- Categoria: Autori e Anteprime
- Scritto da Attilio Capuozza
- Visite: 8708
Dylan, Demian, Cassidy e gli altri: intervista a Pasquale Ruju
di Attilio Capuozzo
D: Ciao Pasquale e benvenuto su Fd’A.
Iniziamo dal N.300 di Dylan Dog. Dopo Tiziano Sclavi e Paola Barbato è toccato a te scrivere un albo celebrativo dell’ Indagatore dell’Incubo.
Come è nata l’idea del Soggetto? Quanto hanno influito le eventuali direttive della Redazione sullo sviluppo creativo del’albo?
R: Come tutti i numeri celebrativi, il soggetto è stato elaborato in stretta collaborazione con la redazione, cosa inevitabile quando si va a toccare la "mitologia" dylaniana. L'albo è quindi il risultato di scelte narrative condivise, ma al tempo stesso è assolutamente personale e "mio" nella stesura finale della sceneggiatura.
D: Cassidy è giunto quasi al termine; facendo il punto della situazione, che gradimento ha ricevuto dai lettori un personaggio “dall’altre parte della barricata” e dunque per molti versi così insolito nell’ambito della tradizione bonelliana?
E’ ovvio che ancora non ne conosciamo l’epilogo ma nel futuro Cassidy potrà riservarci in edicola delle sorprese?
R: Pur non avendo avuto le vendite di Demian, Cassidy si è ritagliato la sua bella fetta di lettori affezionati, e ha avuto un gradimento, da parte loro, forse perfino maggiore di quello del mio chevalier. Gradimento che si è palesato con numerose lettere, mail e interventi negli incontri con il pubblico. Di questo sono ovviamente molto felice. Non è previsto un seguito, per Ray, ma spero lascerà un buon ricordo della sua breve, spericolata epopea criminale.
D: I lettori possono ben sperare nel continuare a godersi ancora a lungo la lettura di altre gesta di Demian, lo chevalier della Fraternité?
R: Ci sarà un quarto speciale, che dovrebbe concludere definitivamente anche la saga di Demian, così come era stato previsto.
D: I Romanzi a fumetti Bonelli rappresentano il riuscito tentativo da parte della Casa di Via Buonarroti, di sperimentare nuovi formati editoriali rispetto all’esistente parco testate. Sono per così dire la risposta italiana, nell’ambito del fumetto da edicola, alla moda del Graphic Novel.Cosa ne pensi, Pasquale, di questo fenomeno e vedremo mai la tua firma in un Romanzo?
R: Ho un progetto in cantiere, ma forse vedrà la luce solo fra un anno o due. Personalmente sono entusiasta di questo formato, e spero che il suo successo spinga la mia casa editrice - e anche altre, perché no? - a regalarci sempre nuove storie.
D: Si parla tanto di crisi del Fumetto eppure case editrici come Bonelli e Star Comics stanno investendo in maniera continua e costante sulle miniserie che di fatto si sono imposte come il nuovo trend del mercato.
Le miniserie possono quindi considerarsi un valido strumento per rivitalizzare il mercato fumettistico?
R: I lettori hanno mostrato di apprezzare le miniserie. Penso diventeranno semplicemente un altro modo di proporre storie a fumetti, accanto a quelle storiche o ad altre di maggior respiro. Non credo che le sostituiranno, però. I lettori si affezionano ai personaggi e mal si rassegnano a perderli, come succede ad esempio per Cassidy. Ciò nonostante, da autore che ama confrontarsi con personaggi e generi diversi, trovo che una mini sia il formato ideale per un mio progetto narrativo.
D: A partire soprattutto dalla metà degli anni ’60, illustri esponenti dell’intellighenzia, Umberto Eco, Oreste del Buono, Elio Vittorini (giusto per citare pochi nomi), si sono impegnati per il giusto riconoscimento di dignità e spessore culturale al medium Fumetto che fino ad allora era stato per troppe volte oggetto di facili censure e immotivate mortificazioni. In Italia, ancora oggi, alcuni intellettuali e benpensanti ghettizzano il Fumetto e storcono il naso al sentire termini come Nona Arte, Arte Sequenziale o Letteratura Disegnata. Come te lo spieghi questo atteggiamento snob?
R: È il retaggio di un modo di pensare superato, oltre che di semplice ignoranza nei confronti di un media che ha dato vita a tanti capolavori letterari, in tutto e per tutto degni di stare accanto ad altre forme narrative. Per fortuna, poco alla volta, le cose stanno cambiando.
D: Tra le diverse serie lunghe attuali, quali sono quelle che riscontrano un maggior gradimento tra i lettori?
R: Tex e Dylan Dog, credo, poi Julia, Nathan Never e tutte le altre a seguire.
D: Nel corso dell’ultima edizione del Comicon di Napoli si è parlato di fumetti multimediali realizzati espressamente per inuovi dispositivi mobili, gli Smartphone e i Tablet. Siamo di fronte a prodotti che integrano immagini, testo, animazioni, filmati e colonne sonore. Qual è il tuo atteggiamento verso questo nuovo modo di fruire il Fumetto e saresti propenso a creare qualcosa per queste nuove tecnologie?
R: A parte il mio personale feticismo verso il fumetto cartaceo, guardo con interesse allo sviluppo di opere in digitale. Anche per la possibilità di accedere a nuovi mercati, e far scoprire i comics in paesi che non godono di una distribuzione simile alla nostra. Lavorarci in futuro? Perché no?
D: Quando Pasquale Ruju sveste i panni di sceneggiatore, con quali letture fumettistiche è solito impegnare il suo tempo libero?
R:Sono un lettore assolutamente onnivoro, anche se riconosco di avere qualche difficoltà con la lettura dei manga, al contrario. Questione forse di generazione... Ultimamente, personaggi Bonelli a parte, leggo parecchio materiale Vertigo, e sul fronte italiano amo molto le storie di Makkox.
D: Chi sono i tuoi fan più accaniti nell’ambito strettamente familiare?
R: Nessuno dei miei familiari è un gran lettore di fumetti, ma fanno una eccezione per il sottoscritto!
D: Di chi è innamorato Pasquale Ruju? Di un personaggio che ha già scritto, di uno che sta scrivendo o del personaggio che dovrà ancora scrivere?
R: Sempre di quello ancora da scrivere.
D: Pasquale, parlaci un po’ dei tuoi progetti futuri. Continuerai a scrivere per Dylan Dog? Per quali altri personaggi vedremo la tua firma?
R: Lavorerò su Tex e Dylan Dog, soprattutto, con qualche digressione in ambito cinematografico, e forse un romanzo a fumetti. Poi si vedrà.
D: Giunti alla conclusione dell’intervista, ti ringrazio per la simpatia e disponibilità e lascio il palcoscenico a tua completa disposizione per dire ciò che vuoi ai lettori di Fumetto d’Autore.
R: Un saluto a tutti, con l'augurio di un anno pieno di buone letture!
Intervista realizzata con la collaborazione di Marcello Capuozzo.