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Moleskine 119 » Il futuro è dei fumetti anticlericali disegnati male
Moleskine #119
Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l'informazione di settore.
Il futuro è dei fumetti anticlericali disegnati male
di Conte di Cagliostro
Fateci caso. A eccezione di Don Zauker, i fumetti anticlericali italiani, così tanto di moda per ora, hanno tutti un minimo comune denominatore: sono disegnati male. Se l’ottimo Giuseppe Pollicelli di questi fumetti cerca di farne una analisi sociologica a più vasto raggio in questo articolo (che ha agitato non poco le anime belle e i soloni fumettofili dell’anticleracalismo a ogni costo), in questa sede invece ci cimenteremo nel delineare un altro tipo di analisi più prettamente critica, fumettologicamente parlando. Mi spiego subito: qui si sostiene la tesi che questi autori usano la satira anticlericale come un furbissimo cavallo di Troia dentro cui nascondere il loro scarso talento fumettistico, giustificandosi a doppia mandata in seconda battuta con l’altrettanto furbissima sedicente cifra stilistica dei “fumetti disegnati male”. Altresì, usano la satira anticlericale come uno scudo che li renderebbe immuni da qualsiasi critica in nome di quella libertà di espressione, la “loro” appunto, secondo cui questo manipolo di autori anticlericali può criticare la religione cristiana ma non può essere criticato per averne satireggiato a volte in modo fastidioso per chi ci crede. In estrema sintesi: vogliono farsi beffe della religione cristiana ma non vogliono essere criticati per questo. Uno strano cortocircuito nella libertà di espressione questo, a pensarci bene. Se li accusi che prendono in giro solo la religione cristiana ma si guardano bene di perculare l’Islam (o l’ebraismo), ti rispondono che “L’Islam in Italia non è un problema” oppure tirano in ballo Breivik come esempio di terrorismo cristiano da contrapporre all’Isis. Ovvero per tenersi a galla ideologicamente, mettono a paragone un pazzo isolato con un'intera organizzazione terroristica a livello mondiale di stampo religioso. Eh sì, perché siamo tutti Charlie finché a morire sono gli altri, ma mica possiamo pretendere pure che i fumettisti italiani anticlericali specializzati non siano pure dei bamboccioni.
Prendiamo ad esempio Davide La Rosa, uno degli esponenti “di spicco” del fumetto anticlericale italiano. È il cosplayer di un fumettista. Scrive male e disegna peggio e soprattutto è molto permaloso. Ovvero: si diverte a farsi beffe della religione cristiana e dei suoi credenti con le sue sagre di pupazzetti da bambino dell’asilo, ma non ama essere a sua volta beffeggiato. Quando abbiamo osato “restituire pan per focaccia” (QUI) al nostro da queste pagine, mal ce ne incolse. Per questo articolo QUI (e QUESTO), La Rosa arrivo addirittura ad accusarci di essere "cattivi e invidiosi" del suo successo. Eppure non gli mancano né i lettori adoranti, né editori disposti a finanziarne le imprese editoriali, nonostante il floppone da edicola di Suore Ninja targato Star Comics.
Si salva con più scioltezza Don Alemanno. Innanzitutto perché si prende meno sul serio. È meno “missionario” rispetto a Davide La Rosa. Disegna molto meglio in uno stile cartoonesco più pulito e funzionale al contesto e soprattutto riesce a strapparti un sorriso mescolando i meravigliosi anni ’80 ad una critica anticlericale molto più fumettosa e calibrata. In Don Alemanno è ampiamente palese l’intenzione di non offendere nessuno ma di divertirsi e divertire. Per Don Alemanno il mio apprezzamento è palese: scarsi mezzi grafici magari, ma intelligenza a pacchi.
In questa breve carrellata di genere (che non ha pretese encliclopediche avendo volutamente omesso qualcuno), veniamo infine agli epigoni più recenti di questa deriva anticlericale “disegnata male (e scritta peggio spesso)”, ovvero Daniele Fabbri e Stefano Antonucci, ovvero gli autori della cosiddetta trilogia di Gesù, pubblicata da Shockdom che ne raccoglie i volumi originariamente autoprodotti dagli stessi autori: un Gesù gay e bestemmiatore incallito è roba fuori tempo massimo che nel fumetto underground americano degli anni ’70 facevano meglio e con più cattiveria. Sicuramente però un buon affare editoriale per Shockdom, specializzato ormai in peones di successo alla Sio (ma sarà vera gloria? Lo scopriremo solo vivendo).
Amorale della fava: viviamo tempi interessanti e se siete disegnatori scarsi e/o scrittori mediocri, buttatevi nel fumetto anticlericale potrebbe diventare per voi un vero e proprio affare. Siete invece disegnatori con talento, che magari avete speso soldi in scuole di fumetto e master con autori affermati e che fate prove a destra e manca da qualche anno senza ancora ottenere lo spazio che meriterebbe il vostro talento? Ma chi ve lo fa fare! Il futuro potrebbe essere anche per voi il “fumetto disegnato male (e scritto peggio spesso)”. In fondo a fare un Gesù gay e bestemmiatore incallito si ottiene molto di più che a volere fare, chessò, fumetto di fantascienza o di avventura dove la storia, l'anatomia e prospettiva abbiamo ancora un senso.
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