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Fumetto Popolare versus Romanzo Grafico
[08/09/2010] » Stati Generali del Fumetto: nuovi interventi di Roberto Recchioni.
Roberto Recchioni, come promesso, dal suo blog, torna a parlare degli Stati Generali del Fumetto.
Dopo avere espresso i suoi «dubbi sull'effettiva utilità di una tavola rotonda a cui non parteciperanno le vere forze produttive del fumetto in Italia, quelle che il settore, volendo, lo potrebbero cambiare davvero (ma che se non lo cambiano una ragione ci sarà)», adesso lo sceneggiatore di Dylan Dog e John Doe aggiunge che «Il gap che separa me (e un'altra nutrita manciata di professionisti con un certo tipo di esperienza) da un'altro nutrito gruppo di professionisti con un tipo di esperienza del tutto diversa, è troppo ampio da colmare. Anni di convinzioni, stratificate anche dal bisogno di giustificare la propria posizione e di difenderla (e qui parlo di una parte quanto dell'altra, sia chiaro), ci impediscono non solo di arrivare a comprenderci, ma pure di parlare la stessa lingua. Tante, troppe nozioni vengono date per scontate da una parte di noi e, invece, avrebbero bisogno di essere spiegate nel dettaglio (e, magari, attraverso un'esperienza diretta) all'altra parte. Tanti, troppi, assolutismi e partiti presi, dovrebbero essere accantonati per riuscire ad ascoltare veramente e poi, a quel punto, ragionare e, se è il caso, contestare sulla base di fatti e non di sentito dire.»
Roberto Recchioni, in un intervento di poco successivo al precedente, sembra suggerire che all'interno dell'insieme degli autori del fumetto italiano ci siano due correnti di pensiero e d'azione diverse. Il primo gruppo sembra essere composto dagli autori che lavorano nel fumetto "popolare" a larga diffusione, il secondo gruppo invece è formato dagli autori che realizzano "Romanzi Grafici" per le case editrici che distribuiscono nelle librerie di varia o in fumetteria.
«Abbiamo voluto fare i Romanzi a Fumetti, abbiamo voluto entrare nel mercato delle librerie di varia? Abbiamo voluto sentirci fighi perché affrancati dal populismo del fumetto seriale e da edicola? Ecco, adesso, se vogliamo essere competitivi e dare una possibilità di guadagno alle case editrici di fumetti che in questo settore stanno cercando di muoversi, dobbiamo accettare le regole economiche di quel settore. Altrimenti non gioca più nessuno. »
Dedicando una attenta riflessione alle parole di Roberto Recchioni, non sembra essere quindi un caso che la convocazione degli Stati Generali del Fumetto è stata posta in essere da un autore, Claudio Stassi, ancora poco affermato e conosciuto e che appartiene maggiormente al segmento degli autori di "Romanzi Grafici". Claudio Stassi sembre essere riuscito a dare voce allo scontento di un gruppo di autori, quello che prevalentemente realizza "Romanzi Grafici".
Recchioni continua, affrontando un parallelismo tra gli autori di narrativa e gli autori di romanzi grafici, che agiscono entrambi nello stesso mercato librario:
«Ma allora, come campano gli scrittori? Facile, il 90% di loro non campa dei romanzi che scrive. Fanno altro. Se sono fortunati, fanno altro in ambienti limitrofi alla narrativa (scrivono articoli, fanno lavori redazionali e via dicendo), se sono meno fortunati, hanno un lavoro del tutto avulso dalla narrativa ma che gli permette di campare e gli lascia il tempo per scrivere. Se invece sono sfigati, fanno la fame o campano sulle spalle di qualcun altro.A questo punto arriva la lucida e realistica chiosa:
«Volete il pagamento a tavola e la stabilità economica? C'è il fumetto popolare. Che è un mercato grosso che produce ricchezza e che può permettersi certi metodi produttivi. Essendo però un mercato di massa, produce un certo tipo di prodotto che potrebbe non interessarvi. O voi potreste non interessare a lui. Volete maggiori libertà creative e un risalto culturale accentuato? C'è il settore dei Romanzi Grafici. Ma è un settore di nicchia di un settore di nicchia, che non produce ricchezza e non è in grado, da solo, di garantirvi la stabilità economica. La scelta sta a voi. Io ho deciso di giocare su tutti e due i campi e quando faccio l'uno mi lamento che mi mancano i privilegi dell'altro.»Chiusura:
«delle ingiustizie, delle storture, e dei figli di buona donna, parliamo nel prossimo intervento.»
To be continued