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L'Editoriale » Del giusto salario, e del rivendicazionismo spinto prima di Lucca
di Alessandro Bottero
Ebbene alla fine è fatta.
Gli autori vessati, vilipesi, e sfruttati dai ricchi e pasciuti editori (sì, perché miei piccoli lettori, dovete sapere che gli editori che pubblicano fumetti in Italia sono TUTTI ricchissimi, sfruttano gli esordienti, sono bastardi dentro, se ne fottono se un prodotto vende o meno, e la loro UNICA preoccupazione è avere un fumetto in più nel catalogo) si vedranno a Lucca, in occasione di Lucca Comics & Games 2010 (ne avevamo già parlato qui).
Si parla di un incontro in una sala del Museo di Lucca, (e qui già le cose non mi tornano…ma se il Museo di Lucca e Lucca Comics & Games sono ai ferri corti, mi spiegate come mai questo connubio? ) in cui alcuni autori, presumibilmente radunati con un passaparola, si riuniranno e daranno finalmente via l ibera alle lamentele verso i cattivi editori che sfruttano i giovani autori/esordienti, e non li pagano, e poi vanno in Porsche. Presumibilmente alcuni nomi autorevoli tra le “mamme protettrici del fumetto” bruceranno in effige gli editori cattivi cattivi, e così gli spiriti di tutti saranno sollevati, e giustizia sarà fatta. A proposito. Anche io sono un autore, avendo scritto storie per Disney,. Premium, Ave, Eura, ed altri…mi chiedo se mi chiameranno.
Ora, al di là della satira applicata a questo rivendicazionismo vetero-sindacale (perché resta sempre valido l’insegnamento del maggio francese “Una risata vi seppellirà”), vediamo di cosa si tratti.
In Italia, attualmente, i fumetti si vendono poco. È un dato di fatto.
Gli autori (sceneggiatori e disegnatori) però dicono “A me non me ne frega nulla, se tu editore non vendi. Io il fumetto l’ho fatto, e tu me lo hai da pagà! E voglio almeno 1.000 euri per un volume da 100 pagine”. E se gli si fa notare che con i venduti attuali è impossibile, una delle risposte è “E a me chemmefrega? Vuoi vendere? Allora SPENDI un sacco di euri in promozione! Però prima caccia i soldi per ME!”.
Morale della favola: l’editore deve pagare tipografo, autore, spendere per la promozione, e alla fine della giostra, se vende 1.000 copie su mille forse pareggia le spese.
Leggo su vari blog, in particolare lo dice Marco Ficarra, che un piccolo editore avrebbe le vendite assestate sulle 500 copie.
Marco? Ci sei? Mi leggi? Sei un editore? Evidentemente NO, perché dici una cosa che non è vera. Non è vero che la media o la maggioranza dei prodotti italiani, realizzati dai piccoli editori, vendano 500 copie in fumetteria.
Non è vero. E se tu ne sei convinto, sei convinto di una cosa non vera. E tutto il tuo discorso su compensi, quote, aliquote, e mazzi vari, cade fragorosamente.
Il venduto MEDIO di un prodotto italiano nelle fumetterie, da parte di un piccolo editore, sembra che per ora oscilli tra le 100 e le 200 copie.
Non di più.
Per una stampa (se vai in tipografia) che non può essere inferiore alle 800 copie.
Ossia tu editore, con il primo (e spesso unico) ordine nelle fumetterie, non ci ripaghi nemmeno la META’ della spesa della tipografia.
Rischio di impresa? Ok. Mi sta bene. Io VOGLIO pubblicare quella cosa, e accetto il rischio che non si venda.
Ma non capisco perché dovrei essere così masochista da dover dare 1000 euro all’autore, solo perché…perché? Perché ha lavorato? E io che ho fatto? Mi sono grattato il sedere?
L’autore sarà pagato con le royalties, SE il fumetto vende tanto da coprire le spese. Sennò no. Rischio d’impresa io, e rischio di impresa lui.
Con una differenza. Che il piccolo editore il tipografo lo deve pagare, quindi il piccolo editore i soldi li caccia. L’autore non caccia nessun euro.
Io i 3.000 euro più Iva per il Massacratore Remix 3 li devo dare alla tipografia, a prescindere se si venda o meno.
Chiudo.
Per me esiste un unico modo per regolare i rapporti tra autore ed editore: patti chiari fin dal principio, e rispetto dei patti.
Ti dico che ti do mille euro a pagina? Tu accetti? Allora tu mi dai il lavoro, e io ti do mille euro a pagina
TI dico che NON ti do nessun anticipo, e ti pago SOLO con le royalties, se si coprono le spese? Tu accetti? Allora non ti do nessun anticipo, e ti do i soldi se si coprono le spese.
Ti dico che non ti ho possibilità di pagarti, ma lavoro per promuovere il tuo prodotto? Accetti? Allora non ti pago, e lavoro per promuovere il tuo prodotto.
Non esiste nessuna legge per cui l’editore DEBBA dare un salario minimo a tavola. Non esiste.
Esiste una libera contrattazione, e ciascuno è libero di decidere cosa fare, sulla base di patti chiari stabiliti all’inizio.
Voglio lavorare gratis? Sono libero di farlo, e nessuno ha diritto di dire “rovini il mercato”.
Io decido in totale autonomia cosa fare e con chi farlo, e le mammine che “proteggono” gli esordienti, farebbero meglio a non parlare di cose che non conoscono.
Quando Ketty Formaggio, colorista, dice:
“-il tuo fumetto pubblicato da Xeditore verrà stampato in una 50 di copie se va di lusso, e lo comprerai solo tu e i tuoi parenti
- Xeditore non ha soldi da spendere con te, figurarsi se spende tempo a correggere i tuoi errori e a migliorati, come farebbe qualsiasi casa editrice pagante con un editing vero, quindi tu esordiente non impari NULLA da questa esperienza
- se l'esordiente va con il suo fumetto pubblicato da Xeditore in mano da una casa editrice seria, la casa editrice seria non terrà in minimo conto quella pubblicazione, perchè sa PERFETTAMENTE che l'esordiente è passato da Xeditore solo per fare numero nel catalogo dei titoli pubblicati.”
Dice tre cose non vere, sicuramente in buona fede, ma diffonde notizie sbagliate, e contribuisce a dare di alcune case editrici un’immagine falsa, e potrei dire anche vagamente diffamatoria.
Non è vero che i fumetti pubblicati da pinco pallino lo comprano solo i parenti
Non è vero che le case editrici che non pagano NON seguono gli autori
Non è vero che le case editrici “serie” non prendono in considerazione i prodotti stampati da Xeditore.
Stranamente, per Ketty Formaggio intendo, molti dei disegnatori che hanno pubblicato per Cagliostro E-Press, che è anche l’editore di Fumetto d’Autore, ora lavorano per altri editori (che credo Ketty Formaggio etichetterebbe come “seri” visto che con uno di questi editori ci collabora anche lei), PROPRIO in virtù delle cose pubblicate per Cagliostro E-Press.
MA non ditelo a Ketty Formaggio, sennò il suo castello teorico crolla miseramente….
Ora vado, devo andare a fare una nuotata nella piscina olimpica che mi sono costruito sfruttando gli autori esordienti…..