Fumetto d'Autore ISSN: 2037-6650
Dal 2008 il Magazine della Nona Arte e dintorni - Vers. 3.0 - Direttore: Alessandro Bottero
A+ A A-

Stati Generali: l'analisi della tavola rotonda - Seconda Parte

statigeneralimufanteprimadi Giorgio Messina

Dopo la prima parte, ecco la seconda parte dell’analisi della tavola rotonda degli autori a confronto che racconta i seguenti interventi (la lista degli interventi e la foto sono tratte dal blog di Gianluca Testa):

Michele Ginevra

Il dipendente del Comune di Cremona e coordinatore generale del Centro Fumetto Andrea Pazienza inizia il suo contributo indicando che l’autore di fumetti non necessariamente è un professionista (inteso come colui che vive solo di fumetto – ndr) ma vince comunque dei premi, si fa valere ed è persona nota nell’ambiente. La condizione autoriale prevede infatti diverse sfaccettature. Il contributo di Ginevra alla discussione è quello di illustrare iniziative alternative a quelle editoriali tipiche che permettono di retribuire gli autori. Ginevra indica il fumetto comne un mezzo comunicativo considerato molto forte dai politici (Ginevra a questo punto indica la presenza in sala di un assessore, dal video non è charo chi sia ma probabilmente si tratta dell’assessore alla cultura lucchese), enti e associazione soprattutto per quanto riguarda i bambini e i ragazzi.  Con il Mistero delle Cinque Gemme (fumetto sulla Costituzione realizzato qualche anno fa in collaborazione con BD) è stato possibile pagare gli autori (tra cui Ferrario, citato da Ginevra, che è passato alla ribalta delle cronache l’estate del 2009 per il caso di plagio su Cronache del mondo emerso della Panini - ndr), compresi gli autori esordienti 125 euro a tavola. Ginevra dichiara che il Centro Fumetto non può sempre pagare o dare riconoscimenti economici quando realizza le sue produzioni che sono da considerarsi come promozione. Tutto ciò a fronte di avere dichiarato qualche mese fa (in una lettera ufficiale indirizzata a Fumetto d’Autore)  che il Centro ha  introiti annui per circa 80.000 euro. Breve riflessione: se non riesce una realtà complessa come il Centro Fumetto Andrea Pazienza con 80.000 euro di introiti l’anno a retribuire gli autori, perché ci dovrebbero riuscire realtà meno complesse e con introiti annui inferiori? Ginevra continua raccontando come la  Provincia di Cremona, abbia utilizzato il fumetto nel realizzare una campagna per il rinnovo delle caldaie oppure come il Centro Documentazione Ambientale ha voluto realizzare un opuscolo su Darwin. Il Centro Fumetto per questi progetti ha fornito gli autori per la realizzazione delle strisce a fumetti pagate 100 euro l’una che sono stati regolarmente fatturati dal Centro che ha dato una parte agli autori e una parte l’ha trattenuta per autofinanziarsi. La professione del fumettista - conclude Ginevra - va inteso in modo più ampio, allargando lo spettro collaborativo anche con le istituzioni. Ginevra però nel suo intervento dimentica di raccontare alcune cose. Ad esempio che le istituzioni per pagare il dovuto, anche in presenza di una fattura, possono anche impiegare 24 mesi e che anche tra le istituzioni ci sono tagli e crisi di budget. Un Ente locale o Statale non può comunque garantire una continuità lavorativa ma andrebbe considerato appunto come un surplus. Sull’argomento interverrà Matteo Casali tra non molto.

 

Claudio Stassi

Interviene brevemente il promotore della tavola rotonda  per indicare nella pubblicità dei libri in metropolitana un modello interessante di promozione per il fumetto. Nelle metropolitane di Roma e Milano (ma anche di Barcelona racconta Stassi) ci sono degli opuscoli gratuiti stampati in migliaia di copie che contengono solo uno stralcio del romanzo vero e proprio e che hanno lo scopo di incuriosire il lettore. Ma per un editore che stampa 1000/1500 copie quanto sarebbe remunerativo stampare miglia di copie di un opuscolo contenente l’anteprima del volume? Domanda retorica questa che necssita di una risposta ancor più retorica: a fare l’ufficio marketing degli altri con i soldi del monopoli siamo bravi tutti.

