Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
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Boselli diffamato su CUS minaccia querele a nome suo e di Sergio Bonelli Editore, ma poi Di Clemente scopiazza Jim Lee e alla SBE tutti zitti

di clemente nathan never giganteMoleskine #81

La rubrica più politicamente scorretta del fumetto italiano. Appunti di viaggio nel mondo del fumetto, attraverso i suoi protagonisti e l’informazione di settore.

Boselli diffamato su CUS minaccia querele a nome suo e di Sergio Bonelli Editore, ma poi Di Clemente scopiazza Jim Lee e alla SBE tutti zitti

di Giorgio Messina

La settimana scorsa sul ring di Comicus abbiamo assistito al match Mauro Boselli versus la moderazione del forum italiano più frequentato dedicato al fumetto. Tutto nasce dal fatto che un utente del forum di CUS, tale Jiro79, ha accusato Boselli e la Bonelli di essersi appropriati di soggetti altrui per le loro storie. La storia la trovate raccontata per bene, corredata di link, in questo editoriale di Alessandro Bottero.

La conclusione della diatriba è stata inaspettata quanto interessante, anche se non è accaduto nulla che già non si sapesse o non si fosse già scritto sul forum in questione: quei poveretti della moderazione di Comicus, caratterizzati da grande spirito di cameratismo, nonchè da spocchia avvocaturale (in fondo basta averci babbo avvocato tributarista per essere tutti magistrati in pectore, no?), sempre più convinti di essere l’alta corte del fumettomondo che vigila sulla moralità dei fumettomondisti, si sono calati le braghe del granitico regolamento - quello monolitico che non dovrebbe guardare in faccia a nessuno - davanti alle minacce di azioni legali di Boselli a nome suo e della Sergio Bonelli Editore.

Insomma, il tribunale della vita ha emesso il suo verdetto e la magistratura di CUS ha ratificato: se qualcuno fa girare le balle ai big del fumettomondo, quelli della moderazione di Comicus ammosciano le orecchie e la spocchia, e utilizzano l’eccezione per confermare la regola, cioè il vecchio concetto del “super inter pares”. Per capire ancora meglio, quanto la moderazione di Comicus ci abbia fatto una figura più che ridicola, basta leggere nel regolamento - che sembrava ormai essere assurto a vere e proprie tavole della legge del fumettomdondo – in cui è scolpito che la «minaccia di ricorso all’autorità giudiziaria per diffamazione o ingiuria, rivolta, anche velatamente, agli amministratori e ai moderatori del forum, comporteranno automaticamente la sospensione dell’account a tempo indeterminato, indipendentemente dai motivi sui quali esse siano fondate».

Per Boselli e la Bonelli invece si è fatta un’eccezione che ricorda molto il vecchio adagio “scherza con i fanti ma lascia stare i santi”, oppure “forti con i deboli e deboli con i forti”. È bastato che Boselli minacciasse «io non metterò più piede qui dentro. Decisione già presa da alcuni autori. E che altri autori prenderanno» e la moderazione, tra cui c’è anche quel soggetto che nelle settimane passate aveva presentato un esposto contro di noi di Fd’A all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, si mettesse il manuale di diritto in saccoccia e applicasse eccezioni ad personam in deroga a regolamenti spacciati per granitici.

Ma non è questo il punto. Boselli aveva perfettamente ragione a lamentarsi con la moderazione di CUS per quanto stava accadendo sul “loro” forum.. Aveva anche ragione nel caso a dire che la questione non riguardava solo lui ma anche la SBE stessa nella figura del Direttore, Editore e avvocato rappresentante dell’editore.

In quest’ottica si comprende perfettamente la reazione di Boselli, ferma nel volere fare rispettare il suo buon nome e quello della casa editrice, il tutto amplificato dal fatto di non sentirsi tutelati da una moderazione che gioca a scarica barile dichiarandosi non responsabile dei commenti degli utenti, ma al contempo si dimostra nelle azioni intraprese di essere impreparata totalmente a gestire una situazione in cui si è trovato il creatore di Dampyr. È una buffonata la prassi di quei poveretti della moderazione di CUS secondo la quale a diffamazioni e insulti pubblici di un utente si debba rispondere con un messaggio privato alla moderazione, visto appunto che si dichiarano, con tanto di sentenza della Cassazione come testimone, non responsabili dei commenti degli utenti.

Tolto ciò, quello che appare difficile da giustificare in seconda battuta, nonostante la situazione, sono le reazioni di Boselli successive alle scuse dell’utente Jiro79 che l’ha calunniato. L’utente dopo essersi scusato con Boselli per avere messo in giro una voce di cui non ha le prove e che conosce de relato, dice: «se ci fosse stato Sergio bonelli avrebbe capito qualcosa che sfugge a molti». Boselli ribatte: «Che cosa avrebbe capito Sergio? Non tirarlo in ballo, rapaz! Sergio ti avrebbe come minimo maledetto in portoghese! E piantala qui!». Ecco, a questo punto, a scuse ottenute, Boselli esce abbastanza inultimente dal seminato. Non risulta che lo stile di Sergio Bonelli, soprattutto nell’era del web social 2.0, fosse quello di andarsene in giro per forum a minacciare (giustamente) di azioni legali chi dicesse qualcosa contro di lui, anche di calunnioso. Prova di ciò, ne è soprattutto il fatto che quando Bunker su Alan Ford 493 scrisse cose poco “carine” (per usare un eufemismo virgolettato) di Bonelli, quest’ultimo non tuonò su nessuna delle sue pubblicazioni che avrebbe dato a Luciano Secchi pan per focaccia, legalmente parlando.

