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«Sviluppare una coscienza collettiva, fare gruppo e lavorare per il bene comune»
[23/08/2010] » Stati Generali: parla Gianfranco Goria, sino a poco tempo fa impegnato nel SILF (CGIL), l'unico sindacato di categoria degli autori di fumetti: "c'è in giro gente del comicdom italico che, malevolmente dice che il sindacato è una schifezza inutile".
Luca Boschi, in qualità di moderatore, fa il punto della situazione sul suo blog sulla Tavola Rotonda degli Autori convocata da Claudio Stassi e che si svolgerà presso il Museo del Fumetto durante lo svolgimento della prossima Lucca Comics&Games.
Tra i commenti del post interviene Gianfranco Goria, titolare di AFNews, e sino a poco tempo fa impegnato in pirma linea con il SILF, il Sindacato Italiano Lavoratori Fumetto Animazione Illustrazione Comunicazione Visiva, che appartiene all'area CGIL.
Goria parla del suo periodo nel SILF e delle difficoltà incontrare dal sindacato tra gli autori in questi anni.
Ve ne riportiamo ampi stralci:
La "sindacalizzazione" non deve e non può portare a niente di quello che si intende, parlandone a vanvera. Ovvio. Sindacalizzare vuol dire costruire, partendo dai lavoratori di un settore, una Coscienza Collettiva. Non necessariamente un Contratto Collettivo. Se non si crea quella coscienza, non è il "sindacato" a fallire: sono i lavoratori. Un errore comune, tra chi non sa un granché di "sindacato", è pensare che esista un Sindacato indipendentemente dai lavoratori. Errore. Il sindacato E' i lavoratori. Punto. Il problema vero della sindacalizzazione di un settore composto per buna parte da "creativi" che si ritengono "artisti" e quindi "al di fuori dle mondo normale" è proprio questo. Senza la Coscienza Collettiva non può esserci un Sindacato di Categoria.
Che nel settore dell'editoria fumettistica non serva un Contratto Collettivo è, ovviamente, possibile. Non è certo l'unica forma di contratto che esiste! Tanto e solo per cominciare c'è il Contratto di Edizione (previsto per legge) che già svolge la sua funzione, quando viene utilizzato. Certo che se, invece, gli autori NON firmano contratti, non VERIFICANO i contratti, lavorano senza contratti, firmano contratto a opera finita ecc. ecc. ecc. allora... Ci può essere la legge più bella del mondo, ma non serve a nulla contro comportamenti autolesionisti di questo tipo, no?
Vero: la CGIL ha provato, a partire dal 2000 a OFFRIRE ai lavoratori di questo settore uno STRUMENTO per organizzarsi, tutelarsi ecc. Sono i lavoratori che lo hanno regolarmente snobbato, forse perché convinti di potersi fare sempre le proprie ragioni da soli, senza organizzarsi insieme ai propri colleghi. L'individualismo è nemico giurato della lotta collettiva per i diritti di tutti. Questo è quel che ho visto coi miei occhi (e non per sentito dire) nei dieci anni in cui me ne sono occupato, da volontario. Ora che il mio mandato è finito, posso parlarne con più leggerezza, ma era davvero duro cercare di fare del sindacato senza che i lavoratori fossero VERAMENTE interessati a organizzarsi collettivamente. "Ognun per sé e Dio per tutti" sembrava fosse il loro motto. La CGIL ci ha messo soldi e persone, ma chi "non c'era" nei fatti erano proprio i lavoratori del settore. Abbiamo "presidiato" la struttura sindacale a lungo, ma la sensibilità era sempre la stessa: "mi iscrivo al sindacato oggi perché mi serve 'sta cosa - domani mica rinnovo la tessera e di sicuro non mi impegno per fare la mia parte nel sindacato! Ma che sono scemo a lavorare per gli altri?" Tant'è. Il mio periodo di volontariato è finito (come da statuto) e dopo di me sarà venuto qualche altro volontario a "lavorare per gli altri", per quegli altri che di norma si limitano a farsi gli affari propri e tanti saluti. In sostanza: ciascuno è casua del suo male e del suo bene. Se, finalmente, chi lavora nel settore dell'editoria fumettistica decide di "fare gruppo" e dedicare un poco del suo tempo per il "bene comune", allora il sindacato a cui la CGIL (o chiunque altro) offre risorse e persone potrà essere uno strumento efficace (per la parte sindacale, ovviamente, del lavoro fumettistico). Ma queste cose funzionano solo se si "fa gruppo" per davvero. I miracoli non piovono dal cielo: li fanno gli esseri umani col proprio sudore e (talora) col proprio sangue.