 

Matteo Casali

 

Interviene l’unico sceneggiatore italiano che sinora lavora con il mercato americano. Casali si dice un po’ deluso, pensava che si sarebbe parlato di più di cosa vuol dire lavorare oggi nel mondo del fumetto rispetto a quando ha cominciato lui ad esempio. Sono passati diversi anni e di quel mercato italiano non sembra esserci più traccia. Casali ha iniziato a lavorare con la DC comics nel 2002 e sinora si è visto meno di quello che ha prodotto per varie vicissitudini tra cui il fatto che all’estero si può venire pagati per un lavoro che poi non viene pubblicato dal committente. Questo capita molto più spesso di quello che non si pensi – aggiunge Casali. Lavorare con gli editori statunitensi non è molto diverso da lavorare con gli editori italiani, con la differenza, che gli editori d’oltreoceano, soprattutto Marvel e DC pagano sull’unghia in un’ottica di Work for hire (lavoro in affitto) con un sistema di anticipo delle roylaties di vendita così come capita anche in Spagna. La stessa puntualità non accade con altri editori statunitensi come la Image secondo ll’esperienza di Casali. Vuoi vedere che oltre ai colossi Marvel e DC l’erba del vicino non è poi più verde di quella italiana e che tutto il mondo è paese? Casali racconta di nn contratto per un progetto creator owned con la Vertigo che gli viene approvato a dicembre del 2006 . L’editor dice a Casali di aspettare però l’arrivo del contratto per iniziare a scrivere il progetto. Il contratto arriverà solo nel maggio del 2007. Il volume è già finito e consegnato ma deve ancora uscire, probabilmente nel 2011. Casali continua dicendo che in Italia c’è un problema culturale, si legge sempre meno. I piccoli e medi editori fanno produzioni d una qualità altissima, sia su licenza che realizzati da autori italiani. Gli autori che hanno la sicurezza economica collaborando con i grandi editori, possono realizzare la loro storia liberamente con editori più piccoli (ripete lo stesso concetto di Ivo Milazzo per cui con un editore che tira 1000/1500 copie non si può pensare di sbarcare il lunario per una questione meramente numerica  - ndr). Casali individua uno dei problemi maggiori del mercato italiano nella promozione che ha un costo che non tutte le realtà editoriali riescono a sobbarcarsi. Ci sono fumetti pagati professionalmente, - dice Casali -  con risultati molto professionali ma che sono carenti in fase di promozione, ma vendono perché camminano da soli sulle loro gambe (almeno il passaparola funziona ancora…).. Casali risponde poi all’intervento precedente di Michele Ginevra dicendo che il fumetto fatto per la campagna per il rinnovo delle caldaie lo vede più che altro come una marchetta professionale. L’autore può lavorare in diversi ambiti ma l’importante è capire che la macchina editoriale italiana si è inceppata anni fa, capire come e dove si è inceppata e come poterla “riparare”. Interviene brevemente l’Avvocato Raffaella Pellegrino spiegando che per la legge italiana l’editore è obbligato a pubblicare un volume di un autore entro due anni altrimenti i diritti di pubblicazione tornano all’autore. Casali aggiunge in chiusura del suo intervento che la DC Comics ha chiuso recentemente la linea Mix, e gli autori possono avere indietro i diritti del materiale pubblicato solo se restituiscono il compenso come indicato nel contratto di pertinenza.

 

