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La Critica è una bella ragazza con gli occhi verdi
di Giorgio Messina
Guardando il mondo del fumetto italiano dall’altro lato dello specchio mi viene spesso l’idea che sia come una borgata della città eterna chiamata Cultura. Come in tutte le borgate, a volte scende a fare un giro alla festa di quartiere quella bellissima ragazza dagli occhi verdi che si chiama Critica. Un po’ ammiccante e un po’ sciantosa, Critica sembra disponibile ad andare sottobraccio con intere schiere di galanti ammiratori ma poi la storia finisce sempre nella stessa maniera. Quando pensi che ha scelto te, invece è già scappata con un altro.
Andando fuor di metafora, ma non troppo, i siti di informazione dedicati al media “fumetto”, come vuole la storiografia di settore che va per la maggiore, sono stati la naturale evoluzione delle fanzine cartacee che circolavano ancora fino agli inizi del terzo millennio. Il Web 2.0 ha però definitivamente sancito la fine dei fanzinari da fotocopia e ha generato l’affermarsi del “critico on line”. E la bella Critica dagli occhi verdi che ha fatto? Prima faceva l’altezzosa con Checco Puricelli, il fanzinaro, ma poi è scappata, innamorata persa, con il Conte Tacchia, il critico on line.
E in borgata come hanno reagito a questa notizia inaspettata e sorprendente? Sono scesi quasi tutti in piazza a festeggiare i novelli sposi e la loro fuitina d’amore. E i festeggiamenti continuano tutt’oggi.
Ogni tanto, però, durante questa festa che sembra non avere più fine, c’è sempre qualcuno che si chiede: “Ma Checco Puricelli e il Conte Tacchia non sono la stessa persona? E allora, quella bella ragazza di Critica perché prima lo ha rifiutato e poi ci è scappata insieme?”.
Mannaggia ai giovani d’oggi e questi menagrami invidiosi che non si fanno i fatti loro, che tra moglie e marito mettono il dito. Il Conte Tacchia, nel frattempo, della sua Critica dagli occhi verdi, ci ha fatto quello tutto che voleva e lei c’è pure stata. È stata un po’ musa e un po’ puttana, un po’ mamma e un po’ santa e qualche volta è riuscita pure a farsi dare la chiave giusta da San Pietro, per aprire anche la Mole Antonelliana o la Galleria Estense, se serviva. Si dice che ora la esibisca in un circo mediatico. Certo non deve essere facile nemmeno stare nelle braghe del Conte Tacchia, che deve sempre stare lì a fare l’equilibrista trasversale per accontentare sia Critica, sia tutti quelli che pendono dalle sue labbra e chissà che farebbero solo per potere una volta guardare i bellissimi occhi verdi della nostra bella.
Lasciamo un attimo il Conte Tacchia e Critica a guardoni, nani, ballerine, pubblico pagante e servitù varia e andiamo a farci una domanda da menagrami invidiosi. Perché uno dovrebbe aprire un sito internet di informazioni sul fumetto? A quale scopo? Tralasciando una ipotetica risposta del tipo: “Ecco, hai visto, siccome sei un menagramo invidioso e con te Critica non c’è mai venuta, e siccome non te ne fai nemmeno una ragione, ecco che vuoi disquisire del sesso degli angeli”. Ma gli angeli sono maschi e Critica è femmina e ha gli occhi verdi. Dicevo: perché aprirsi un sito internet di informazione sul fumetto? Perché dopo anni arrivi alla conclusione che questo sito in realtà non c’è? O meglio c’è, anzi ci sono, ma siccome non fanno quello che dovrebbero fare, allora è come se non ci fossero. Mi spiego meglio.
Fare giornalismo non è consequenziale ad avere preso una laurea in scienze delle comunicazione, oppure al semplice firmare con il proprio nome in fondo ad un articolo o una recensione pubblicata sul web, come questo, che magari è copia/incolla di un comunicato stampa ricevuto via mail e già preconfenzionato. Fare il giornalista e fare giornalismo è altro. Ma soprattutto mi viene in mente che fare giornalismo è esprimere opinioni, prendere posizioni e assumersi le responsabilità di ciò.
Facciamo un esempio pratico, tanto per ora Critica danza per il pubblico pagante e lo spettacolo non è ancora finito, il numero migliore il Conte Tacchia glielo fa fare nel finale. A luglio sul forum di Comicus, ormai storicamente un caposaldo dell’informazione a fumetti, Andrea G. Ciccarelli, il direttore editoriale di Salda Press, riporta un rumor abbastanza rumoroso se dovesse essere confermato: la Panini avrebbe chiesto le dimissioni di Andrea Rivi, suo publishing manager, oppure lo stesso Rivi sta per lasciare il suo posto per altro incarico. Essendo il forum, per quanto riguarda i fumetti, più frequentato della rete, Ciccarelli cerca una conferma ai suoi rumors e chiede quindi “se qualcuno ne sa qualcosa?” Le risposte sono un muro di gomma. Eppure tra gli amministratori e i moderatori del forum di CUS ci sono diversi addetti ai lavori, tra cui anche alcuni che scrivono per Fumo di China e l’attuale direttore di Mega, che in altre situazioni, successive a questa, si è rivelato informatissimo su parecchi rumors, anche di tipo contrattuale, riguardanti alcuni autori.
