- Categoria: Critica d'Autore
- Scritto da Giuseppe Pollicelli
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Le invenzioni folli del Professor Caspita
Nelle vignette del fumettista Lorenzo De Felici una galleria di oggetti bizzarri e insensati. Come la nostra quotidianità.
di Giuseppe Pollicelli*
Le non molte informazioni disponibili sul Professor Caspita si ricavano dall’introduzione al primo libro a lui dedicato, introduzione in cui si legge: “Il Professor Caspita è una delle più grandi menti della modernità. Nonostante questo, essendo il professore rimasto lontano dalle lusinghe della popolarità, quasi niente si sa sul suo conto. (...). Dopo una gioventù trascorsa tra i libri e la lotta con gli alligatori, Caspita intraprende una brillante carriera accademica a bordo di uno shuttle interstellare. (...) Inizia a lavorare nella sua soffitta e produce così i primi brevetti . Sovvenzionato dalla vendita degli stessi e dal commercio di reliquie maledette, il Professore acquista il complesso che in seguito diventerà noto come i Laboratori Caspita. Richiamate ben presto dall’eco dell’incredibile produzione del professore e dalla promessa di un tesoro dei pirati, intorno a Caspita e ai suoi laboratori cominciano a gravitare le menti più brillanti della scienza mondiale”. Il Professor Caspita, insomma, è uno che tiene in gran conto la riservatezza, e infatti nel libro su di lui di cui abbiamo detto, “Le geniali invenzioni del Professor Caspita!” (Ed. Ultra, pp. 192, euro 12,90), il misterioso scienziato non compare mai. In compenso compaiono, come il titolo fa capire, molte delle cose da lui ideate. A visualizzarle è un bravo autore di fumetti, Lorenzo De Felici, che tra le altre cose fa il colorista per la Sergio Bonelli Editore (sono suoi i colori della nuova miniserie fantascientifica “Orfani”, per esempio). Due sono le caratteristiche precipue delle invenzioni di Caspita: la prima è che esse onorano una delle tendenze più forti della contemporaneità, quella alla iper specializzazione; la seconda è che a questa iper specializzazione in realtà si ribellano - sabotandola e mostrandone le parossistiche derive - in virtù del fatto che non servono assolutamente a niente. Spesso, anzi, sono proprio dannose, dalla chitarra scordata (nel senso di dimenticata a casa in occasione di un falò sulla spiaggia) al sistema di sicurezza aerospaziale senza mezze misure (a cui basta che un cassetto non si chiuda molto bene per avviare l’autodistruzione di una navicella). Ciascuna delle invenzioni del Professor Caspita innesca un salutare deragliamento del senso, sottolineando impietosamente - seppure in modo ilare - quante nevrosi vi siano dietro l’ossessione per il controllo e la gestione di ogni particolare delle nostre vite, ed evidenziando come tanti oggetti che la società dei consumi contrabbanda per necessari siano in realtà perfettamente inutili. Quasi quanto l’aquilone subacqueo o il portachiavi a forma di Godzilla a dimensioni naturali progettati da Caspita.
*Articolo tratto da "LiberoVeleno" dell'8 dicembre 2013. Per gentile concessione dell'autore.