvero a volte te le tirano fuori a forza….
[12/03/2010] » Questo periodo è ricco di manifestazioni dedicate al fumetto (Mantova Comics, Fullcomics, BilBolBul, Fumetterni, Cartoomics Milano), e ci sarebbe tanto da dire, ma proprio tanto. Poi però ci si concentra ossessivamente solo su Fullcomics, vivisezionandola e sciorinando tutta la verve dialettico-retorica, per darne un ritratto molto più negativo di come sia stato in realtà. Addirittura una foto viene assurta ad Icona (la “forza iconica”, e scusate se rido…) di come siano andate le cose, mentre le parole di chi c’era ed esprime un parere diverso dalla maggioranza diventano “sciocche parole”. Vero, Guglielmo Nigro, alias Harry Dice?
Le mie sono solo “sciocche parole”, contro la “forza iconica” di una foto? Peccato che di foto su Fullcomics 2010, ne siano state diffuse molte, anche qui su Fumetto d’Autore, e tutta questa grande “forza iconica” in quelle a cui invece si riferisce "Harry Dice" la vedo poco. Ma si sa… io dico solo “sciocche parole”.
Mi spiace poi, e non ho alcun problema a dirlo, che per esprimere una valutazione su Fullcomics 2010, Michele Ginevra nel suo blog usi delle foto dell’edizione 2009, foto prese in un altro contesto e in tutt’altra condizioni. Che c’entrano? Ho visto corridoi vuoti e sale per incontri deserte dappertutto. A Lucca, a Romics, a Torino, ovunque e in diverse edizioni. Perché adesso solo le sale vuote di Fullcomics vengono esposte in questo modo? E oltretutto le sale vuote di un anno fa, a Piacenza? Che senso ha? Aggiunge qualcosa al discorso? No. O meglio, sempre per la “forza iconica”, il messaggio che si vuole lanciare è forse “Fullcomics = sale e corridoi sempre vuoti”? Espositori state attenti che Fullcomics equivale al vuoto? No perché se ogni messaggio ha un senso, magari espresso anche involontariamente, allora è il caso di capire che messaggio si voglia lanciare. Comunque in base ai dati SIAE di cui siamo venuti a conoscenza, a Fullcomics 2009 sono passati 6.000 visitatori. Ossia quanti sono stati a Mantova comics 2010, e più di quanti ne andarono ad altre manifestazioni più “simpatiche”.
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Si è accusato Fullcomics di essere autorefenziale.
Dice Michele Ginevra “Un pezzetto di mondo del fumetto si è autorappresentato. Non è andato più in là di questo. Forse il progetto è debole.”
Dice Samuel Daveti “Full Comics soffre troppo di autoreferenzialità.”
Ma autoreferenziali di che? Se l’italiano ha ancora un senso “autoreferenziali” significa che ogni discorso è riferito solo a se stessi, e che ogni discorso viene ricondotto, dalla persona, a se stessa, come centro dell’universo concettuale.
Esempio di discorso autoreferenziale:
“Passo a trovarti.”
“Veramente avrei da fare”
“Ma sto qui vicino. Ci metto solo un attimo”
Ossia il referente ultimo che decide la realtà sono io. Siccome IO ci metto un attimo a venirti a trovare, il tuo impegno non conta. Per me conta solo che IO possa venirti a trovare.
Questa è l’autorefenzialità. Ora, mi spiegate dove, e in che modo, Fullcomics sia stato autorefenziale? O meglio, se Fullcomics è stato autorefenziale, allora il 99% delle mostre mercato è autorefenziale, perché le metodiche di svolgimento sono le stesse. Solo che dopo il 99% delle altre mostre mercato non ci sono commenti sagaci e distruttivi.
Poi vorrei capire….oltre 30 notizie in tre giorni su novità editoriali, e interviste con autori fatte sul sito di Fumetto d’Autore è essere “autoreferenziali”? Dare 30 notizie in tre giorni su TUTTO quello che è successo, è “guardarsi l’ombelico” (modo spiccio di dire che sei autoreferenziale…)? Perché le stesse cose non si dicono in altre occasioni?
Fare un’intervista con l'organizzatore di Fullcomics, chiedendogli conto proprio delle critiche mosse (biglietti, cartellonistica, Marco Turini che non ha eseguito il body painting), senza nascondersi dietro “abbiamo tanta passione e impegno”, ma facendo domande precise su cose precise, è essere autoreferenziali?
O essere autoreferenziali non sarà forse il non leggere questi chiarimenti, e restare chiusi nei propri pregiudizi?
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Un’altra cosa, che mi sta particolarmente a cuore, visto che continuo a veder fare lo stesso errore: Fumetto d’Autore non è il blog di Alessandro Bottero.
Fumetto d‘Autore è una testata, con degli editoriali, degli articoli, delle notizie, delle recensioni. Ma non è riducibile solo a “il posto dove Bottero scrive le sue cose.” No. Qundi, per piacere, diamo a Fumetto d’Autore la dignità che merita, come ogni altro spazio di informazione.
Questa personalizzazione impropria operata nei riguardi di Fumetto d’Autore non è corretta, e sminuisce il grossissimo lavoro che la redazione fa da mesi, per realizzare una testata a fumetti online dignitosa.
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Un ultimo sassolino (perché anche io so essere perfido, che vi credete?): certo che BilBolBul può fare un sacco di belle cose. Anche io farei un sacco di belle cose, se potessi contare su un budget di tutto rispetto, con sovvenzioni da parte delle strutture pubbliche. Anche io potrei fare lo splendido, se potessi contare su (diciamo) 50.000 euro di budget, dati da comune, provincia, regione, o chi per loro.