- Categoria: Autori e Anteprime
- Scritto da Super User
- Visite: 17102
Le tavole mancanti di Manara: la replica di Fabio Licari di RCS
In merito all'articolo "All'opera omnia di Manara pubblicata da RCS mancano tre tavole" di Giuseppe Pollicelli (articolo originariamente pubblicato il 27/10/2013 dal quotidiano Libero e rilanciato da Fumetto d'Autore per gentile concessione dell'autore il 28/10/2013), riceviamo e pubblichiamo.
E quindi il Corriere della Sera, e naturalmente il suo partner Gazzetta dello Sport, “mettono gli slip” alle veneri di Manara. O almeno così titola Libero di domenica 27 ottobre, dedicando un bel richiamo in prima, e poi tutta una pagina interna, alla nuova collezione Maestro dell’Eros (che è allegata ai due quotidiani e che ripropone l’opera integrale di Milo Manara). Non è questo il luogo, ci mancherebbe, per elencare tutte le inesattezze e le falsità di titolazione e di contenuto del quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Enormi. Ma, dato che Fumetto d’Autore ospita gli articoli di Giuseppe Pollicelli (collega che conosco da oltre vent’anni, solitamente competente e preciso), compreso quest’ultimo su Manara, mi sembra giusto e doveroso intervenire.
Almeno per sgombrare la questione da equivoci e falsità su mutande, censure e altre cose del genere contenute in quelle righe infelici. Sono Fabio Licari, giornalista della Gazzetta dello Sport e curatore di buona parte delle collane a fumetti allegate ai due quotidiani, quindi, ah ah ah!, proprio uno degli artefici della “censura”. Quello che leggo nell’articolo di Pollicelli purtroppo è assolutamente fuorviante e non corretto e tradisce oltretutto la mancata lettura del volume (si fa così una recensione?). Il senso del pezzo è che, con o senza il consenso dell’autore, il Corriere avrebbe censurato Il Gioco di tre tavole, così tradendo l’ignaro lettore.
Ripeto: ah, ah, ah. L’autore dell’articolo dimentica, o ignora, che da una decina d‘anni Milo Manara stesso considera la versione senza quelle pagine “la versione originale del fumetto”. Punto. Lo ha detto nel libro-intervista “Vita e Donnine di Milo” di Verni e Murari (edizione 2008, pagina 127), lo ha ripetuto in altre interviste. E comanda lui, che è l’autore. Non solo: A PAGINA 37 del volume c’è una pagina con un disegno di Manara e una didascalia esplicativa di tutta la questione, del perché della decisione, del consenso dell'autore eccetera. C'è tutto insomma per il lettore. Invece Pollicelli scrive:
1) “Non ci saremmo mai aspettati che a privare Il Gioco di tre tavole particolarmente hard fosse anche la pubblicizzatissima collana…” (e infatti meglio non aspettarselo);
2) “E invece, non sappiamo se con il consenso dell’autore (ma immaginiamo di sì), dal tomo Rcs mancano le tre pagine in cui la signora Cristiani quanto mai infoiata non si perita di attentare alle virtù…” (e forse, oltre a immaginare, bastava leggere il volume per non incappare nell’errore grossolano, o almeno fare una telefonata a me che lavorando in via Solferino, anche se non fossi stato il responsabile, avrei potuto indicare chi si occupava della collana);
3) “Si tratta di una sequenza molto forte, che sconfina nel territorio minato della pedofilia, ma il volume, com’è giusto che sia, è esplicitamente riservato a un pubblico adulto … (che) ha il diritto di valutare un’opera dell’ingegno bella sua interezza…” (e, appunto, così è: nella sua interezza);
4) “Alla Rcs, invece, e senza avvertire nessuno (e questo è l’aspetto più antipatico della vicenda) hanno deciso di trattare i lettori come fossero tutti minorenni” (mah, non avvertire nessuno? Ci sono copie senza pagina 37 in giro?).
La collana Maestro dell’Eros può piacere o meno, Manara essere considerato un genio o un modesto artigiano: questo rientra nell’ampio, totale, diritto di critica che anch’io, come Pollicelli, esercito nei miei articoli. Si poteva indicare nei redazionali la scelta dell’autore? Si poteva, ma una introduzione su Manara e censura è già prevista nel numero 12, e l’autore non è tenuto, ogni volta, a spiegare una sua scelta artistica, benché in questo caso l’abbia fatto PROPRIO NELLA STORIA. Inoltre già nella collezione del Sole/24 Ore, parecchi anni fa, era apparsa la versione definitiva: proprio questa incriminata. Noi che ne parliamo per lavoro dovremmo esserne informati prima di emettere sentenze o sorprenderci a posteriori, creando castelli in aria. Non piace la collana? Non piace il nostro lavoro editoriale? Abbiamo sbagliato il taglio di un volume? Prego, per le critiche civili ci sarà sempre spazio. Ma un articolo così, le cui lacune sono ingigantite da una titolazione paradossale che forse lo stesso Pollicelli potrebbe considerare distante, aveva bisogno di qualche precisazione.
Grazie per l’accoglienza
Fabio Licari