Emanuela Lupacchino

Ecco l’intervento più controverso e deragliato a cui si assiste fino a questo punto della tavola rotonda. E qui la moderazione della Tavola Rotonda avrebbe potuto interrompere in certi punti dell'intervento della Lupacchino. Secondo la Lupacchino il pubblico che non legge è come il cane che si morde la coda. Ci si sta abituando ad altri media di comunicazione. La Lupacchino ricorda che la qualità si raggiunge con lo studio, il lavoro e l’aggiornamento. Nel mercato italiano gli esordienti hanno difficoltà a correlarsi con gli editori. In Italia l’editore di riferimento è Bonelli, gli altri sono editori di contorno che non offrono lavoro sostanzioso e di massa. Da qui inizia il teorema Lupacchino: l’editore medio italiano vende un prodotto medio basso dal punto di vista qualitativo rispetto a tutto il resto del mondo (che è l’esatto opposto di quanto sostenuto da Casali solo pochi minuti prima nell’intervento precednete). A questo punto, la moderazione della Tavola Rotonda avrebbe dovuto un attimo far riflettere la platea e la relatrice. La Lupacchino stava palesemente dicendo che i suoi colleghi presenti, esclusi quelli che lavorano per Bonelli, producono materiale qualitativamente basso.La Lupacchino conitnua indicando che il pubblico si incuriosisce poco, legge poco e quindi i ritorni economici sono scarsi così si taglia sui costi di produzione e a farne le spese è l’autore che fa la maggior parte del lavoro e viene retribuito poco, quando e se viene retribuito. Alla base del fatto che gli autori vengono retribuiti poco o nulla, secondo la Lupacchino ci sarebbe la psicosi della crisi economica. Insomma si potrebbe dire che per la Lupacchino in pratica la crisi non esiste. La usano gli editori infingardi come scusa per gabbare l’autore di turno. Secondo la Lupacchino le scarse vendite sono imputabili alla scarsa qualità e la crisi è solo uno stratagemma per coprire il pagamento mancato. La Lupacchino continua dicendo che il cattivo costume che c’è in italia è la scarsa regolamentazione contrattuale tra l’editore e l’autore che non da fiducia agli autori con il contratto. Si contrattano a voce 35/40 euro a tavola ma senza un contratto e l’autore senza contratto non sa con concretezza come organizzare il lavoro. Insomma un autore quasi in balia del proprio destino. La Lupacchino sottolinea che l’autore ci tiene al suo lavoro e ci fa le nottate sopra anche senza però avere un contratto ed è l’assenza di questo contratto a non permettere all’autore di lavorare serenamente nelle notti insonni spese per disegnare.. A questo punto la Lupacchino racconta che dopo la consegna del lavoro l’editore dice che c’è crisi e che bisogna aspettare per la retribuzione. Questo sarebbe indice che nessuno crede al lavoro che viene fatto, ne l’autore ne l’editore. All’estero invece è tutto (magicamente) diverso. La Lupacchino racconta, come se avesse visto il Santo Gral, che c’è un contratto di 40 pagine che indica diritti e doveri che proteggono il lavoro dell’autore. Il fatto che l’editore paghi adeguatamente rende l’autore sereno e sicuro di potersi concentrare solo sul proprio lavoro e di non dovere patire l’ansia di cercare altri lavori per sbarcare il lunario e pagare le bollette. A questo punto non si capisce più bene se la Lupacchino desideri avere a che fare con un editore, con tutte le gioie e dolori che porta la libera professione, o voglia un ente assistenziale. La Lupacchino ritorna sul suo cavallo di battaglia iniziale: tutti gli standard internazionali di qualità nella realizzazione di un fumetto stanno superando quello italiano. Insomma in Italia si produce male. Gli astanti annuiscono concordi. Nessuno (o quasi) sembra accorgersi neanche adesso che alla mediocrità produttiva indicata dall’autrice non sfuggirebbe nessuno degli autori presenti in sala. Secondo la Lupacchino questo presunto abbassamento di qualità è dipeso dal non pagare adeguatamente gli autori. La Lupacchino dichiara poi di aver fatto lavori in Italia senza contratto. Corollario al teorema Lupacchino: un lavoro senza contratto e non retribuito all’autore è  un lavoro a cui non crede nemmeno l’editore. Assioma: gli esordienti non hanno strumenti per potere capire il mondo degli editori che li circonda.. Chiusura della Lupacchino: lavorare senza contratto è una follia. Segue applauso fragoroso. Ma a chi si riferisce la Lupacchino quando parla di avere lavorato un anno senza contratto e non ancora retribuito che tanto la angustia? Da come si evince dagli interventi sul blog di Andrea Mazzotta, direttore editoriale di Nicola Pesce Editore, la Lupacchino parla delle edizioni Arcadia di Mario Taccolini e al suo lavoro su L’Insonne. Tra i commenti sviluppatisi nel post del blog di Andea Mazzotta in cui viene riportata una dichiarazione della Lupacchino (che spiega meglio questo suo intervento alla Tavola Rotonda) segue una discussione dove lo scrivente chiede esplicitamente alla Lupacchino di dire a chi si riferisce quando parla di avere lavorato un anno senza contratto. Non otterrò risposta perché mi verrà detto che non è importante chi, ma quello di cui si sta parlando. Al che segue una risposta chiarificatrice di Mario Taccolini di Arcadia, che dice:

 

difficile restar fuori dalla discussione: eccomi qui a dire la mia.

