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“il nuovo romanzo di Dan Braun” di Davide La Rosa: risposta ad una lettera mai arrivata + qualche omaggio
Moleskine #85 bis
La rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano. Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore.
“il nuovo romanzo di Dan Braun” di Davide La Rosa: risposta ad una lettera mai arrivata + qualche omaggio
di Giorgio Messina
Attenzione: prima di leggere questo Moleskine, si consiglia di leggere quest’altro Moleskine che lo precede, sennò si rischia di non capirci un tubo. E si sa che chi non capisce un tubo, poi rischia di commentare alla coda di segugio.
Rosicone, invidioso, astioso, patetico.
Questi sono solo alcuni degli epiteti che mi sono guadagnato per avere osato stroncare, nel Moleskine #85, l’ultimo libro di Davide La Rosa (da questo momento in poi di nuovo DLR perché il nome è lungo da riscrivere in continuazione e se non vi sta bene, ricordatevi che la rubrica è mia e ci faccio quello che voglio), la rockstar del fumettomondo disegnato male. Tale Silvio Montini da Brescia, ha commentato che questo mia articolo «dimostra che i gulag avevano un loro senso».
Mentre attendo serenamente che mi vengano a prendere per portarmi nel Gulag e che la misura censoria auspicata nei miei confronti da questo garante della libertà di stampa mi venga applicata, vorrei però, finché ne ho ancora la possibilità, aggiungere alcune cose su quello che ha smosso il Moleskine #85.
Francamente non capisco, o forse capisco troppo bene.
Ora se si dice che il lettore ha sempre ragione ed è l’ultimo giudice del prodotto, anche io che ho letto “il nuovo romanzo di Dan Braun” ho il diritto di dire e scrivere cosa ne penso. Vieppiù, visto che i gentili commentatori hanno ripetuto quasi ossessivamente il concetto secondo cui “DLR lo dice subito che i suoi sono fumetti disegnati male, per cui non puoi giudicare male DLR se disegna male.”, allora, sul piatto della bilancia, va messo anche il fatto che ogni articolo di questa rubrica avverta sin da subito che è “La rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano, Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore.”. Quindi, se da DLR ci si aspettano fumetti disegnati male, chi legge questa rubrica troverà giudizi su nomi, animali, cose e città del Fumettomondo espressi in modo politicamente scorretto. È una scelta stilistica precisa, così come è una scelta stilistica quella di disegnare male. Un ovvietà che sembra sfuggire a molti.
Quindi, come DLR è libero di sfottere la chiesa nei suoi fumetti disegnati mali, io sono altrettanto libero di sfottere DLR e di stroncare i suoi fumetti disegnati male e scritti peggio. Sempre sulla bilancia, la libertà di satira non ha un peso maggiore rispetto alla libertà di opinione. In democrazia si equivalgono, a maggior ragione quando il teatro principale in cui si svolgono queste diatribe è internet, che è considerato da tutti l’ultimo baluardo delle libertà di espressione e della democrazia dal basso. Non è che la libertà di opinione è garantita finché qualcuno non dice qualcosa per cui non ci trova d’accordo. E io quindi rivendico la mia libertà di stroncare – motivando – chiunque nella ma “rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano”.
E non v’è dietrologia alcuna nelle mie stroncature. Io DLR, nemmeno lo conosco, Mai visto in vita mia. Non ho alcun motivo per invidiare lui e i suoi risultati. Capisco anche DLR con il metodo dello sfottò usi la pancia per parlare alla pancia del pubblico che a sua volta risponde ovviamente di pancia. Tra DLR e il suo pubblico esiste una comunione ideologica e una affinità elettiva di tipo culturale. Ecco: il fatto che appena arriva una stroncatura forte, la reazione del fandom di DLR sia stata quasi all’unisono “questo è un rosicone, un invidioso”, dovrebbe fare quanomeno riflettere, visti i risvolti grotteschi dell'augurare il Gulag a chi ha osato criticare (e non mi pare di avere scritto da nessuna parte che chi fa fumetti disegnati male dovrebbe finire in un campo di concentramente)). Cioè, se le stroncature sono frutto di sicura dietrologia, spiegabili con l’invidia e l’astio personale, allora significa che i fumetti brutti non esistono. Significa che le pubblicazioni a fumetti italiani sono tutte belle allo stesso modo e che tutte dovrebbero avere successo allo stesso modo?. Oppure significa che autori e fandom non hanno sufficiente maturità per affrontare una stroncatura. Ovvero: la cultura del “mi piace”, ormai rischia di avere surclassato il concetto di “non mi piace”. Abituati a leggere “mi piace” ovunque, quando leggiamo un “non mi piace” non sappiamo più spiegarcelo, ancor prima di accettarlo, e così si ricorre alla dietrologia spiccia.
