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Stati Generali: l'analisi della tavola rotonda - Prima Parte
di Giorgio Messina
Premessa
In molti per il web si sono chiesti come mai su Fumetto d’Autore non siamo stati subito sul “pezzo” rispetto ai cosiddetti Stati Generali dopo la conclusione della tavola rotonda svoltasi in quel di Lucca. L’arcano mistero si svela con una semplicissima scelta di linea editoriale. Sapendo con diverso anticipo che grazie al Giornalista Gianluca Testa il video integrale della tavola rotonda organizzata da Claudio Stassi e moderata da Luca Boschi sarebbe stata diffuso pubblicamente quasi subito dopo Lucca C&G, abbiamo preferito stilare un'analisi dettagliata solo quando le parole e gli interventi fossero stati di dominio pubblico. Non solo per evitare che qualcuno dicesse che non avevamo riferito bene quello che avevamo sentito, ma anche perché fosse possibile a chiunque accedere al video e farsi la propria idea di quanto sentito e visto.
Questa analisi è divisa in tre parti, una per ogni ora (circa) dell’incontro a cui seguirà un articolo di considerazioni finali. Questa prima parte si occupa dei seguenti inerventi (la scaletta degli interventi e la foto sono tratta dal blog di Gianluca Testa):
- 00’52” – Claudio Stassi (autore)
- 18’50” – Ivo Milazzo (autore)
- 36’55” – Raffaella Pellegrino (avvocato)
- 48’15” – Angelo Nencetti (Museo del fumetto)
Claudio Stassi
Apre l’incontro un intervento introduttivo del promotore della Tavola Rotonda, l’autore Claudio Stassi. L’autore palermitano inizia a delineare la situazione degli autori: “Siamo arrivati al punto che ci sono editori che danno 300 euro di anticipo per un libro di 100 pagine ed editori che danno solo la percentuale sulle vendite”. Stassi prima dell’incontro di domenica 31 ottobre mi racconterà tra i corridoi del padiglione Napoleone che lui per il volume Brancaccio – Storie di mafia quotidiana aveva percepito da Beccogiallo un pagamento di 3500 euro, mentre Giovanni Di Gregorio (lo sceneggiatore del volume) 1500. Totale 5000 euro. Stassi continua a parlare delle condizioni di lavoro degli autori: ” La percentuale sulle vendite non corrisponde ad un lavoro retribuito perché un lavoro è una cosa retribuita e questo trattamento non è una cosa retribuita. Quest’ultima scelta poi, quella percentuale sulle vendite è una scelta che inquina il mercato e chi ne fa le spese sono le persone che da anni lavorano nel settore.” Sostenere che essere pagati a percentuale sulle vendite non corrisponda ad essere retribuiti è inerpicarsi su sentieri difficili da percorrere, contorti anche concettualmente. Dire poi che chi viene retribuito a percentuale sulle vendite inquini il mercato e che la cosa danneggi chi da anni lavora nel mercato strappa un sorriso. Ivo Milazzo verso il minuto 26 ci spiegherà perché. L’intervento di Stassi continua indicando che ci sono differenti persone che hanno lavorato con lo stesso editore che raccontano esperienze a volte diametralmente opposte. Il fatto che lo stesso editore tratti più autori con condizioni differenti tra loro è una situazione ambigua – così la definisce Stassi - che andrebbe risolta. La soluzione a tutto questo è fare fronte comune (un associazione, un gruppo ecc.) di tutti gli autori insieme. Ovviamente tutto ciò per buona pace del libera trattativa in libero mercato. Insomma secondo Stassi un editore dovrebbe trattare tutti gli autori che collaborano con lui alla stessa maniera. Idea utopica, forse applicabile solo dal basso. Più si sale nel peso degli editori sul mercato, più ci si accorge che non tutti gli autori vendono alla stessa maniera, e non tutti i libri hanno la stessa vita editoriale. Magari da adesso in poi sapere che per la realizzazione di Brancaccio sono stati pagati 5000 euro potrebbe essere un buon parametro per farne la richiesta base da parte degli autori che si propongono Beccogiallo, ad esempio. L’obiettivo della tavola rotonda, continua Stassi, è quello di fare anche il paragone con gli altri mercati. Ci baloccheremo in seguito con l’erba più verde dei vicini fumettistici per poi risvegliarci sempre nel belpaese con la sue crisi di vendite ormai conclamata (basta vedere che dirà tra pochissimo Luca Boschi). Chiusura dell’intervento di Stassi dedicata all’immancabile appello al risveglio sociale di autori e non. Gli autori – conclude Stassi - non possono continuare ad avere condizioni non favorevoli altrimenti facciamo finta che quello del fumettista non è un lavora reale e si gioca a fare qualcos’altro. A questo interrogativo, come detto prima, risponderà Milazzo dopo.