Confermo che le Edizioni Arcadia non hanno quasi mai firmato contratti con i propri autori. Principalmente perché non ci sono mai stati chiesti (tranne in un paio di casi, e in quei casi i contratti sono stati regolarmente firmati).

Abbiamo sempre (fino a qualche mese fa) pagato un tot a tavola. Tot a tavola che era concordato a voce. Qualche tempo fa, su internet, è rimbalzato un mio post in cui ammettevo -in sostanza- il fallimento del "progetto" Edizioni Arcadia come era stato inizialmente studiato, ed un ritardo abbastanza consistente nei pagamenti dell'ultimo anno. Non mi pare, quindi, che da questa discussione emergano chissà quali nuove verità.
Emanuela ha iniziato a disegnare (facendo uno splendido lavoro) il numero 3 de L'INSONNE più o meno un anno fa, e non ha ancora ricevuto un euro. Quando ci siamo sentiti, poco prima di Lucca, mi ha anche detto che, siccome adesso lavora in Marvel e non ha più problemi economici, avrebbe aspettato un pò di più per la riscossione, perché preferiva che prima venissero pagati gli altri autori (giusto per farvi capire con chi state polemizzando).

Mario Taccolini

 

Insomma, la Lupacchino ha lavorato un anno senza contratto con Arcadia alla realizzazione di un albo del L'Insonne perché non lo ha mai chiesto il contratto e se lo avesse chiesto glielo avrebbero fatto. Quindi l’autrice accusa gli editori cattivi di una mancanza dovuta alla sua ingenuità e inesperienza. Chiedi e ti sarà dato, dicevano gli antichi. Saggezza d'altri tempi. Ma c’è di più. La Lupacchino prima di Lucca fa il beau geste di dire all’editore di aspettare la riscossione del compenso per agevolare altri colleghi ma poi, senza nominarlo, si viene a lamentare dello stesso editore dicendo che l’ha intortata con la crisi. Raccontata così sembra abbastanza schizofrenica la faccenda. La Lupacchino, in Italia nel fumetto ha lavorato e pubblicato solo per Arcadia. Non stupirebbe a questo punto se ora la Lupacchino dichiarasse che non si riferiva ad Arcadia. Giusto per farvi capire con chi stiamo polemizzando: un’autrice che dice che in Italia si fanno solo cose mediocri, comprese le sue. Su questo intervento la moderazione ha fatto acqua. Ancora più acqua ha fatto l’organizzazione della Tavola Rotonda a invitare una relatrice simile.

All’intervento della Lupacchino segue un breve intervento ancora di Casali cher racconta come in America la DC per abbassare il prezzo degli albi ha aumentato le pagine di pubblicità in un albo e ha diminuito le pagine del fumetto.

 

Luca Enoch

Segue un breve intervento di Luca Enoch che racconta come nella sua esperienza abbia sempre avuto contratti che rispettavano e sancivano la proprietà delle tavole, proprietà del personaggio e la cessione dei diritti di pubblicazione. In Sergio Bonelli – continua Enoch –  è uno dei pochi autori completi che lavora su una testata e personaggi totalmente suoi.

 

