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Michele Medda festeggia 25 anni di carriera con un attacco di Sindrome del Marchese del Grillo
Moleskine #108
Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l'informazione di settore.
Michele Medda festeggia 25 anni di carriera con un attacco di Sindrome del Marchese del Grillo
di Giorgio Messina
Partiamo dalla fine. «L’arte (cioè il fumetto nel nostro caso – ndr) non ha niente a che fare con la democrazia. Il diritto di parola bisogna meritarselo. Il diritto alla stronzata, poi, bisogna stra–meritarselo». Ora, questa perla di saggezza non l’ha mica detta Benito Mussolini in una delle sue varie affacciate, pugni ai fianchi, dal balcone di Piazza Venezia durante il ventennio fascista. No. Questa meravigliosa perla di saggezza l’ha snocciolata uno che se non facesse lo sceneggiatore di fumetti per Sergio Bonelli Editore, potrebbe appunto benissimo fare di diritto – e scusate il gioco di parole – il professore di diritto alla stronzata. Stiamo parlando di Michele Medda, indimenticato creatore di Nathan Never, e dimenticabilissimo autore della miniserie Caravan (che in pratica ha capito solo lui che se l’è scritta…) e di assortiti e altrettanto dimenticabilissimi albi vari realizzati sui personaggi di SBE.
Medda proprio di questi tempi festeggia 25 anni di carriera e quindi con il tipico nonnismo che anima certe camerate del fumettomondo, ha pensato bene di pontificare dal suo sito nomecognome.com per ricordarci che dopo le misteriose nuvole di Caravan che ci ha menato per ben 12 numeri, egli è vivo e lotta insieme a noi in attesa di dare alle stampe a marzo 2014 una nuova miniserie, intitolata “Lukas” e stavolta di ben 24 numeri. Ecco alcuni stralci del Medda-pensiero, stupendo e illuminato: «chiunque oggi può intervenire su un forum, aprirsi una pagina Facebook o un blog. Internet è una fogna intasata dove qualsiasi stronzo può salire a galla». Vero, verissimo, talmente vero che Michele Medda ha infatti avuto la libertà di aprirsi michelemedda.com da cui con altrettanta scatologica libertà può ancor più liberamente pontificare.
Prosegue Medda: «vedete, non dovrei essere io a spiegarvelo, ma stronzi di questo tipo vivono e prosperano solo nella Rete. Nel mondo reale non hanno consistenza. Sono ectoplasmi. Se non avessero una connessione internet scomparirebbero, e nemmeno li sentireste fare puff. Sarebbero il proverbiale albero che cade nella foresta». Ectoplasmi che pagano per usare magari la stessa connessione che usa Medda, ma vabbè son dettagli. Ma non vorremmo contraddirlo troppo il nostro, visto che festeggia i suoi 25 anni di carriera – mica cotiche – in preda ad un attacco della cosiddetta “Sindrome del Marchese del Grillo”, quella del “Io so io e voi un nun siete un cazzo”. Medda comunque dall’alto dei suo 25 anni di carriera – mica cotiche – trova il male ma trova anche la sua cura: «ma c’è un modo per neutralizzare gli ectoplasmi anche nella loro esistenza virtuale. Ed è ignorarli. Isolarli. Togliere loro l’attenzione degli autori equivale a togliere loro la voce. Senza il riscontro, senza il certificato di esistenza in vita che alcuni autori ingenuamente regalano, il loro è un grido afono».
Ed ecco arrivare la “soluzione finale” alla questione: «e se proprio non ci riuscite… se proprio soccombete all’impulso di interagire con un cazzaro… allora ficcatevi in testa che questa è una guerra. Non si dà tregua e non si fanno prigionieri». Ed ecco che Medda, levata la camicia nera (come da foto), indossato l'elmetto e calatosi nella trincea della sua guerra immaginaria palesa l’armaggeddon finale, il fuoco grillino (che per ora va tanto di moda) e purificatore: «c’è una sola cosa che gli potete dire (ai cazzari ectoplasmi meddiani – ndr): vaffanculo. Tolleranza zero per chi è uno zero e conta zero». Cioè, come dire, se la gente smettesse di comprarsi i fumetti scritti da Medda, il nostro dovrebbe trovarsi un altro lavoro. Ma son dettagli. Come son dettagli gli inviti meddiani ad ignorare e isolare chi osa criticare il semidio Medda dell’olimpo bonellide. Per capire come il nostro eroe, oltre alla Sindrome del Marchese del Grillo, soffra anche della della Sindrome del “fate come dico ma non fate come faccio”, leggete di seguito, è molto istruttivo.
