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Lilith (Bonelli)
Dopo nove anni Lilith chiude, e si tramutai in Gea II. (SPOILER - SPOILER- SPOILER)
Di Alessandro Bottero
Aspettavo Lilith 18 da nove anni, ossia da quando ho preso Lilith 1. Volevo sapere cosa sarebbe successo della lotta tra l’Umanità e il Triacanto. Volevo sapere se la missione di Lilith, agente inviata nel passato dagli ultimi superstiti dell’umanità per bloccare la minaccia che millenni prima aveva quasi sterminato la Razza Umana, il Triacanto appunto, sarebbe finita bene o invece no. Negli ultimi anni (ricordo che Lilith è semestrale, ossia 18 numeri equivalgono a nove anni), negli ultimi anni dicevo le cose si erano di molto ingarbugliate. Luca Enoch aveva iniziato a giocare con il genere narrativo dell’Ucronia, creando un passato nuovo e diverso. La Prima Guerra Mondiale era andata diversamente da come è andata nella nostra realtà, e ancora prima la Guerra di indipendenza americana era stata persa dai ribelli. Il continente americano per Lilith è diviso tra Impero inglese (dalla costa est fino alle Montagne Rocciose) e Impero Giapponese (dalla costa ovest alle Montagne Rocciose). E soprattutto Lilith aveva iniziato a dubitare della sua missione. Nel numero 17 addirittura il Triacanto, per bocca di una sua emissione animata, le aveva detto “Carina, ti hanno detto un sacco di balle. Io sono il vero futuro bello e meraviglioso della Terra. L’umanità è brutta. Hai visto che stanno sempre a combattere? Se mi lasci fare faremo tutti un bel salto evolutivo e vivremo tutti felici e contrenti. Basta sterminare l’Umanità e tutto andrà bene”. E io mi ero detto “Beh, ma non è possibile che finisca così. Enoch ha posto due possibili finali: A vince Lilith ed elimina il Triacanto, B Lilith NON elimina il Triacanto e perde. Sicuramente vedrai che ci sarà un colpo di scena finale e la conclusione della storia non sarà nessuna di queste. Enoch mi sorprenderà”.
Beh, non mi ha sorpreso. Quando è uscito il fumetto l’ho preso e l’ho letto di corsa. Alla fine vince il Triacanto. Lilith si lascia infinocchiare dal Triacanto, uccide il Nero, il compagno che l’aveva aiutata per 17 numeri (bella riconoscenza), si lascia ASSIMILARE dal Triacanto, TORNA nel futuro da cui è arrivata, adesso è LEI l’emanazione del Triacanto e si è convinta della bontà della visione del mondo del Triacanto (ossia l’umanità è una massa di brutti animaloni violenti, per cui prima la togliamo dalle palle meglio è) e stermina la sua famiglia e il resto dei superstiti. Poi il Triacanto germina, tutto il mondo diventa un bell’alberone fronzuto e la storia finisce con Lilith che riposa serena in mezzo a un letto di fiori.
Che cosa dovrebbe fare una recensione? Giudicare la tecnica della storia? Allora il giudizio è ovviamente positivo. Enoch sa raccontare, sa calibrare i tempi, sa scrivere battute efficaci, sa creare personaggi credibili, e sa gestire argomenti scabrosi.
Ma poi cos’altro dovrebbe fare una recensione? Esprimere cosa pensa il recensore. E allora sono insoddisfatto. Questa NON è la storia che mi aspettavo. Uno può dire “Beh, meglio così no? Enoch ti ha sorpreso”. Ma il punto non è questo. Questa non è la storia che mi aspettavo di leggere, perché è PROPRIO una delle possibili storie che Enoch aveva prospettato come soluzioni: A o B. Ossia non mi aspettavo che la conclusione fosse così telefonata. Speravo, mi aspettavo, sognavo, imploravo un colpo di scena. Una soluzione C, né con il progetto originale di Lilith, né col il progetto del Triacanto. Mi aspettavo una soluzione nuova che superasse l’alternativa A o B. E invece no. Il cedimento di Lilith, perché Lilith ha ceduto alle parole del Triacanto, inutile starci a girare intorno, praticamente era stato detto da subito, quando in uno die primi numeri il Nero ha detto a Lilith “Attenta, il Triacanto ti infinocchierà e ti farà dubitare della sua missione” Ed è esattamente quello che è successo. Mi sarei aspettato una conclusione in cui Lilith portasse a termine la sua missione in un modo diverso dall’eliminare il Triacanto (questo lo avevano capito tutti), ma NON lasciando che il Triacanto sterminasse l’umanità
E qui veniamo a Gea. La fine di Lilith è la stesa di Gea. Anzi la STRUTTURA narrativa di Lilith è la stessa di Gea. Impostazione problema – aggravamento problema – scentro finale – risoluzione del problema con, come risultato finale, la Terra tramutata in un enorme giardino mistico con un graaaaaaaande albero che ingloba l’essenza della nuova vita. Gea era più commedia, Llith più tragedia mistica, ma lo svolgimento è lo stesso.
Gea finisce con un grosso albero e l’instaurazione di una nuova era sulla terra. Lilith finisce con un grosso albero e la Terra che entra in una nuova fase della vita.
Se si scava sotto la superfice si vede come Enoch abbia raccontato sempre la stessa storia, ossia il percorso che fa arrivare la Terra in un nuovo ciclo spirituale.
È un bene? Boh, non lo so. Sicuramente è ripetitivo. Poi è fatto bene, ed è una narrazione sincera. Si coglie che Enoch crede veramente in questa visione dell’universo, una visione olistica in cui la materia e lo spirito sono una cosa sola.
È una visione delle cose molto legata al misticismo orientale, e non è un caso se le ultime parole della serie siano proprio quelle di un mistico orientale, e non occidentale.
Allora recensione: Lilith è stata una serie bella. Mi aveva creato molte aspettative per il finale. Poi è arrivato il finale. E la delusione è tanta.
D’altronde che volete fare se avete già i primi 17 numeri? Non prendere l’ultimo? Ovvio che lo prenderete. E magari vi piacerà anche e non concorderete con me. Ma forse uno sforzo di immaginazione in più ci poteva stare.
Ora però basta che la prossima miniserie non parli di nuovo di un grosso albero e dell’avanzamento spirituale della Terra. Una volta va bene. Due ancora ancora. Tre no, per pietà.