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Il cosplayer aggredito a Napoli Comicon 2013: «l’organizzazione racconta il falso, la sicurezza non intervenne subito»

napolicomicon2013Moleskine #106

Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l'informazione di settore.

Il cosplayer aggredito a Napoli Comicon 2013: «l’organizzazione racconta il falso, la sicurezza non intervenne subito»

di Giorgio Messina

Scusate il ritardo, ma come diceva quel tale, la vita è quella cosa che succede mentre fai dei programmi. Avevo programmato una data napoleonica (il 5 maggio) per suicidare questa rubrica, ma per ora ho cambiato idea. Moleskine non chiude, ma per ora prosegue. Di questo cambio di rotta dovete ringraziare il sempre ridens Michele Ginevra e i tipi del Comicon. Sì proprio quelli che, come ho documentato, si sono visti assegnare contributi statali per più di 700.000 euro nel triennio 2009-2011 (QUI e QUI).

Vi avevo raccontato, ricostruendo fatti e dichiarazioni (QUI), il caso del cosplayer aggredito al Napoli Comicon 2013. Un brutto fatto di cronaca, di quelli che non dovrebbero mai accadere, in assoluto, non solo ad una manifestazione del fumetto. Leggendo però il resoconto di questo ultimo Napoli Comicon sul blog di Michele Ginevra - dipendente comunale di Cremona e coordinatore del Centro Fumetto Andrea Pazienza -, invece scopro che il fatto di cronaca nella sua narrazione si arricchisce di un nuovo e inedito elemento. Ginevra infatti riporta che «il cosplay maltrattato» sarebbe stato «salvato dalla sicurezza».

In realtà Ginevra ripete quello che l’organizzazione del Comicon ha dichiarato pubblicamente in un comunicato (vedi QUI e QUI).

Scrivono gli organizzatori napoletani: «La nostra security è IMMEDIATAMENTE intervenuta prendendo 4 degli 8 ragazzi (4 sono purtroppo scappati via nella folla), e portandoli al Comando di Polizia di Fuorigrotta. Sottolineiamo che, contrariamente a quanto è stato diffuso, la security è intervenuta per un unico motivo: SI È ACCORTA DELL'ACCADUTO. Con questo non vogliamo sostenere che la sicurezza fosse onnipresente, ma che con gli spazi e il numero di persone presenti, accorgersi (e intervenire tempestivamente) di un gioco che diventa "altro" vuol dire fare un buon lavoro.»

L'organizzazione insomma punta l'indice contro «poche persone che hanno disturbato la Manifestazione NEGLI SPAZI ESTERNI» della Fiera di Oltremare. Insomma per minimizzare si usa il fatto che certi eventi sono successi negli spazi esterni della fiera e non all'interno dei corridoi.

Il Comicon poi si lamenta anche che «è stata fatta una cattiva informazione, usando come unica fonte il post pubblicato a caldo da Gennaro (ancora evidentemente scosso dall'accaduto)».

Ma come è andata veramente?

Gennaro è Gennaro A., il cosplayer, nell’occasione vestito da Red Ranger dei Power Rangers, protagonista di questa brutta vicenda. Io l’ho rintracciato e questo è quello che gentilmente mi ha raccontato.

