- Categoria: Critica d'Autore
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XXXombies. Porno, Zombie e qualche occasione sprecata.
di Giorgio Borroni. Ai loro occhi rossi, 30 centimetri di dimensione artistica sono solo un hot dog maxi; 2 meloni rifatti disgustoso cibo in scatola, se si buttano in mezzo a una ammucchiata è solo per abbuffarsi! Signori e signori, preparatevi a uno spettacolo mai visto: gli zombie invadono il mondo del porno!
XXXOMBIES: il fumetto che avrei preferito vedere trasposto in pellicola al posto di A Serbian Film!
Siamo alla fine degli anni ’70, fra vestiti sgargianti, capelli lunghi e basettoni fuori misura. Un aereo di ritorno da Haiti sorvola placido Hollywood: a bordo solo turisti annoiati per la fine della vacanza e fra loro uno che sembra stanco morto... anzi, più morto che stanco! Si tratta infatti di uno zombie, che non perde tempo a sfamarsi con il resto dell’equipaggio, e fa precipitare il velivolo.
Questo è l’inizio dell’epidemia, dell’apocalisse di morti viventi come Romero ce l’ha fatta conoscere, con le classiche scene di fuggi-pure-ma-tanto-verrai-divorato e cannibalismo a go go. Eppure c’è chi ignaro si è ritirato in una megavilla lontana dal chiasso di Hollywood: il famoso regista Wong ha infatti riunito la sua fedele troupe e alcune stelle in questo luogo appartato per dare vita a un capolavoro destinato a lasciare un segno nel mondo dei film hard. Nel cast figurano bizzarri personaggi come il veterano Fred, sempre pronto a “elargire” preziosi consigli alle attrici o lo sboronissimo Thrust, bellimbusto agli steroidi deciso ad assaggiare per primo Jenny – la star emergente – di cui Scott (il tuttofare assistente alla regia, nonché l’unico vergine della troupe) è neanche poco segretamente innamorato. Oltre che dell’imminente invasione zombesca, tutti però sono ignari anche di un altro dettaglio non da poco: in realtà Wong si è praticamente barricato nella villa per tenere alla larga i mafiosi a cui deve un botto di soldi e che spera di recuperare con i proventi del film. Come se non bastasse, un camionista dall’aspetto di Sly in Over the Top e la ferocia di Swarzie in Commando, si fa largo falciando zombie e chiunque gli intralci la strada per andarsi a riprendere Jenny, sua figlia, e portarla a casa.
Come è facile intuire, in questo mix di Gola profonda e Planet Terror l’intrattenimento è il vero protagonista ed è garantito attraverso una lettura veloce e godibile. La trama, rimpinzata fino al midollo di cliffhanger e priva di tempi morti, sembra non prendersi troppo sul serio e si gioca tutta su macchiette come i mafiosi e personaggi stereotipati al massimo come il camionista, che è un concentrato di pura action d’altri tempi. Spesso e volentieri, però, questa si rivela un’arma a doppio taglio, perché con una base così intrigante spesso ci si aspetterebbe un approfondimento psicologico migliore: proprio il camionista già menzionato è infatti uno dei personaggi più “cazzuti” e interessanti dell’intera storia eppure viene utilizzato quasi esclusivamente come deus ex machina e risolutore delle situazioni in cui c’è bisogno di menare le mani. Rick Remeder, che non è nuovo al genere zombi per via della sua serie Resti, scrive a cuor leggero, mettendo in piedi con maestria un teatrino horror più per divertimento che facendosi scrupoli su credibilità della vicenda o sul lato più “umano” della medesima, in pieno spirito keep it easy, in linea con ciò che si respirava nel (porno) ‘70.
L’umorismo sembra non abbandonare neanche una vignetta, tanto che anche le scene più drammatiche – una su tutte quella di una infermiera zombie che si pappa i neonati dalle incubatrici – spesso hanno dei risvolti ridicoli e grotteschi, come lo splatter duro e puro, quello dei bei slasher di un tempo comandava. Le battute, poi, fanno di tutto per ricercare il lato più sordido dell’umorismo pecoreccio, e senza neanche troppi doppi sensi.
La parte grafica, curata da Dwyer, già noto per i suoi lavori sul Punisher War Journal si adatta perfettamente alla materia narrata, con il suo tratto dinamico, sporcato volutamente per dare l’effetto della pellicola rovinata di un vecchio pornazzo di trenta e passa anni fa. Certo, a volte riproporre le stesse pettinature cotonate e gli stessi baffi alla texana crea un po’ di confusione (che nel ’77 non ci fossero calvi o persone pettinate in modo diverso mi sembra inverosimile), ma comunque se la cava egregiamente nelle scene action più complicate e le ambientazioni sono fedeli allo stile dell’epoca.
In definitiva, XXXombies è un’opera che si rivela una manna per chi desiderava una botta di intrattenimento puro, senza tanti fronzoli ed era rimasto affascinato dalle atmosfere seventies di Planet Terror. Purtroppo, a mio parere, si tratta di un’opera che si accontenta di essere godibile quando invece poteva essere un vero capolavoro al pari di The Walking dead, se solo ci si fosse sforzati di dargli un taglio più maturo (evitando episodi comedy-trash fini a se stessi e che fanno il verso al tarantinismo più becero) e un più ampio respiro alla trama e ai personaggi. Man mano che ci si avvicina al finale, poi, le situazioni al limite prendono sempre più piede, facendo correre la vicenda a briglia sciolta: il vantaggio sta nei risvolti imprevedibili e mai scontati degli eventi, ma purtroppo non lascia sperare in possibili sequel, quando al macello vengono mandati personaggi così azzeccati.
Xxxombies
di Rick Remeder & Hieron Dwyer
Editore: Planeta Deagostini
7,95 euro