- Categoria: Editoriali
- Scritto da Super User
- Visite: 22605
L'Editoriale » Complimenti a Marco Rizzo, e qualche domanda
di Alessandro Bottero
[09/04/2010] » Il 6 aprile 2010 sul suo blog Marco Rizzo (non l’ex-parlamentare), ha annunciato di essere diventato un editor Panini. Per chi non lo sapesse la figura professionale dell’editor, corrisponde a chi, in campo editoriale, segue la realizzazione di un progetto, o una serie, curandone le varie fasi, fino ad avere in mano il prodotto completo, per mandarlo in stampa. È quello che in italiano si chiamerebbe supervisore, ma visto che dobbiamo usare l’inglese per sembrare più fichi diciamo editor. L’editor, nei fumetti, non è quello che scrive o disegna le storie (anzi, è buona regola che chi scriva una storia non sia mai editor di se stesso), ma è quello che controlla che tutto fili liscio. Che gli autori rispettino i tempi, che i materiali siano pronti, che i testi siano corretti, e che nel materiale per la stampa ci sia tutto. È, in un certo senso, colui che, da dietro le quinte, controlla i lavori. Un editor perfetto è quello che non si vede, perché non è l’autore del fumetto. Anzi, vorrei dire che l’editor perfetto dovrebbe essere quello di cui non si sa nemmeno il nome, perché è colui che permette agli autori di esprimersi al massimo. Una serie, o un progetto, dove il nome dell’editor (o del supervisore) sia di pari fama a quello degli autori, la dice lunga sul mondo del fumetto. Ma è un discorso lungo, e nasce dalla metà degli anni’80, con la “personalizzazione” del ruolo dei supervisore, operata da Marco M. Lupoi sugli albi Star, e poi proseguita con altri nomi e protagonisti, tra cui anche io, non lo nego.
Ma torniamo a Marco Rizzo. È diventato un editor Panini, posizione tra le più ambite nel mondo del fumetto, e di questo sono contento. È in un certo senso, assieme ad altri pochi nomi (quasi tutti in campo Panini, va detto…), l’esempio più chiaro di quello che dicevo qualche tempo fa: usare i siti di informazione, per trovare un lavoro. E con questa crisi chiunque trovi un lavoro fisso è una buona notizia.
Detto questo però, proprio perché voglio essere sincero con voi e riflettere sulle implicazioni di questo fatto, devo dire che alcune cose mi lasciano perplesso.
Marco Rizzo fino ad oggi lavorava come redattore per la casa editrice BD, una casa editrice che ha sempre detto di essere totalmente indipendente e staccata da qualsiasi altra casa editrice (cosa, addirittura ovvia, se ci pensate bene). Oggi Rizzo, nel suo blog dice: “Qualche chiarimento per gli amici (e perché no, per i nemici all'ascolto). Continuerò a sceneggiare, a costo di fare le ore piccole (ma tanto, lo faccio già...). Ho tanta roba in arrivo, già pronta o in lavorazione, e quest'anno sarà decisivo su quel fronte. Continuerò anche a lavorare con Edizioni BD, almeno finché MarcoS e Andrea mi sopporteranno :), in particolare sui cari vecchi Invincible e Savage Dragon e sulla roba Avatar Press, a cui tengo molto. Al momento il mio impegno con Panini riguarda dei bei volumozzi francesi e una collana a misura di nerd (quindi adattissima al sottoscritto), ossia For Fans Only, e in mezzo qualche chicca qua e là, traduzioni comprese. Spero anche di riuscire a infilare in mezzo a tutti sti giornalini qualcos'altro di più "impegnato", ma è presto per parlarne. Stiamo a vedere... intanto ho di che bullarmi :)”.
Vi prego di soffermarvi su questo passo: “Continuerò anche a lavorare con Edizioni BD, almeno finché MarcoS e Andrea mi sopporteranno :), in particolare sui cari vecchi Invincible e Savage Dragon e sulla roba Avatar Press, a cui tengo molto”.
Ossia, se ho capito bene, un editor Panini, legato da un contratto con la Panini, pagato dalla Panini, continuerà a lavorare per una casa editrice che, almeno in teoria, è staccata dalla Panini, ed è direttamente concorrente della Panini quantomeno nel settore delle librerie/fumetterie. Sono solo io, o qualcosa suona strano anche a voi? Se uno diventa editor della Mondadori, può continuare a curare libri per la Rizzoli? No, ovvio.
A meno che…alla Panini non dia alcun fastidio che Rizzo continui a collaborare con la BD (cosa che ha detto lui, non che mi invento io), e allora la domanda è: perché non gli da fastidio? Lo fa nel suo tempo libero? Al di fuori del tempo lavorativo regolato dal contratto con la Panini? O lo fa durante l’orario di lavoro presso la Panini? Tanto per essere chiari: i prossimi volumi della Avatar, pubblicati dalla BD, li curerà Marco Rizzo, editor Panini? Ma vi sembra normale?
Lo so che ci sarà sicuramente qualcuno che dirà “Sono fatti privati delle persone, e non dovete stare a rompere i coglioni!”, ma scusate…è lecito fare domande indisponenti solo a Berlusconi? E se permettete, una cosa del genere, ossia un editor Panini che dice esplicitamente che continuerà a lavorare per un’altra casa editrice in modo continuativo, casa editrice che in teoria dovrebbe essere concorrenziale con la Panini, a me incuriosisce. Ma tanto lo so che nel garrulo mondo dei siti di informazione a fumetti italici è più interessante occuparsi dei peli della barba di Alan Moore, o copiaincollare un testo da Newsarama
Una cosa che invece Marco Rizzo non dice è se reciderà ogni contatto con Comicus.it, il sito di informazione che ha fondato e di cui è proprietario. Non posso certo essere io a dirlo, ma credo che lavorare come editor Panini (o anche averlo fatto come redattore BD), ed essere proprietari di uno dei siti più “pesanti” a livello di mondo del fumetto italiano…beh, come conflitto di interessi ci sia, e sia bello grosso. O ci sono conflitti di interesse di serie A, e conflitti di interesse di serie B?
Lo so, adesso si scateneranno le solite accuse. O meglio, NON si scatenerà nulla, perché nessuno verrà qui a commentare e a dire la sua (d’altronde Don Abbondio è sempre vivo nei nostro cuori, no?), ma so cosa penserà la gente. Io sono davvero contento per Marco Rizzo. È giovane, e trovare un lavoro fisso è sempre una cosa buona. Ma siccome ho il diritto a restare perplesso di fronte a cosa non mi convince, e siccome le cose che ho letto, ragionandoci sopra, non mi convincono, non vedo nulla di male in ciò che ho scritto.
Questo editoriale prende spunto da questa notizia.
Nel disegno a corredo dell'editoriale Marco Rizzo disegnato da Claudio Stassi. Il disegno è tratto dal blog di Marco Rizzo.