Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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Animals si ferma a 25

animals25[04/10/2011] » Pubblichiamo l'editoriale di commiato del numero 25 della rivista d'autore in edicola dal 3 ottobre.

Non si sono ancora spente le polemiche della querelle Makkox-Coniglio Editore per il destino della rivista del "Canemucco", fermatosi al numero 4 dei 6 previsti, che ecco arrivare un'altra brutta notizia per l'editore romano. Animals pubblicato da Coniglio Editore chiude la sua corsa in edicola al numero 25.

Ecco come la fine di Animals viene raccontata da Laura Scarpa, direttrice della rivista, nell'editoriale dell'ultimo numero in edicola in questi giorni

FINE DELL’EPISODIO

Che è sempre una formula ambigua…

Finita la storia? O prosegue? L’eroe potrebbe ancora morire o se si è salvato questa volta è fatta…

C’è in Stand by me (il romanzo di Stephen King) il protagonista (lo scrittore) racconta una storia agli amici attorno al fuoco, giunto al finale conclude, quando uno degli altri gli chiede: “E poi?”.

L’“e poi” non esiste nei libri, non ci interessa né quello che farà Cenerentola una volta regina, né Ismaele, salvato dal mare…

Poi ci sono le storie a puntate, sempre meno spesso nella narrativa (finiti i feuilleton ottocenteschi), niente o quasi nel cinema, nella televisione imperano, nel fumetto c’erano e ci sono ancora.

L’episodio è il territorio ambiguo che ti fa capire che continua, ma la storia, “quella” storia, è finita lì. Non ti devi chiedere che cosa è successo di conseguenza a quei fatti, puoi chiudere l’albo soddisfatto, senza farti domande, oppure… oppure desiderare che un mese o due passino veloci perché il personaggio continua a vivere e tu vuoi che viva e ti racconti altre storie, con lui che un poco si modifica, fosse solo perché si arricchisce di altre avventure.

Anche una rivista è un po’ un personaggio che vive una storia.

L’“episodio” di ANIMAls è durato due anni, anzi, un poco di più. L’episodio (o vogliamo chiamarlo capitolo?) si chiude qui, al n. 25.

La crisi, lo sappiamo, c’è, è inutile parlarne qui ora. La crisi della carta stampata… ma ce lo siamo già detto, e l’edicola sempre più sovraccarica e dove molti edicolanti rimandano indietro le riviste senza aprire i pacchi, perché così ci perdono meno.

L’abbiamo detto, scritto. Ma si può combattere. Quest’estate un lieve rialzo di vendite c’è stato con il tam-tam su Facebook e internet, il vostro tam-tam.

Si può fare qualcosa per rilanciare «ANIMAls», si può fare, ma per ora la crisi ci ha colpiti.

«ANIMAls» finisce qui. QUESTO «ANIMAls».

Non temete, tutto è perduto fuorché l’onore, e la speranza. Speranze che non sono campate in aria, ci sono editori con cui stiamo dialogando, che si stanno muovendo, proposte e mutamenti. Ci vogliono editori molto forti.

«ANIMAls» finisce, ma non è finito.

Il fumetto non sta chiuso in una gabbia, e noi di «ANIMAls» siamo, come dicevo, curiosi.

La politica ci importa, perché è la nostra vita. La vita dei vicini di casa e di nazione ci importa, e importa a chi scrive (veri) romanzi, a chi fa (buon) cinema, a chi dice cose importanti e nuove.

I viaggi, i Paesi, le idee, gli uomini.

Abbiamo molte cose da dire e scoprire, non è finita.

La prova è che in questo numero, oltre ad affezionati autori, scoprirete anche nuovi talenti, oltre a Roberto Recchioni che si rivela sempre di più anche disegnatore oltre che sceneggiatore, molti nuovi autori bravissimi.

Per questo «ANIMAls» non può finire qua. QUESTI autori meritano di essere letti, conosciuti, di avere spazi per loro. Una rivista può dare lo spazio giusto, in attesa che abbiano il tempo e l’idea per un libro, o semplicemente per dare spazio a piccole e ficcanti storie brevi.

Dunque cercateci in edicola tra due mesi, forse tre.

Non sarà col marchio Coniglio, ma saremo noi di «ANIMAls». Ci riconoscerete anche sotto un restyling. Cercateci, ci ritroverete, lo credo, lo prometto.

Per saperne di più, per essere aggiornati, seguiteci sul blog (che continua anche in questi mesi di terra di nessuno) oppure sul gruppo Facebook.

Scriveteci.

Gli abbonati riceveranno entro un mese chiarimenti e proposte a ripagare o sostituire i numeri mancanti.

Io spero che questo non sia un addio, ma se lo fosse su carta, vediamoci, incontriamoci a Lucca, incontriamoci in rete, brindiamo al fumetto, alle storie reali.