Il silenzio sembra quasi voler comunicare che è meglio non prendere posizioni sulla faccenda. A questo punto, dopo essere perculato per un po’, il Cicca, uomo di spirito e di gambe buone, e quindi anche di buona testa come dice il detto, pone la fatale domanda: “Come mai Comicus, che è un sito di informazione, su Andrea Rivi e le voci del suo licenziamento/dimissioni non informa?”
A questo punto, Ciccarelli fa una riflessione, che trovate anche sul suo blog: “Ora, chiariamoci, io non sono Giuseppe D'avanzo, Rivi non è Berlusconi e Comicus non è certamente Repubblica (e nemmeno Il Giornale), però una questione del genere si risolve molto semplicemente: ponendo di persona, sul forum di Comicus, le domande che chi si dovrebbe occupare d'informazione in quello spazio non ha voluto fare.” Come è andata a finire questa storia? Ciccarelli è stato bannato per un periodo dal forum di Comicus. In fondo Ciccarelli che ha fatto di male? Nulla, ha solo mostrato alcuni dei limiti di chi vorrebbe fare informazione su internet.
L’accaduto, raccontato da Ciccarelli lo trovate sul suo blog a questa pagina. Le motivazioni di questi limiti sono diverse e probabilmente anche strutturali. Invece di approfondire il rumor e andare a caccia della notizia, si è preferito mettere a tacere tutto.
Gennaro Costanzo, il direttore facente funzioni di Comicus, si è limitato a dire “cose tecniche riguardanti le risorse umane di un Azienda e non un sito di fumetti ” o, in alternativa, “solo pettegolezzi da trasmissione tv tipo uomini e donne ” (frasi testuali tratte sempre dal blog di Ciccarelli. ndr). Ma come? Su altri editori si fanno anche lunghe disquisizioni sulle risorse economiche e su come dovrebbero essere impiegate per tenere in vita le testate in perdita per dare completezza ai lettori (anche quei pochi) che le seguono e non è bene farne sulle risorse umane? Come se non fossero gli uomini a fare le aziende e a spendere i soldi di queste.
La storia su CUS termina quando Ettore Gabrielli, deus ex machina de Lo Spazio Bianco, altro sito di informazione, arriva a levare le castagne dal fuoco, intervendo e affermando che: “Se qualcuno ha il contatto di Rivi sarei felice di fargli qualche domanda. Non apprezzo i modi di Ciccarelli troppo spesso oltre il filo della provocazione, però è anche vero che questo genere di argomenti DEVONO interessare a un sito di informazione. Che poi non ci sia tempo e modo di verificare, lo capisco invece molto bene, ma si tratta di due cose differenti.”
È che ci vuole a trovare l’indirizzo di Rivi quando gli indirizzi del personale di Panini/Pan sono inizialedelcognome+cognome[at]panini.it? Oppure che ci vuole a raggiungerlo telefonicamente quando il numero del centralino della casa editrice di Modena si trova su un qualsiasi numero di Anteprima se non addirittura sul loro sito internet? Che il Gabrielli cercasse il numero di Rivi digitando “Andrea Rivi” su Google.it e lo avesse confuso con Andrea Rivi parrucchiere in Pesaro?
La storia volge al suo naturale epilogo. Dopo qualche ora, la querelle si chiude definitivamente con un altro intervento di Gabrielli che dice: “Sono riuscito a contattare Andrea Rivi. Mi ha detto testualmente di essere tuttora – e peraltro orgogliosamente – un dipendente Panini.“ Peccato che la risposta da avere da Rivi non era se fosse ancora un dipendente Panini, ma se fosse ancora il loro Publishing Manager e in caso di risposta negativa, si poteva anche indagare sull’eventuale perché.
Ma nel bene o nel male una bella intervista a Rivi non ci sarebbe stata male, così tutto si concludeva “giornalisticamente”. Ecco il nocciolo del discorso non era tanto l’aver sollevato il rumor, visto che da quello che ci è dato sapere Rivi è ancora al suo posto, ma il fatto di non indagare a priori su una possibile notizia sembra quasi significare: “giocate con i fanti ma lasciate stare i santi”. E lo status quo è salvo.
Se vi sbrigate, siamo ancora in tempo per vedere il Conte Tacchia che esibisce la bellissima Crtica dagli occhi verdi mentre fa il suo numero finale, quello in cui spiega come ha fregato San Pietro e ci si riesce a fare dare anche la chiave che apre la Mole Antonelliana o la Galleria Estense. Da questo articolo, comunque, si evincono due informazioni: la prima è che Andrea Rivi è ancora il Publishing Manager della Panini; la seconda è che Critica è una bella ragazza con gli occhi verdi.