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Hugo Pratt, l'amore perduto di Ornella Vanoni
[11/11/2011] » «Non abbiamo mai fatto l’amore. Era la sua testa che m’interessava. Entrarci dentro e restarci a vita. Ci sentivamo quasi tutti i giorni, ma non abbiamo fatto in tempo a diventare amanti.»
«Sono una signora di 77 anni che non ha mai avuto così tanta voglia di fare felice la gente e se stessa con il suo canto». Questo è l’autoritratto di Ornella Vanoni oggi. Quel che è stata la sua vita finora lo racconta, invece, a Giancarlo Dotto in “Una bellissima ragazza”, in questi giorni in libreria per Mondadori. “Sette”, settimanale del Corriere della Sera, nel numero in edicola giovedì scorso, ha scelto in esclusiva alcuni brani del libro dedicati agli uomini che hanno costellato la vita di questa grande protagonista della musica. E segnato un periodo della storia italiana.
Fumetto d'Autore, in collaborazione con l'ufficio stampa di RCS, vi presenta in esclusiva il passo del llibro di memorie della cantante dedicato all'amore perduto tra Ornella Vanoni e il fumettista Hugo Pratt.
«Sì, Hugo Pratt è stato un amore perduto. L’amore perduto. Volevo finire la mia vita raggomitolata al suo fianco, sentirlo parlare, raccontare, con il suo veneziano avvolgente, perché lui non era solo un uomo, lui era un mondo intero, era il mondo. Un irresistibile affabulatore. Era come Borges: tu ti sedevi, lui parlava e non sapevi mai dov’era il confine tra verità e finzione. Ascoltare Hugo mi dava la stessa emozione. Borges ha fatto sette conferenze a Buenos Aires e io sono andata a tutte e sette. Era un incantatore. (…) Ho sempre pensato che Hugo e Vinícius de Moraes fossero profondamente simili. Hugo la vita l’ha vissuta e l’ha disegnata. Vinícius l’ha vissuta e l’ha scritta. Entrambi amavano le donne, l’essenza della donna, la differenza della donna. Il sesso veniva dopo. Hugo mi raccontava di una sua amica con cui parlavano e ridevano così tanto, che non sono mai riusciti a fare l’amore. La parola, il racconto, non erano l’antefatto, per lui erano già carne, sesso alla massima potenza. È successo così in fondo anche tra di noi. Non sono mai finita in un letto con lui. Non abbiamo mai fatto l’amore. Era la sua testa che m’interessava. Entrarci dentro e restarci a vita. Ci sentivamo quasi tutti i giorni, ma non abbiamo fatto in tempo a diventare amanti. Se gli fossi stata più vicino, forse un giorno sarebbe successo. Mi manca la controprova, ma continuo a pensare che al suo fianco e acquattata nella sua grande testa avrei passato degli anni sereni e belli. (…)»