A questo si aggiunge che nel fandom vige, quasi automaticamente, una strana applicazione della legge transitiva: “se viene stroncato qualcosa che a me piace, allora mi stanno dando indirettamente dell’idiota”. Ora, premesso che io non ho scritto da nessuna parte che chi legge e apprezza DLR è un idiota, perché l’esercizio critico è soggettivo per tautologia, in molti dei commenti ricevuti veniva fuori invece questo grottesco sillogismo dell’insulto subito in modo indiretto, quasi per osmosi. Non scomodiamo trattati di sociologia e psicologia, ma questo transfert del fandom verso il proprio idol, alla fine dei conti, sembra avere prodotto solo una mandria di groupies isteriche che ci ha solo molto divertito - a volte al peggio non c’è davvero mai fine - e il commento del Gulag è stata l’apoteosi delle fesserie. Lungi da me fare la vittima e confondere delle minchiate con un tentativo di linciaggio mediatico.
Veniamo ora alla reazione di DLR alla stroncatura, che è ancora più interessante. DLR sulla sua pagina FB scrive: «Un grazie di cuore a tutti per il sostegno che mi state dando in queste ore... sto leggendo i vostri commenti :)». DLR aggiunge che non linka l’articolo e Fumetto d’Autore «per dignità» e spiega: «non sono per niente bravo... sono loro che non sanno più che altro fare per passare la giornata :)». Chissà come mai chi riceve una critica positiva non pensa che l’estensore non avesse di meglio da fare nella giornata. Non mi sembra, nemmeno, a questo punto, di avere scritto da nessuna parte che fare fumetti disegnati male sia sinonimo di non sapere come passare la giornata. Ma DLR è sul suo palco e il pubblico è tutto per lui. DLR ad un commentatore che chiede se la stroncatura è «un classico esempio di tentativo di killeraggio?» risponde riferendosi al sottoscritto “quello di sicuro :) Però è proprio cattivo dentro». Wow! Sarei cattivo dentro! Mannò DLR, è che mi disegnano così! Ecco, forse mi disegnano male anche a me (pleonastico rafforzativo). Eppure nella stroncatura non erano espressi mica giudizi sulla persona DLR (che appunto non conosco), ma si diceva in sostanza solo che è un guitto che disegna male e scrive peggio. Un giudizio che ci siamo fatti leggendo il suo libro e il suo blog.
“Killeraggio è quando killeraggio fai”, avrebbe detto il mitico Boskov per commentare un rigore dubbio non assegnato alla sua mitica Sampdoria. Ma DLR è della Lazio (è una battuta, DLR sulla Chiesa ne fa di peggiori, se non ci credete cliccate QUI) e così spiega che «non gli rispondo neanche... perchè non sta aspettando altro che io dica la mia... non credo che gli darò questa soddisfazione :)». Ehm, DLR… qui ci sta bene un bel "esticazzi, ma chissenefrega della tua risposta!". Non ti ho mica stroncato sperando di attirare la tua attenzione. Ti ho stroncato perché quello che fai non mi piace. Ecco, te l’ho spiegato come se disegnassi come un bambino di 5 anni. Poi se mi dite che i detrattori di DLR finiscono al Gulug, beh, ne possiamo discutere.
Ma torniamo a bomba su DLR. Francamente a leggere le reazioni di DLR, non sembra di avere davanti un autore che disegna male e che ha fatto dello sfottò il suo principale espediente narrativo. Sembra di avere davanti uno scafatissimo maestro internazionale del fumetto che non accetta critiche di alcun tipo, perchè lui è lui e io "non sono un cazzo", direbbe il Marchese Del Grillo.