Questa riunione lucchese potrebbe offrire una chance allo sviluppo di una Coscienza Collettiva? Non dipende "dal sindacato", non dipende "dal Cielo". Dipende solo dalla coscienza di ciascuno, dalla volontà e dalla determinazione di chi fa fumetti nel dedicare risorse a un progetto Collettivo. Se, invece, si resta dell'idea che l'unico progetto che conta è quello individuale, è inutile fare riunioni.
Cosa dà fastidio, ad alcuni di noi, nel comportamento di certi politici? Che invece di lavorare per il bene comune, lavorano solo per il proprio. Be', il discorso non vale solo per i politici: vale proprio per tutti.
Non so se mi sono spiegato (logorroico e confusionario, sono, oltre che ormai vecchio), ma se a Lucca si sprigionasse una scintilla di Coscienza Collettiva e determinata volontà di lavorare insieme per il Bene Comune, posso confermare fin d'ora (anche se non mi compete più da anni) che la CGIL quel sindacatino dei fumettisti lo mette immediatamente a disposizione di chi ci voglia davvero lavorare per il bene comune, per un serio progetto collettivo. (...)
Dopo un intervento di un utente che si dice: "assolutamente d'accordo sulla mancanza di coscienza collettiva da parte dei fumettisti, solo che, a mio avviso, quella coscienza dovrebbe essere del tipo "confederazione di imprenditori di sè stessi" e non di "dipendenti contro gli editori", Goria fa ulteriori precisazioni e approfondimenti sul ruolo del sindacato e di come sia stato anche avversato da alcuni autori:
(...) Se riusciamo a sfrondare la questione dagli equivoci sulla terminologia (pare che la parola "Sindacato" spaventi i fumettisti come se si dicesse "nazifascismo", è questa è una solenne idiozia, per giunta masochistica -o forse è che a noi artistoidi piace darci il tono di Imprenditori, perché oggidì fa tanto figo-riccone, non so, ma è un'altra sonora idiozia), allora si può affrontare seriamente la questione. Ovviamente non posso escludere a priori che qualcuno stigmatizzi il termine Sindacato (che pure negli USA i nostri colleghi fumettisti non schifano affatto, anzi! E mi riferisco alle Union, naturalmente.), per beceri motivi politici, ma anche questa sarebbe una colossale idiozia. Come ho detto, sindacato è libera associazione democratica è confederazione è federazione, quindi dare al termine una valenza negativa (non è il tuo caso, ma di diversi altri sì) a priori è sintomo: di profonda ignoranza (ma l'ignoranza si cura studiando), di mala fede (e per questa non c'é cura), di leggerezza (e per questa basta ricollegare il cervello). Non so se questa chiacchiera basta a farlo capire. Ma certo io non mi sogno di dire che il Sindacato delle Industrie (la Confidustria) è una schifezza inutile perché è un sindacato. So, invece, che è una struttura utile alle aziende di un certo tipo, costituita secondo quanto previsto dalla legge, e svolge la propria funzione secondo quanto democraticamente deciso da chi ne fa parte (gli iscritti, cioè le aziende). Questo vale per tutti i sindacati (e dovrebbe valere per tutte le associazioni in generale, almeno in linea teorica). Invece c'è in giro gente del comicdom italico che, malevolmente (per chissà quali motivi) dice che il sindacato (dei fumettisti, ma anche degli illustratori, o degli scrittori ecc. a piacere) è una schifezza inutile. Dando così della schifezza inutile anche ai relativi iscritti, tra l'altro.
Nel mondo del fumetto italiano ci si lamenta spesso della profonda ignoranza manifestata dai giornalisti (alcuni, mica tutti, in realtà) che parlano di fumetto alla carlona e sparano una quantià di fesserie sui media, mentre dovrebbero prima documentarsi per bene e chiedere a chi opera nel settore fumetto, prima di scrivere stupidaggini.
Be' la stessa cosa la fanno i fumettisti (alcuni, mica tutti, in realtà), che parlano di sindacato alla carlona e saprano una quantità di fesserie, mentre dovrebbero prima documentarsi per bene e chiedera a chi opera nel settore sindacato, prima di ...
Ma si sa: viene facilissimo parlare tanto per parlare, anche se questo può procurare danni alle persone.
Insomma, ce ne sarebbe un sacco di cose da dire, alla riunione lucchese. Spero saranno utili al miglioramento complessivo delle persone e della loro vita. In ogni caso, al di là delle speranze e comunque incrociando le dita, il tempo sarà buon giudice dell'utilità dell'incontro.