Luca Boschi
Breve intervento del moderatore della tavola rotonda che prima di spiegare le modalità di svolgimento della stessa racconta che da un editore amico che opera in edicola e può accedere ai tabulati di vendita della distribuzione ha appreso che 6000 edicole entro l’anno prossimo chiuderanno. I problemi della distribuzione da edicola sono soprattutto sulla diffusione capillare di zona. La chiusura di questi punti di vendita inciderà anche sul fumetto.
Ivo Milazzo
Prende la parola uno dei decani del fumetto italiano. E la tavola rotonda si potrebbe chiudere benissimo dopo l’intervento lucidissimo del cocreatore di Ken Parker impegnato da anni nella battaglia per il riconoscimento del fumetto come genere di ingegno e dei suoi autori all’interno della legge sul diritto d’autore. Milazzo spiega che la cosa difficile da capire, oggi che la situazione è cambiata, è chi è l’autore di fumetti, il ruolo di questo e come si deve porre in questo mestiere. Milazzo continua parlando dell’azione rivolta nei confronti dello Stato che deve riconoscere a livello legislativo le figure creative del fumetto e i loro diritti d'autore. Realisticamente MIlazzo ammette che nel presente la situazione per i giovani autori, ma anche per i decani, è veramente complessa. L’editore non è la controparte e per questo è importante la comunicazione tra autore ed editore, nel rispetto dei ruoli, ma tutta volta a capire le esigenze di ogni parte. Trenta anni fa, rispetto ad oggi, - continua Milazzo - gli editori che producono a grandi livelli erano molti di più. Da qui in poi il coautore di Ken Parker tratteggia con lucidità la situazione attuale. Gli autori che vogliono vivere di fumetti devono necessariamente lavorare con gli editori che producono a grandi livelli Le giovani generazioni che collaborano con i piccoli editori non possono sfuggire al fatto che questi sono legati alla tiratura. Milazzo dice esplicitamente che un editore che tira 1000/1500 copie non può riconoscere ad un autore una cifra tale da potere permettergli di vivere di fumetto in Italia (ma guarda un pò, noi di Fumetto d'Autore la stessa cosa l'abbiamo sostenuta diverse volte in questi mesi e la nostra opinione non è stata accolta bene, la dice Milazzo durante la Tavola Rotonda e quasi quasi ci scappa l'applauso... ndr). La soluzione, continua Milazzo, potrebbe essere quella di andare all’estero. Gli autori si devono rendere conto dunque delle possibilità degli editori con cui lavorano. Ovvero inutile chiedere 10.000 euro a chi non fa minimo 10.000 copie di tiratura (è questo l'esempio di Milazzo - ndr). Fare l’autore però è una scommessa in cui credere. Milazzo racconta che anche all’estero è presente e sentita la problematica del riconoscimento del diritto d’autore. E’ giusto – conclude Milazzo - che gli autori essendo cittadini che pagano le tasse, attraverso la ritenuta d’acconto da quando è entrata in vigore, è giusto che abbiano una tutela di legge adeguata alla loro categoria professionale.
Avv. Raffaella Pellegrino
L’avvocato, esperto di diritto d’Autore fa un rapido riassunto sulla proposta di modifica di legge sul diritto d’autore che per quello che riguarda il fumetto è ferma in parlamento. Il fatto che la legge vigente sul diritto d’autore, la Legge 633 del 1941 e successive modifiche, non contenga un riferimento al fumetto – spiega il legale specializzato - non vuol dire che il fumetto non sia considerato un opera d’ingegno e gli autori del fumetto non siano tutelati. La legge riconosce all’autore il diritto di paternità, il diritto di integrità dell’opera e il diritto di sfruttamento patrimoniale dell’opera. L’avvocato conclude indicando l’importanza di inserire nella legge d’autore il fumetto come forma d’ingegno.
Chiude la prima ora un breve intervento di Angelo Nencetti, direttore del Museo del Fumetto di Lucca che ospita la tavola rotonda in una sua sala. Nencetti nel suo intervento si riallaccia agli interventi di Ivo Milazzo e dell’avvocatgo Pellegrino.
Fine prima parte - continua.