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Caso Maconi: il Commissario Formaggioni indaga
di Giorgio Messina
Ketty Formaggio non si accontenta. Non si accontenta di fare la colorista per Lupo Alberto, per le copertine di Pinkerton S.A. della Star Comics e per la Francia. Non si accontenta di fare la mammina del fumetto italiano in difesa dei giovani autori sprovveduti che vanno messi in guardia dagli editori cattivi (tra cui, guarda caso, non ci sono mai gli editori con cui collabora lei…) . Non si accontenta di sostenere pubblicamente (diffamandoli) che i piccoli editori come Cagliostro E-Press sfruttano gli autori. Non si accontenta di contattare (importunandoli) gli autori che collaborano con Cagliostro E-Press per invitarli a lasciare la collaborazione. Adesso si è arrogata anche il ruolo di anti-fumettodautore, il ruolo di contro-giornalismo investigativo.
In città c’è una nuova sentinella della Verità. E’ arrivato il Commissario Formaggioni. Il primo caso che si è apprestato a risolvere è il Caso Maconi. Il Commissario Formaggioni è arrivato a sostenere, rispetto a quello che raccontavo nel pezzo: “Dovreste chiedere a Maconi di dirvi cosa è successo. A quanto pare FdA non lo ha fatto”.
Insomma, il Commissario Formaggioni sosterrebbe quindi che mi sono inventato quasi tutto, nonostante nel mio pezzo io abbia scritto chiaramente e in un italiano chiaro che quanto accaduto alla conferenza BeccoGiallo durante il Treviso Comic Book Festival 2009, me lo hanno raccontato e confermato in sei (6) testimoni e che ho parlato direttamente con Gianluca Maconi che me lo ha confermato a sua volta. E fanno sette (7).
Il Commissario Formaggioni, come tutti i segugi infallibili dubita di tutto e tutti, persino del mio italiano corretto.
A suffragio della tesi del Commissario Formaggioni l’elemento probatorio in suo possesso sarebbe una mail di Gianluca Maconi in persona che dimostrerebbe che ho scritto imprecisioni e panzane e in cui l'autore dichiara anche di non concordare con i toni del mio pezzo. Ma il Commissario Formaggioni per rispetto a Maconi, al momento dall’altro lato del mondo in quel del Comicon di New York, non rende però pubblico il testo della mail. Insomma la prova che ho scritto falsità esiste, ma bisogna farne un atto di fede, perchè per il Commissario Formaggioni la sua parola conta più della mia.
Al ritorno da New York di Maconi, il Commissario Formaggioni ha già promesso che ne raccoglierà la dichiarazione che mi inchioderà definitivamente come fabbrica patacche giornalistiche.
Ma se Maconi voleva dire qualcosa riguardo l’articolo in cui viene citata la sua testimonianza perché non ha inviato la sua mail direttamente a noi di Fumetto d’Autore? Il Commissario Formaggioni ha dunque risolto il caso: secondo il nuovo sceriffo io non avrei mai parlato con Maconi e quindi mi sarei inventato tutto. Elementare Watson.
Il Commissario Formaggioni però mi sottovaluta e pensa che io sia un pirlacchione e che nel raccogliere la testimonianza di Maconi abbia fatto le cose da fessacchiotto senza tutelarmi in nessun modo. Eppure nel pezzo ho scritto chiaramente di avere raccolto, per quanto riguarda la conferenza, le testimonianze di sei (6) persone, tutte testimoni oculari dell’evento, più Maconi, come detto prima. E fanno sempre sette (7). Così come ho scritto chiaramente di avere parlato direttamente con Gianluca Maconi. E aggiungo che l’ho fatto davanti a due testimoni. Così come aggiungo di avere, sempre davanti a due testimoni, chiesto a Maconi il permesso di raccontare in un articolo quanto mi aveva raccontato. Maconi acconsentendo disse: “sono dati di fatto”. Sono certo che questa risposta se la ricorderà anche lui, perché io e i miei due testimoni ce la ricordiamo. Aggiungo ancora che ho anche una mail scritta e firmata di uno dei due testimoni che conferma ciò che ho scritto nel mio pezzo.
Quando il Commissario Formaggioni renderà pubblica la sua presunta mail, risponderò rendendo pubblica anche quella in mio possesso.
E’ interessante notare come passi in secondo piano il contenuto dell’articolo e delle rivelazioni in esso riportate ma come ci si occupi maggiormente di rendere poco credibile chi ha vergato l’articolo per disinnescarne i "dati di fatto" presentati. Forse qualcuno non voleva che questa storia, sepolta per un anno, uscisse mai fuori?
Vieppiù interessante notare come i processi a Fumetto d’Autore si svolgano lontano da esso: ottimo modo per evitare qualsiasi tipo di contraddittorio e arrivare il più velocemente possibile al verdetto finale della solita giuria in servizio permanente che non vuole che si parli male dei propri editori, soprattutto quelli che gli hanno aperto le porte della libreria di varia.
Non mi stupirebbe se a breve, seguendo a ruota le indagini del Commissario Formaggioni, uscisse un complicato conteggio di resi in libreria di varia per risolvere il mistero della cifra decurtata a Maconi raccontata dallo stesso e riportata nell’articolessa incriminata.
La storia della Conferenza BeccoGiallo invece sarà molto più difficile da smontare, poiché è stato un evento pubblico.
Maconi non potrà quindi mai dire che non abbiamo parlato a Treviso, ma potrebbe dire che non ci siamo capiti (anche se davanti a testimoni) per quanto riguarda i soldi scalatigli per le rese quando ha percepito il pagamento dei diritti per la vendita all’estero dei suoi libri, ma negare quanto accaduto in un evento pubblico sarebbe molto macchiavellico.
Qui su Fumetto d’Autore, comunque, rimaniamo a disposizione per eventuali repliche di Maconi, dei tipi di BeccoGiallo e/o di chiunque volesse intervenire sul giallo del contratto BeccoGiallo, perché sui racconti di Gianluca Maconi non c’è nessun giallo. I fatti riportati sono quelli da lui raccontatimi. Poi magari non si può essere concordi con i toni, ma i toni sono dell’articolista e i fatti sono innegabilmente raccontati dalla fonte.
Ps: Diverse persone che collaborano con me continuano a raccontarmi di telefonate ricevute in cui vengono invitati gentilmente a interrompere la collaborazione. Il fenomeno è in aumento. Il Commissario Formaggioni potrebbe per favore occuparsi del caso che ha contribuito a fomentare e far smettere Qui Quo e Qua? Sarebbe un ottimo esempio del risveglio sociale tanto auspicato da Claudio Stassi.