«Ti dirò esattamente ciò che ho detto all'organizzazione quando sono stato chiamato da loro. Nel primo pomeriggio di sabato mi accingevo ad entrare al Comicon, all’ingresso ero in compagnia di un amica che mi reggeva l’ombrello perchè piovigginava. Una volta entrato mi fermo poco più avanti dei cancelli per fare delle foto e la mia amica si avvia verso gli spogliatoi per raggiungere dei nostri amici, dopo aver fatto le foto mi incammino anche io sul viale delle fontane quando all’improvviso una mandria di persone mi corre incontro urlando. Lì per l’ rimango spiazzato e la mia prima reazione è stata quella di porre il braccio in avanti per farli fermare davanti a me ma invano perchè vengo accerchiato e stretto nel mezzo. La mia mobilita era molto ridotta dato che avevo due spade nelle mani, la visiera del casco appannata quindi non vedevo bene e una respirazione ridotta dato che avevo il casco integrale ed ero molto agitato, sentivo queste persone urlare, darmi manate sul casco e dei calci. Quando sono riuscito a venir via la prima cosa che ho fatto è stato raggiungere le panchine laterali al viale dove mi sono tolto subito il casco dato che stavo soffocando, mi sono reso conto che il costume si era danneggiato e sono corso dalla sicurezza per denunciare l’accaduto. La sicurezza non era presente al momento dell accaduto poiche era posta tutta all ingresso per controllare chi entrava, sul viale delle fontane non c'era nessuno che controllasse.»

Perché allora quelli del Comicon raccontano che la sicurezza è intervenuta “IMMEDIATAMENTE” perché “SI È ACCORTA DELL'ACCADUTO” (tutto rigorosamente scritto in maiuscolo) se è Gennaro ad averla allertata dopo quanto successo?

Proseguiamo con il racconto di Gennaro.

«Una volta arrivato all’ingresso ho raccontato tutto alla sicurezza che giustamente mi ha detto di calmarmi, poi mi hanno chiesto se avessi riconosciuto chi fossero queste persone ma non potevo riconoscerle dato che non avevo visibilità al momento (per il casco di Red Ranger che Gennaro indossava, ndr), cosi mi hanno detto di seguirli in fiera per vedere se li riconoscessi e sono andato con loro, ne hanno acchiappati alcuni che facevano bordello e li hanno portati alla volante della polizia fuori la mostra, questi ragazzi ovviamente si sono difesi dicendo di non essere stati e io non potevo accusarli dato che non sapevo se fossero loro, quindi sono ritornati in fiera e la volante mi ha consigliato di andare al comando di poluzia di fronte alla mostra per sporgere denuncia.»

Ovviamente se Gennaro non solo non poteva riconoscere i suoi aggressori, ma non ne conosceva nemmeno il numero visto che il casco del costume gli riduceva di molto la visuale, come fanno quelli del Comicon a quantizzare che questi erano in 8? Però poi si parla di “cattiva informazione” sulla vicenda, nevvero, cari amici del Comicon?

Proseguiamo ancora con il racconto che Gennaro mi ha rilasciato.

«Cosi mi sono andato a cambiare e sono andato al comando di Polizia dove mi hanno detto che non potevo fare denuncia perchè dovevo andare prima all’ospedale per fare la visita e con il referto ritornare li e fare la denuncia ma più e più volte ho detto di star bene e di non aver subito danni fisici, quindi non sapendo che fare me ne sono andato. Questo è cio che è accaduto.»

A questo punto Gennaro si riferisce a quanto dichiarato dal Comicon.

«Il giorno dopo il Comicon ha detto di aver preso gli aggressori e che la sicurezza era intervenuta subito, cosa non vera perchè al momento dell’aggressione non c’era la benche minima sicurezza, la quale solo dopo che ho raccontati l accaduto si e' attivata. Quindi questo vuol dire che se non avessi raccontato loro l’accaduto non lo avrebbero mai saputo. Infatti a testimonianza di ciò c'è il fatto che il giorno successivo l’accaduto la sicurezza era quintuplicata e c’erano agenti anche sui viali, cosa che il sabato non c'era. Quindi che la sicurezza è intervenuta istantaneamente è falso.»

Quindi siamo davanti al Comicon che parla di “cattiva informazione” raccontando il falso per farlo diventare vero? Sembrerebbe di sì, ma la tecnica comunicativa però funziona, perché poi Ginevra - ad esempio - riprende fedelmente, e quindi a forza di riprendere la versione del Comicon poi diventa più vera questa che quella di Gennaro che non gode degli stessi contatti e della stessa esposizione mediatica degli organizzatori della manifestazione napoletana. Ma a questo punto riprendiamo la dichiarazione di Claudio Curcio al Corriere del Mezzogiorno.