Ora se DLR usa a man bassa, praticamente sino alla bassa lega, lo strumento narrativo del “prendo per il culo qualsiasi cosa, ad esmpio anche il fatto che la chiesa cattolica si preoccupi dei celiaci nella somministrazione dell'eucarestia”, usando toni che io ritengo pesanti nel fare satira, allora perché quando ho applicato a lui lo stesso sfottò è finita che si è irritato dicendo: «questo insulta e basta... è proprio triste»? Se io autore prendo per il culo tutti, non posso protestare se poi qualcuno prende per il culo me, sarebbe da bambocci. Se uso un codice narrativo per rapportarmi con il mondo esterno (la satira senza compromessi, lo sfottò), non posso impedire ad altri di usare lo stesso codice nel rapportarsi a me. E la stroncatura era apposta intrisa di satira e sfottò, caro DLR. Ma la satira sembra avere questa controindicazione: quando la usiamo per toccare la Chiesa è la più nobile delle arti, quando la usano gli altri per toccare noi è un insulto. Ma vorrei tranquillizzare DLR su questo punto: “non sei né il primo, né l’ultimo che si diverte a sfottere ma non vuole essere sfottuto, le scuole medie ne sono piene” (la tua, la mia, è tutta satira… non te la prendere, suvvia, sono sicuro che prestissimo quei bravi ragazzi di Comicus ti faranno una recensione positivissima).
Chè, poi: Emiliano Mattioli, che i Fumetti Disegnati Male (da ora in poi FDM) li ha praticamente creati concettualmente, e che rispetto a DLR è un vero genio cristallino della satira e dello humor, insieme a suo fratello Francesco – se non ci credete andatevi a vedere il loro sito e a ricercare tutti i numeri de Il Mirabolante Almanacco dei Fratelli Mattioli (Black Velvet) – mi ha spiegato quanto segue sui FDM:
«Fumetti Disegnati Male è un consesso di autori che disegnano e fanno i fumetti MALE, se ottiene una CATTIVA recensione, per effetto della doppia negazione, è un buon risultato! E FDM è una mia creatura. La cosa peggiore che possa succederci è che una rivista à la Fumo di China ci annoveri fra i pionieri di una nuova ricerca stilistica blah blah blah”. E aggiunge: “la critica, benché fatta da una rubrica bulla, proviene da una rivista chiamata "Fumetto d'autore". Mi spiego? Un autore di FDM si compiace se viene chiamato populista da una rivista chiamata "Fumetto d'autore".»
Quindi, se questa è la filosofia che c’è dietro ai FDM, perché DLR se la prende così tanto per la stroncatura che si è beccato su queste pagine e soprattutto dalla rubrica più politicamente scorretta del mondo del fumetto? Forse DLR si è un pochino montato la testa e si prende un po’ troppo sul serio? Forse. Alle groupies isteriche l’ardua sentenza. A me francamente dell’ego di DLR "poco me ne cale". Preferisco ludicarmi per bene i galloni di cattivissimo che mi ha appuntato Luca Raffaelli.
Ho interpellato invece la redazione di Fumetti Brutti, quelli che della stroncatura stanno facendo una vera e propria arte, e mi hanno risposto così sull’affaire DLR: «siamo nell'ambito del sottobosco da fanzine in cui gente come La Rosa, Pierz e Daw sguazza come una rana nello stagno».
E veniamo alle anime belle del fumettomondo. Quelli che, come Alessandro Di Virgilio, hanno sempre sostenuto che tra le produzioni del fumettomondo c’era troppa “monnezza”. Ovviamente è sempre la produzione altrui a essere "monnezza" che dovrebbe sparire, mai la loro o quella dei loro amici. Coerentemente con il proprio pensiero, queste anime belle non hanno fatto mancare la loro solidarietà a DLR, vittima ingiusta della rubrica più scorretta del mondo del fumetto. Qualcuno è arrivato a dire che Fumetto d’Autore e il sottoscritto sarebbero addirittura il male assoluto del fumettomondo in cui tira una brutta aria. Cioè, per una stroncatura, tira una brutta aria? Ma dai. E per fare tirare un’aria buona che vogliamo fare? Pacche sulle spalle a giro tra amici e gli amici degli amici? Tutto bello? Tutto di successo? Aboliamo le recensioni negative e le stroncatura per editto oligarchico e chi le fa finisce al Gulag?
