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Asilo Mariuccia: rispondendo a Giuseppe Di Bernardo + Il succo della storia
Moleskine #102 bis
La rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano. Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l'informazione di settore.
Asilo Mariuccia: rispondendo a Giuseppe Di Bernardo + Il succo della storia
In merito al Moleskine 102, riceviamo, pubblichiamo e rispondiamo.
Salve a tutti,
scrivo su invito di Giorgio Messina per chiarire in merito ad una mia battuta apparsa su Facebook.
In un post annunciavo che "L'Insonne" sarebbe stata pubblicata on-line su un sito di informazione e dedicavo questa novità a chi aveva definito "L'Insonne" un "insuccesso di successo". Alla richiesta di un utente di cosa volesse dire "insuccesso di successo" rispondevo con una battuta: "traducendo vuol dire che malgrado l'insuccesso (tutto da dimostrare), il personaggio e l'autore, restano sempre tra le scatole di chi vorrebbe occupare il loro posto."
Giorgio Messina interveniva specificando che il riferimento fosse ad un suo articolo dove appellava il mio amato personaggio con quella definizione, ma che lui non voleva certo rubare il lavoro e alla fine pretendeva delle scuse.
Eccomi qua, quindi a chiarire, anche perché questo sito, che ringrazio, ha dato numerose volte spazio a me e alle mie iniziative.
Sono dispiaciuto che Giorgio sia rimasto offeso dalla mia battuta, perché di battuta si trattava. Facevo un riferimento generale, non personale a lui, perché mi è capitato a volte di scoprire come dei critici severi del web avessero il sogno non troppo segreto, di fare i disegnatori o gli sceneggiatori. Beh, niente di male neppure in quello!
Quindi specifico ancora che la battuta a proposito del "rubare il lavoro", non era riferita a Giorgio e mi scuso con lui se si è sentito offeso per l'avventatezza di quanto scritto distrattamente tra i commenti. Sul lavoro non si scherza, neppure su Facebook ;)
Un saluto!
Giuseppe Di Bernardo
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Caro Giuseppe Di Bernardo,
innanzitutto la ringrazio sentitamente per avermi fatto oggetto delle sue personali paranoie. Me ne fregio. Spero inoltre vivamente che lei alla Star Comics guadagni abbastanza da continuare a potersi permettere di pagare la retta dell’Asilo Mariuccia, perché mi pare di capire che il suo livello di rapportarsi con chi le muove delle critiche basate su dati di fatto sia quello del prestigioso istituto per bamboccioni. Per quanto mi riguarda, io non ho bisogno del fumetto per campare (tantomeno ho bisogno della sua cadreghina) e mi occupo di fumetto per passione e con fondi completamente miei. Dovrebbe bastare questo a smontare le sue patetiche illazioni (che nonostante lei goffamente lo neghi, erano rivolte a me) e a certificare la completa indipendenza dei miei giudizi. È mia onesta e modesta opinione che lei sia un autore mediocre e un editor ancor più mediocre: insomma due braccia rubate all’agricoltura. Nulla di personale in questo giudizio. Me lo sono formato in quasi venti anni di lettura delle sue opere a fumetti (pensi quanti soldi le ho dato). E le opinioni come dice il buon vecchio zio Clint, sono come le palle, ognuno ha le sue. Nel salutarla mi permetto di darle un piccolo consiglio per evitare che ambedue ci ritroviamo in futuro nuovamente in questa grottesca situazione: se proprio non riesce a reggere la pressione delle critiche negative che le arrivano per via delle sue attività editoriali, forse sarebbe il caso, per stare più tranquillo, di iniziare a pensare di cambiare lavoro. Mi dicono che nella sua regione il settore agrario offre ancora molte possibilità. Sono convinto che le soddisfazioni professionali non le mancherebbero nel settore, viste tutte le sue potenzialità ancora inespresse. Caso mai, dopo questa reisposta, dovesse ancora pensare che io ce l'ho con lei per chissà quale dietrologico motivo, le fugo ogni residuo dubbio. Come diceva Petrolini: “Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto”.
Un saluto affettuoso e alla prossima.
GM
Ps: alla vignetta da lei disegnata in cui mi fa alzare il dito medio da quello zombie editoriale del suo “amato” personaggio Desdemona, rispondo ancor più amabilmente: “a soreta”. Quella di Desdemona, ovviamente.
IL SUCCO DELLA STORIA
Ecco la degna conclusione di una storia indegna. Dopo avere letto la mia risposta, Giuseppe Di Bernerdo mi ha inviato un messaggio su FB con scritto "Bravo. Cordiali saluti." e contestualmente mi ha bloccato e cancellato dai suoi contatti sul social network Ricapitoliamo sinteticamente. Io gli faccio una critica editoriale basata su dati di fatto. Lui risponde che è stato criticato da me perchè io vorrei il suo posto di lavoro di editor alla Star Comics. Poi, dopo avere lanciato il sasso cerca di nascondere la mano e dice che non si riferiva a me formulando delle scuse "spintanee". Infine Di Bernardo si becca da parte mia una doverosa risposta per le rime dove gli dico esattamente cosa ne penso di lui professionalmente. E dopo averlo accusato di comportarsi come all'asilo Mariuccia, Di Bernardo che fa? Mi cancella dai suoi amici su FB! E' sufficiente questa storia a fare capire che genere di personaggi vengono a volte messi a selezionare progetti e autori? Come fa uno che non accetta le critiche (perchè chi lo critica vuole il suo lavoro) a essere poi meritocratico nelle scelte editoriali che impone la sua figura professionale? Mistero buffo formato fumettomondo. Intanto sta suonando la campanella dell'asilo Mariuccia. Chi deve entrare si affretti. Fuori c'è un mondo brutto e cativo dove esistono anche le critiche negative senza secondi fini o dietrologie, e dove soprattutto non a tutti interessa vivere di fumetto. Sconvolgente, vero?