Ma Boselli, continua e spiega: «Bene, allora rammenta che diffamare i suoi, quorum ego, è come diffamare LUI (Sergio Bonelli, si noti il maiuscolo – ndr) , che ci ha scelto uno a uno». Ecco, a questo punto il cerchio non quadra più. Dopo avere avuto ampiamente ragione, Boselli, parla come parlerebbero i prescelti dinastici del faraone nell’Egitto di 3 mila anni fa. Un'uscita infelice questa, che al netto dell’incazzatura per la diffamazione subita, dovrebbe quantomeno fare un po’ riflettere.

E allora riflettiamo e domandiamoci: il nuovo corso di via Buonarotti è forse questo? Degli illuminati nominati dal defunto “faraone” che si arrogano il diritto, non solo di esserne la continuazione terrena, ma anche di potere decidere chi è degno e chi no di potere pronunciare il nome di Sergio Bonelli? Il tutto condito da riunioni tra il Direttore, l’Editore e l’avvocato di fiducia? Dovremmo forse concludere che l’ironia e il “savoir faire” di Sergio Bonelli, purtroppo non è ereditabile dai suoi epigoni "scelti ad un a uno" e quindi per diritto "divino" continuatori della "stirpe" (si notino le virgolette...)? Bene, se così fosse, allora Direttore, Editore, Epigoni e Avvocato della SBE non si sono accorti che c’è un problema ancora più emergenziale di un utente di un forum che spara cazzate sugli autori di Sergio Bonelli Editore.

C’è infatti un autore della SBE, uno di quelli che (in teoria) è scelto dagli Epigoni (e se la proprietà transitiva non è solo un’opinione…) che è stato già beccato due volte a scopiazzarsi (vergognosamente?) dei disegni di Jim Lee. Stiamo parlando di Paolo Di Clemente, disegnatore in forza a Nathan Never, pescato due volte nelle scorse settimane su House of Mystery dall’ottimo Luigi Siviero, praticamente a ricalcarsi bellamente il disegnatore americano.

Scrive Siviero:

«Per la seconda volta in poche settimane si scopre che Paolo Di Clemente, disegnatore della serie Nathan Never pubblicata da Sergio Bonelli Editore, ha ricalcato un disegno di Jim Lee. Questa volta Di Clemente ha ricavato la copertina di Nathan Never Gigante n.15 dalla copertina di Batman n. 617, decimo capitolo della saga Hush.

In precedenza Di Clemente aveva ricalcato una pin up di Jim Lee (vedi questa notizia). Il disegno ricalcato sarebbe dovuto diventare una stampa che Sergio Bonelli Editore avrebbe dato in omaggio ai visitatori di Mantova Comics and Games. In seguito alla segnalazione la casa editrice ha rimosso il disegno dal suo sito e ha annullato l'incontro con Di Clemente in fiera.»

Ecco le immagini dei due ricalchi di Di Clemente.

 

di clemente nathan never gigante

di clemente-batman hush jim lee

di clemente-nathan never

di clemente-batman jim lee

Batman numero 617 è stato pubblicato a settembre 2003 da DC. Nathan Never Gigante numero 15 è stato pubblicato invece a marso 2012 da SBE.

Ora, maggiormente nella seconda, visto che è una copertina, c’è un chiaro concorso di colpa del personale interno della Bonelli per quanto riguarda il controllo. Chi ha approvato la copertina senza accorgersi del ricalco? Possibile mai che coloro che “sono stati scelti ad uno ad uno” non abbiano notato che Di Clemente ricalcava Jim Lee? Se c’è una cosa per cui è nota la Bonelli è proprio il controllo redazionale sulle tavole. Ne sa qualcosa Pino Rinaldi che nel suo albo “Demoni” - numero 22 di Nathan Never - si vide modificare diversi disegni (in modo assai “assurdo” come riportò all’epoca Fumo di China) per iniziativa della redazione Bonelli che si occupava della testata.

A questo punto viene da domandarsi: perchè gli "scelti ad uno ad uno da Sergio Bonelli", sono così pronti a mettere in mezzo avvocati per quello dicono su un forum i lettori, ma stanno zitti pubblicamente davanti ad un doppio ricalco clamoroso come quello di Di Clemente nei confronti di Jim Lee? Visto che in Bonelli si tengono riunioni tra Editore, Direttore e Avvocato per concertare la posizione pubblica davanti a quello che si dice in un forum, forse sarebbe il caso che si tenessero analoghe riunioni per rispondere pubblicamente anche a queste domande. Sempre se queste domande non urtino troppo il loro attuale status di “scelti ad uno ad uno”.

Ps: A proposito dell’esposto che il simpatico proconsole del forum di Comicus ha mandato contro di noi all’ODG del Lazio: qualcuno spieghi ad un altro poveretto, quel Max Favatano, della fumetteria Mondi Sommersi di Lecce che si descrive come «perdigiorno e scola birra», uno che «nel mentre vendo fumetti, nel ventre solo birra», che un esposto all’odg è cosa assai diversa rispetto ad una querela. Scrive sempre Favatano: «che se fumettodautore.com lo seguisse qualcuno si renderebbe conto dell'imbarazzante senso di vergogna che provoca, e invece ha più click il sito di Alastor.» Favatano decide poi in completa autonomia che Fumetto d’Autore è «un sito che ha perso la stima anche di Pacciani e Tiramolla, come il su citato, ci sta. Tutti nel nostro ambiente sappiamo quanto poco conti lo zero, in una scala da uno a dieci». Ecco vorremmo tranquillizzare da questo punto di vista tutti e soprattutto il buon Favatano che si diverte a interpretare il cosplayer di un alcolista poco anonimo: i contatti di Fumetto d’Autore sono come il livello di alcol sul suo profilo. Alti. Molto alti.

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