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Pratt Day: da Hugo a Corto e ritorno
[24/07/2010] - Giorno 2 - Ore 22.00: Ricordi, commozione a applausi nella giornata riminese dedicata a al Maestro di Malamocco.
Come ogni anno Rimini Comix dedica una giornata a un grande maestro del fumetto italiano. Quest'anno è stata la volta di Hugo Pratt, riminese di nascita e del quale si ricordano i quindici anni dalla scomparsa.
A parlare dell'opera di Pratt e degli aneddoti riguardanti la sua altrettanto avventurosa vicenda biografica sono stati chiamati i disegnatori Guido Fuga, Lele Vianello, Stelio Fenzo, Stefano Babini, che hanno avuto la comune fortuna di lavorare più o meno a lungo con Hugo; i giornalisti Florian Rubis, Gianni Brunoro e Salvatore Oliva. Riportiamo alcuni degli spunti più interessanti emersi in questa lunga e seguitissima conversazione.
Stelio Fenzo: "La vita è fatta di momenti magici, l'incontro con Hugo è stato uno di questi. Il genovese Ivaldi, imprenditore innamorato dell'editoria a fumetti, veniva spesso a casa mia, al Lido di Venezia, per mostrarmi orgoglioso le mie più recenti pubblicazioni in Europa. Lui vedeva nel mio modo di lavorare qualcosa del suo mito: Pratt. Un giorno mi riuscì di combinargli un incontro con Hugo in trattoria. Ivaldi era emozionatissimo. Era intenzionato a proporre a Hugo una
pubblicazione, ma aveva evidente timore a rapportarsi a lui. Hugo lo squadrò da subito ed iniziò ad incalzarlo.
- Quanti soldi ha da investire?
- Beh...non saprei...
- Ha 2.500.000
- Si.
- 5.000.000?
- Beh...si.
- 10.000.000?
- Potrei...
- 15.000.000?
- Non so...
- 20.000.000
- Pensiamoci...
- Bene. Vengo a trovarla a Genova.
Pochi mesi dopo iniziava l'avventura editoriale della rivista Sgt. Kirk con la pubblicazione della splendida Una ballata del mare salato".
Lele Vianello: "Per me è stata una delle più grandi esperienze di lavoro e di vita. Come ha detto Manara, Hugo era un virus! Aveva preso casa a Malamocco e io gli abitavo vicino. Mi ero presentato a lui con dei lavori e lui mi aveva mandato da Mondadori, a Milano, invitandomi a lavorare con la rivista Il Mago.Un giorno mi invitò sulla terrazza di casa sua e mi chiede di aiutarlo a realizzare dei fondali. Mi telefonò giorni dopo dicendomi entusiasta che il mio intervento non era stato riconosciuto. Di lì a breve la mia collaborazione nella realizzazione delle sue storie di è infittita. Negli ultimi anni Hugo era arrivato ad affidarmi i disegni in toto delle sue storie, continuando a mantenere però una sorta di gelosia per il volto di Corto, che voleva disegnare quasi sempre lui".
Guido Fuga: "Ho conosciuto i grandi comici italiani, ma nessuno mi ha mai fatto ridere come Hugo. Era un uomo destabilizzante: Corto e Rasputin insieme. L'ho conosciuto in una libreria nel '68. Ero con mia moglie Marolina, che per lui sarebbe diventata Venexiana. Ne è nata una grande amicizia e una fortunata collaborazione.
Credo si sia avvicinato a me più perchè interessato a Mariolina che a me.
Quando mi ha portato per le prima volta a Lucca ho capito che c'erano tanti bravi disegnatori, ma lui era diverso, era un artista completo".
Stefano Babini: "All'epoca lavoravo per il porno. Avevo fatto una mostra in provincia di Ravenna, organizzata da Carlo Lucarelli, che ancora non era il noto scrittore che conosciamo.
Pratt si era perso da quelle parti e aveva deciso di infilarsi nella mostra per vedere che aria tirava. Incrociatomi di dice: "Lei conosce Hugo Pratt?" "Se mi da qualche suo disegno io posso consegnarglielo in visione". Io staccodi netto quattro cornici e glieli porgo. Mi telefona qualche mese dopo:
"Trovati domattina alle 7:00 alla stazione di Mestre, andiamo a Losanna". Mi sembra di essere in un film.
Arrivo da lui, ci sediamo e lui mi fa: "Sei bravo, ma non hai mestiere". Mi invita a rimanere lì un paio di settimane. Accetto. Uno degli ultimi giorni di permanenza lì a Losanna mi chiede: "Parlami de La stega rossa".
Era un film con protagonista John Wayne che avevo visto di sfuggita solo qualche giorno prima.
Balbetto: "Ah, quel film con John Wayne..." Mi blocca: "Allora sei proprio un esperto!" Alza la cornetta e chiama Bonelli.
Florian Rubis: "Ho cercato di analizzare, nel mio ultimo libro dedicato al grande Hugo, sia gli aspetti artistici che quelli umani del papà di Corto Maltese. Dalla metà degli anni '80 ho iniziato a lavorare per Hugo procacciandogli quella
documentazione alla quale non riusciva o non poteva attingere. Andavo quindiin alcuni paesi per suo conto, in cerca di documentazione per le storie che doveva raccontare. Dall'Irlanda, per Corto Maltese, al Sud Africa, per Cato
Zulu, non c'era storia che Pratt volesse affidare al caso, neanche nell'impossibilità di muoversi con la consueta frequenza".
Oreste del Buono ha detto che Corto Maltese paragonato a Pratt era un sedentario!