«Non è stato picchiato - precisa Claudio Curcio, patron del Comicon - ha subìto un cosiddetto "cappottone". Lo abbiamo contattato, ci ha detto solo che si è spaventato molto ma parlare di aggressione e violenza è assolutamente falso e diffamatorio. » La conclusione di Curcio: «i nostri agenti di sicurezza sono stati perfetti».

Sì, perfetti a intervenire dopo l'accaduto su segnalazione come racconta la vittima dell'episodio.Insomma, sembra di capire che secondo quelli del Comicon, il "cappottone" sembra una cosa normale, anche se ha un nome che indica qualcosa di "aggressivo", ed è anche compreso nel prezzo di ingresso e quindi è inutile lamentarsi. Magari l'anno prossimo una decina dei 60.000 visitatori del Comicon faranno un simpatico e affettuoso "cappottone", anche agli organizzatori, chi lo sa. Ma se quello che è capitato a Gennaro fosse successo ad un bambino o ad una donna incinta? Curcio avrebbe comunque parlarto di "cappottone"? Suvvia, la sicurezza dei visitatori ad una fiera del fumetto è sacrosanta e va garantita ad ogni costo, anche perchè i soldi pubblci assegnati ogni anno al Comicon, li mettono perfettamene in grado di provvedere a migliorare questo importantissimo aspetto nel migliore dei modi. Se così non fosse, non mi stupirei se qualcuno di questi tanto sbandierati 60.000 visitatori l'anno prossimo preferisse rimanere a casa invece di rischiare un "cappottone" compreso nel prezzo del biglietto. 

C'è da dire anche che con la sua dichiarazione il patron Curicio (vedi QUI), gioca il gioco dei due pesi e delle due misure. Raccontare una versione completamente diversa su un’aggressione (sì, aggressione, aspetto la querela per diffamazione, allora…) subita da un visitatore - che ha pagato regolarmente il biglietto, ricordiamolo - per apparire un’organizzazione perfetta non è diffamatorio vero, caro Curcio? E' diffamatorio solo quando si parla di "aggressione"? Perché dire che la versione del Comicon è «confermata telefonicamente dallo stesso Gennaro», quando invece questi ha sempre detto che le cose sono andate in modo diverso e continua a confermarlo anche a Fumetto d'Autore? Perché in ballo ci sono i finanziamenti pubblici che il Comicon percepisce e Fumetto d’Autore ha documentato e stimato in più di 700.000 euro nel solo triennio 2009-2011? Perché visto che il Comicon riceve i soldi pubblici per incentivare il turismo a Napoli, un episodio del genere potrebbe essere una macchia deleteria che potrebbe creare problemi nell'avere approvati futuri finanziamenti? E quindi si è scelto di mentire sapendo di mentire perché tanto poi gli amici e gli amici degli amici riprenderanno solo la versione ufficiale del Comicon e il povero Gennaro sarà così “cornuto” oltre che “mazziato”?

La prova che il dubbio che al Comicon stia alterando l'accaduto è più di un dubbio ce la fornisce dunque lo stesso Gennaro: «la sera stessa che è uscito il post del Comicon ho contattato telefonicamente uno degli organizzatori, Alessandro Spinosa, che mi aveva chiamato nel pomeriggio per sapere dell'accaduto, a lui ho espresso il mio dissenso perchè in quel post venivano dette delle cose non vere, e lui mi ha detto che l'avrebbero modificato il giorno seguente, cosa che non e' avvenuta.». Quindi Gennaro non confermò "telefonicamente", anzi chiese una smentita che sempre "telefonicamente" gli fu accordata ma poi non fu messa in atto. Perchè? Perchè l'ultima parola doveva essere del Comicon?

E allora chi fa “falsa informazione”?