Proviamoci e proviamo a credere nel fumetto, ma anche nelle altre cose della vita. Se non ci fossero quelle non avremmo nulla da dire, da disegnare e da scrivere.

A presto e grazie di essere stati con noi

Laura Scarpa con tutta la redazione e collaboratori.

Finita la storia? O prosegue? L’eroe potrebbe ancora morire o se si è salvato questa volta è fatta…
C’è in Stand by me (il romanzo di Stephen King) il protagonista (lo scrittore) racconta una storia agli amici attorno al fuoco, giunto al finale conclude, quando uno degli altri gli chiede: “E poi?”.
L’“e poi” non esiste nei libri, non ci interessa né quello che farà Cenerentola una volta regina, né Ismaele, salvato dal mare…
Poi ci sono le storie a puntate, sempre meno spesso nella narrativa (finiti i feuilleton ottocenteschi), niente o quasi nel cinema, nella televisione imperano, nel fumetto c’erano e ci sono ancora.
L’episodio è il territorio ambiguo che ti fa capire che continua, ma la storia, “quella” storia, è finita lì. Non ti devi chiedere che cosa è successo di conseguenza a quei fatti, puoi chiudere l’albo soddisfatto, senza farti domande, oppure… oppure desiderare che un mese o due passino veloci perché il personaggio continua a vivere e tu vuoi che viva e ti racconti altre storie, con lui che un poco si modifica, fosse solo perché si arricchisce di altre avventure.
Anche una rivista è un po’ un personaggio che vive una storia.
L’“episodio” di ANIMAls è durato due anni, anzi, un poco di più. L’episodio (o vogliamo chiamarlo capitolo?) si chiude qui, al n. 25.
La crisi, lo sappiamo, c’è, è inutile parlarne qui ora. La crisi della carta stampata… ma ce lo siamo già detto, e l’edicola sempre più sovraccarica e dove molti edicolanti rimandano indietro le riviste senza aprire i pacchi, perché così ci perdono meno.
L’abbiamo detto, scritto. Ma si può combattere. Quest’estate un lieve rialzo di vendite c’è stato con il tam-tam su Facebook e internet, il vostro tam-tam.
Si può fare qualcosa per rilanciare «ANIMAls», si può fare, ma per ora la crisi ci ha colpiti.

«ANIMAls» finisce qui. QUESTO «ANIMAls».
Non temete, tutto è perduto fuorché l’onore, e la speranza. Speranze che non sono campate in aria, ci sono editori con cui stiamo dialogando, che si stanno muovendo, proposte e mutamenti. Ci vogliono editori molto forti.
«ANIMAls» finisce, ma non è finito.
Il fumetto non sta chiuso in una gabbia, e noi di «ANIMAls» siamo, come dicevo, curiosi.
La politica ci importa, perché è la nostra vita. La vita dei vicini di casa e di nazione ci importa, e importa a chi scrive (veri) romanzi, a chi fa (buon) cinema, a chi dice cose importanti e nuove.
I viaggi, i Paesi, le idee, gli uomini.
Abbiamo molte cose da dire e scoprire, non è finita.

La prova è che in questo numero, oltre ad affezionati autori, scoprirete anche nuovi talenti, oltre a Roberto Recchioni che si rivela sempre di più anche disegnatore oltre che sceneggiatore, molti nuovi autori bravissimi.
Per questo «ANIMAls» non può finire qua. QUESTI autori meritano di essere letti, conosciuti, di avere spazi per loro. Una rivista può dare lo spazio giusto, in attesa che abbiano il tempo e l’idea per un libro, o semplicemente per dare spazio a piccole e ficcanti storie brevi.
Dunque cercateci in edicola tra due mesi, forse tre.
Non sarà col marchio Coniglio, ma saremo noi di «ANIMAls».  Ci riconoscerete anche sotto un restyling. Cercateci, ci ritroverete, lo credo, lo prometto.
Per saperne di più, per essere aggiornati, seguiteci sul blog (che continua anche in questi mesi di terra di nessuno) oppure sul gruppo Facebook.
Scriveteci.
Gli abbonati riceveranno entro un mese chiarimenti e proposte a ripagare o sostituire i numeri mancanti.
Io spero che questo non sia un addio, ma se lo fosse su carta, vediamoci, incontriamoci a Lucca, incontriamoci in rete, brindiamo al fumetto, alle storie reali.
Proviamoci e proviamo a credere nel fumetto, ma anche nelle altre cose della vita. Se non ci fossero quelle non avremmo nulla da dire, da disegnare e da scrivere.
A presto
e grazie di essere stati con noi
Laura Scarpa
con tutta la redazione e collaboratori

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