Ma Di Virgilio non si è accontentato di sentenziare che tira una brutta aria e così si mette a fare anche esercizio di dietrologia. Prima commenta sulla sua bacheca di FB così: «Dopo bulli, cortigiani compiacenti, troll... Una nuova figura si affaccia nel mondo del fumetto: il rosicone per procura». E poi spiega: «Possibile tìitolo: "Autore fallito incarica il complice di gettare fango sull'autore di prossimo seriale"». Vi traduco dal vigliacchese di Di Virgilio: “Alessandro Bottero, rosicone per procura, ha incaricato Giorgio Messina di stroncare DLR perché è invidioso che quest’ultimo sia entrato in Star a fare un seriale (Suore Ninja – ndr), dopo che Nox (scritto da Bottero – ndr) è terminato”. Insomma, dopo i Vatileaks, ecco arrivare gli Starleaks.
Gioco delle tre carte: tra Alessandro Di Virgilio, Alessandro Bottero e DLR, uno non ha mai lavorato (ne c’è notizia che mai lavorerà) in Star Comics. Il lettore attento indovinando chi dei tre non ha mai lavorato in Star Comics troverà il vero e solo unico spargitore di fango e rosicone per procura di mezze frasi, sottintesi e meschina dietrologia.
In ultimo, diverse anime belle mi hanno fatto sapere che la stroncatura di DLR a opera del sottoscritto li ha infastiditi. Ovviamente non si sono infastiditi allo stesso modo per gli insulti che il sottoscritto ha ricevuto. Vabbè, evidentemente l’infastidirsi di costoro è talmente soggettivo, come i gusti, che non può essere ricondotto ad alcuna regola di coerenza. In fonda conta sempre chi è feroce con il mio amico, non chi è feroce con il mio nemico. Qualcuno ha parlato di modo di fare “fascista”? Marrano!
Insomma, il caso è chiuso. E per dimostrare che non abbiamo nulla di personale nei confronti di DLR, ecco due omaggi (o plagi?). Il primo è mio, il secondo è di un misterioso autore...
W DLR, W i fumetti disegnati male.
Ps: Il “collega” Renato Umberto Ruffino, responsabile delle recensioni dei fumetti su Italnews, scrive, a proposito della stroncatura a DLR: «non fatevi fregare...questi articoli sono fatti per pompare gli accessi al sito ;)». Evidentemente Renato Umberto Ruffino scrive recensioni e fumetti (Shadowplay #0) perché non se li legga e non se li compri nessuno. Eppure non mi pare che esistano articoli o fumetti che non siano fatti per pompare accessi, o vendite. Forse Ruffino si è inventata l’informazione che non punta alla diffusione dell’informazione e il commercio che non punta alla diffusione del prodotto? Ah, saperlo… In fondo, in tempi di fumetti disegnati male, tutto può succedere. Non ci stupiremmo se il futuro del fumetto, oltre a essere un fumetto disegnato male, potrebbe anche essere un fumetto pensato per non vendere. Allo stesso modo, il futuro dell'informazione potrebbe essere l'informazione distribuita male.
Pps: non vi affannate troppo a dire che questo pezzo l’ho scritto in preda al rosicamento perché non ho ottenuto alcuna risposta da parte di DLR in merito alla stroncatura elargita. Provocazione finale: in realtà DLR dovrebbe devolvere a questo sito una percentuale sulle vendite de “Il nuovo romanzo di Dan Braun”, perché se non ve ne siete accorti, non ne stava parlando praticamente nessuno di questo libro e, - come diceva Oscar Wilde, che la sapeva più lunga di DLR e anche del sottoscritto – parlatene bene, parlatene male, purchè se ne parli. Che fregatura! Ero convinto di fare la rubrica più politicamente scorretta del fumettomondo e sono finito a fare pubblicità ad un fumetto disegnato male (e scritto peggio)… E' un mondo difficile. E che l’ultimo chiuda la porta!