Marcello Toninelli

Interviene un altro dei decani del fumetto italiano e protagonista della prima Associazione Fumettisti creatasi quindici anni fa circa. Toninelli auspica che l’incontro tra gli autori si rifaccia in una veste più articolata e magari spalmata su più giorni in cui gli autori si possano confrontare sulle loro esperienze. Segue una breve storia dell’Associazione Fumettisti che il primo anno vide circa 100 autori aderenti, in un momento storico in cui ancora internet non era in auge alla portata di chiunque. L’Associazione, racconta Toninelli, aveva dei costi anche abbastanza impegnativi  Toninelli afferma che in Italia pochi autori possono dire di avere il “posto fisso” e la categoria degli autori di fumetti è esposta a tutti i rischi della libera professione. L’esperienza dei più navigati fa da contraltare realista alla verve argentea dei più giovani. La prima Associazione Fumettisti si spense per il venire meno dell’interesse degli autori che vi aderivano ma non prima però di avere pubblicato diversi bollettini contenenti anche esempi di contratti, da quelli capestro a quelli più chiari. Tutto questo materiale è ancora oggi reperibile sul blog: http://assfum.blogspot.com. Toninelli mette l’accento sul fatto che bisogna fare informazione agli autori, ma in base alla sua esperienza professionale e all'espreienza della pregressa associazione non vede grandi possibilità di fare una associazione che funzioni molto. Ma ci sono autori che credono nella (ri)costituzione di una Associazione Fumettisti. Toninelli a questo punto accenna al SILF, l’unico sindacato di categoria in quota CGIL, come un oggetto misterioso e aggiunge che Gianfranco Goria (il titolare di AFNews e attivo nel SILF/CGIL fin dalla sua fondazione),  dopo aver sparato per diversi giorni in rete su tutto e tutti è stato invitato a parlare dell’attività del sindacato ma è poi sparito completamente dal dibattito. All’incontro che vi stiamo raccontando infatti era annunciato ufficialmente la presenza di un rappresentante del sindacato ma non si è presentato nessuno. Un'assenza che la dice lunga sull'effettivo valore dell'unica sigla sindacale di settore. A questo punto Marcello Toninelli, dopo avere indicato Goria come non pervenuto, legge un intervento di Luca Erbetta, disegnatore italiano attivo in Francia che vi riportiamo integralmente:

 

Buongiorno a tutti.

Mi chiamo Luca Erbetta e sono un disegnatore di fumetti nonché delegato per l’Italia dello SNAC/GABD, il Sindacato Francese dei Fumettisti.

Io ed altri autori, tra cui Pasquale Ruju, Lucio Parrillo, Claudia Checcaglini, Alex Massacci e Ketty Formaggio, stiamo lavorando per cercare di ricostruire un’Associazione che possa essere di aiuto e di rappresentanza per tutti i disegnatori, scrittori e coloristi che lavorano nel mercato italiano.

Lo scopo dell’Associazione dovrebbe essere quello di intraprendere azioni concrete per migliorare le condizioni lavorative nel nostro settore.

La prima cosa che vorremmo fare, è quella di creare, possibilmente in accordo con gli editori, un CONTRATTO BASE, un modello che ci auguriamo gli editori decidano di adottare.

Questo contratto, non pretenderebbe in alcun modo di fissare cifre di pagamento o tempi di consegna, che possono variare da editore a editore, ma vorrebbe chiarire tutta una serie di diritti e di doveri che autori ed editori si impegnino a sottoscrivere.

Diritti e doveri che sono la norma in altri paesi o in altri settori.
Perché vogliamo evitare che possano continuare situazioni nelle quali si firmano contratti capestro o che vi sia addirittura un’assenza di contratto. Pratiche, queste, malevoli se non illegali.

Siamo ben consci della difficoltà del nostro progetto, ma crediamo che sia arrivato il momento di definire la nostra professione con regole chiare e certe.

Speriamo che tutti voi, autori o editori, capiate la buona volontà della nostra iniziativa.

Per fare questo, però, abbiamo bisogno del vostro aiuto e del vostro appoggio.
Chiunque fosse interessato al nostro progetto potrà contattarci, per ora, tramite il blog della vecchia Associazione.
Assfum.blogspot.com

Grazie a tutti.

Luca Erbetta

 

L’Associazione Fumettisti sta per resuscitare e si occuperà di stilare un contratto tipo.

 

Otto Gabos

Intervento di Otto Gabos che si riallaccia al discorso di Ginevra sul fumetto come mezzo espressivo di ampio raggio e vuole approfondire il discorso sulla promozione e diffusione. Gabos si definisce come autore di romanzi a fumetti collocandosi in un settore diverso rispetto a quello di altri autori presenti. L’autore di Appartments si rende conto che i suoi libri vengono acquistati maggiormente in libreria di varia. In questo segmento delle librerie di varia ci vuole però molta promozione che spesso è inesistente o si basa sugli sforzi dell’autore stesso. Per l’autore, negli ultimi quindici anni  le competenze sono enormemente aumentate e i guadagni al contempo sono diminuiti. L’autore si adopera per vendere il proprio libro in maniera tale di fare contento l’editore che vende e fare contento anche se stesso che vive di percentuale sulle vendite. Gabos sottolinea come gli editori producono molto, il catalogo cresce ma a scapito della qualità del libro e a scapito della diffusione del titolo. Gabos indica chiaramente che ci sono una serie di sistemi “borbonici” e “feudali” nell’editoria in cui sembra che con la sola pubblicazione sia l’editore a fare un favore all’autore.. Il rapporto editore/autore, invece, è un servizio di reciproco. Gabos denuncia anche una certa difficoltà della collocazione del fumetto in libreria e conclude dicendo che ci vorrebbe un alfabetizzazione di ristrutturazione.