A proposito del biglietto pagato da Gennaro. Abbiamo chiesto a Gennaro se magari l’organizzazione del Comicon, vista la brutta disavventura occorsagli, gli avesse almeno rimborsato il biglietto e ci ha risposto: “assolutamente no”. Il paradosso è anche, a questo punto, che il biglietto di Gennaro sia anche finito nel conteggio di quei 60.000 visitatori di cui si vanta l’organizzazione.

Gennaro conclude così il suo racconto: «Ora non so chi è stato preso perchè io non posso fare il riconoscimento dato che non li ho visti chiaramente. Ma so che e' accaduto anche ad altre persone di essere molestate cosi e sto cercando di contattarle per sapere se potrebbero riconoscerle magari da qualche foto o qualche video di Youtube. Io non ho mai parlato di pestaggio ma di aggressione, cioè di essere stato caricato da queste persone e di aver subito dei colpi, i danni che ne ho subito sono morali e riguardanti il costume ma nessun danno fisico. Questo e' cio che ho detto all'organizzazione Comicon ed è ciò che è accaduto. Mi fa male di quanta cattiva informazione sia stata fatta, e di quanto la mia versione sia stata cambiata, volevo che tutti sapessero che questo che e' accaduto è un fatto grave perche cio ha delineato la scarsa sicurezza del luogo, dato che ripeto so di altre persone che hanno subito molestie di questo tipo e trattandosi di una fiera del fumetto reputo che siano cose inaccettabili.»

Sì, infatti, sono cose inaccettabili e più inaccettabile ancora è il fatto che Gennaro in questo modo sia stato così aggredito due volte, una volta fisicamente da ignoti, e una volta - di più - moralmente da quelli del Comicon che hanno gestito male tutta questa incresciosa situazione e non hanno trovato di meglio che dare una loro versione del fatto totalmente diversa da quella della vittima, sperando forse così di farsi ragione. In un fumettomondo perfetto, una vera organizzazione perfetta avrebbe chiesto scusa a Gennaro, gli avrebbe rimborsato il biglietto (12 euro) e lo avrebbe invitato gratuitamente alla prossima edizione. E invece no.

Però hanno ragione quelli del Comicon: nel fumettomondo si fa cattiva informazione. E allora Moleskine non può ancora chiudere i battenti, altrimenti lascerebbe questa casta di nuvole a cantarsela e a suonarsela senza una voce fuori dal coro che cerca di indagare e verificare i fatti. E a farne le spese sono anche i bravi ragazzi come Gennaro, che vogliono divertirsi festosamente e pacificamente con il fumetto e i suoi derivati, ma che rischiano, quando capitano in queste brutte disavventure, di essere sacrificati sull’altare di altri interessi che vanno al di là del divertimento e del fumetto.

Perché diciamocelo, Gennaro è una persona per bene e magari ingenua (in senso solo positivo, si badi bene) che ha fatto un solo errore in tutta questa storia: in assoluta buona fede ha cercato un risarcimento di tipo morale. Se invece fosse andato in ospedale a farsi refertare e avesse successivamente sporto denuncia contro ignoti come gli hanno consigliato le forze dell’Ordine, sono convinto che quelli del Comicon avrebbero trattato il caso in modo molto (ma molto) diverso.

Ps: ovviamente gli altri siti di settore, come Comicus, Lo Spazio Bianco e Mangaforever, nelle loro cronache sul Comicon non hanno fatto alcun accenno a quanto accaduto a Gennaro. Chè mica è importante un caso di aggressione all'interno di una fiera del fumetto, è più importante raccontare di quanto fosse lunga la fila per le dediche di Zerocalcare. Non una parola sull'accaduto nemmeno dai "5 blogger" che hanno coperto la manifestazione napoletana a spese dell'organizzazione. Vuoi vedere che tra poco diventa pure tutta colpa di Gennaro che non si è stato zitto?

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