Nome storpiato? Non sempre è diffamazione
Venerdì 02 ottobre 2009
Storpiare il cognome di una persona, anche aggiungendo una sola lettera ma tale da trasformarlo in qualcosa di negativo, è reato? E l'autore deve essere punito? Dipende: se si tratta di satira, no.
È quanto ha capito lo sceneggiatore cagliaritano Michele Medda, 47 anni, tra i più conosciuti in campo nazionale (è autore, con Antonio Serra e Bepi Vigna, di Nathan Never per la Bonelli editore), finito qualche anno fa nel mirino del titolare di un sito internet e del suo vignettista: i due avevano inserito una “r” tra le “d” del suo cognome. Medda aveva reagito denunciandoli per diffamazione e chiedendo una provvisionale di 100 mila euro. Mercoledì però il gup di Cagliari ha assolto gli imputati (Matteo Bernardini, 39 anni, di Pisa, e Tommaso Milella, 44, di Bari) ritenendo che non ci fosse reato perché, a suo dire, non di offesa si trattava ma di una critica che ricadeva nel riconosciuto diritto alla satira.
Proprio come sostenuto dall'avvocato Carolina Marrazzo, difensore di Bernardini: questi era finito sotto inchiesta per il titolo “Michele Medda ci riprova”, con quella “r” in più, pubblicato nella loro pagina web. Si criticava una recensione negativa di Medda su alcuni lavori del fumettista inglese Alan Moore. In quel contesto fu anche inserito un disegno che raffigurava Moore in vesti “particolari” dovute alle critiche del 47enne sardo. Da qui la denuncia e il processo per diffamazione a mezzo stampa. L'avvocato Marrazzo ha sostenuto che «l'aggiunta di quella lettera al cognome del Medda si è tradotta semplicemente in una rappresentazione surreale e allegorica pienamente». Nessuna offesa, dunque. Il giudice le ha dato ragione. ( an. m. )
Capito da dove proviene la vis scatologica di Medda? È proprio vero: degli autori dovremmo leggerci solo le opere, senza scoprire mai che si credono dei semidei ma sono più ectoplasmici e cazzari degli ectoplasmi cazzari che vorrebbero condannare all’oblio eterno solo perché non li osannano come essi magari pretendono. Ma è la bellezza di internet, baby. Spazio a tutti e tutti sinceri democratici finché la si pensa allo stesso modo, poi scatta lo squadrismo mediatico. Insomma il risultato di 25 anni di carriera per Medda è che chi ti critica va ignorato, chi ti fa oggetto di satira va querelato. Complimenti, Medda, e auguri sinceri per i prossimi 25 anni di carriera!
Ps: caro Medda, scusi se nel post scriptum oso rivolgermi direttamente a lei, ma mi sono accorto leggendo i suoi scritti on line che Sua Grandiosità spesso usa la parola “fumettomondo”. Avendo io per primo coniato il neologismo di cui sopra, e non volendo fare nulla per sottrarmi alla schiera di ectoplasmi cazzari da lei teorizzata, come risolviamo? Mi paga i diritti di utilizzo del termine? O forse la richiesta le sembra troppo ectoplasmica e cazzara e quindi farei meglio a farLe scrivere dal mio avvocato al suo avvocato? Mi dica Lei. Può rispondermi anche con un post sul suo sito nomecognome.com. In fondo tra ectoplasmi cazzari un accordo si trova sempre, no?
Nella foto, tratta liberamente dal web, Michele Medda in camicia nera.