Fine seconda parte - continua.

statigeneralimuf

Magazine

Intervista a SILVIA ZICHE su "QUEI DUE"

01-01-2021 Hits:3868 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto e Dafne Riccietti

      Bentrovati, appassionati delle nuvole parlanti. Sono lieto ed orgoglioso di presentarvi la versione integrale dell'intervista, comparsa sull'importante numero 300 di “Fumo di China”, realizzata con la mitica Silvia Ziche, che ringrazio nuovamente.   Ritratto di Silvia Ziche, visionato anche dall'artista prima della pubblicazione, ad opera di Lorenzo Barruscotto.   Le tre vignette che troverete ad...

Leggi tutto

INTERVISTA ESCLUSIVA CON MORENO BURATTINI su "Zagor - Darkwood Novels"

26-07-2020 Hits:5533 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

   Ritratto ad opera di Lorenzo Barruscotto, autografato dallo stesso Burattini.     Buongiorno e grazie per il suo tempo. Facciamo quattro chiacchiere sulla nuova miniserie di Zagor “Darkwood Novels”.   - Nel primo volume viene presentata ai lettori questa nuova iniziativa editoriale targata Spirito con la Scure anche con dotte citazioni e riferimenti ai Dime Novels...

Leggi tutto

L'Intervista - Kirby Academy, a Cassino un punto di riferimento unico per chi vuole fare fumetti

17-01-2020 Hits:4394 Autori e Anteprime Super User

A cura della redazione L'Associazione Culturale Cagliostro E-Press, ha 15 anni alle spalle di meritoria attività di scountng di nuovi talenti e diffusione del media fumetto sul territorio nazionale: la storia dell'Associazione, sempre presente alle principali fiere di settore, racconta di più di 150 volumi pubblicati in questi tre lustri e...

Leggi tutto

Saggio e analisi di "TESLA AND THE SECRET LODGE"

17-12-2019 Hits:7111 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

 La cover variant (a sinistra) e quella ufficiale (a destra)   Ucronia. Cosa significa questa parola? Con tale termine viene indicato un genere di narrativa fantastica basato sulla premessa che la storia del mondo abbia seguito un corso alternativo a quello reale. Deriva dal greco e significa letteralmente “nessun tempo”, analogamente a come...

Leggi tutto

Intervista con OSKAR su ZAGOR

17-12-2019 Hits:6921 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

    Facciamo quattro chiacchiere in merito al volume “L'eroe di Darkwood”, il sesto e conclusivo della mini serie “Zagor – Le Origini” che ha visto Oskar, nome d'arte di Oscar Scalco, classe 1971, disegnatore con all'attivo numerosi traguardi prestigiosi, impegnato ai disegni sui testi di Moreno Burattini. Le sue due opere che vedrete di seguito sono presenti...

Leggi tutto

Moleskine 125 » Quella falsa differenza tra Fumetto e Graphic Novel

30-08-2019 Hits:6474 Moleskine Conte di Cagliostro

Sottotitolo: Artibani e Recchioni avanti, dietro tutti quanti (Plazzi compreso) per piacere di Topolino. di Conte di Cagliostro Houston il fumettomondo ha un problema. Ci sono dei pazzi che vanno in giro spacciandosi per Francesco Artibani, Andrea Plazzi e Roberto Recchioni? O Artibani, Plazzi e Recchioni sono pazzi? Ricapitoliamo. Qualche giorno fa, il...

Leggi tutto

RECENSIONE CARTONATO DEADWOOD DICK "TRA IL TEXAS E L'INFERNO"

29-07-2019 Hits:7091 Critica d'Autore Lorenzo Barruscotto

    "Avete mai fatto caso che nella vita ogni tanto si incontra qualcuno che non va fatto in…alberare?” Ecco, quel qualcuno è Deadwood Dick. Mutuandola ed adattandola per i nostri scopi, la celeberrima frase pronunciata da un granitico Clint Eastwood in “Gran Torino” serve perfettamente a delineare il carattere del personaggio...

Leggi tutto