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«Sono curioso di sapere se, da parte degli autori, c'è piena consapevolezza del mercato a fumetti italiano»
[18/10/2010] » Stati Generali del Fumetto: parla Andrea Mazzotta, direttore editoriale di Nicola Pesce Editore.
Tra i diversi commenti scaturiti dal comunicato ufficiale della tavola rotonda degli autori che si svolgerà in concomitanza della prossima Lucca Comics & Games, registriamo anche l'intervento, sul suo blog, di Andrea Mazzotta, il direttore editoriale di Nicola Pesce Editore.
«Ci sarò perchè mi interessano le posizioni di coloro che intervengono.
Mi interessano perchè io del mercato dell'editoria, dei suoi problemi e dei colpevoli di questi problemi ho un'idea molto precisa. Non tagliata con l'accetta, ma precisa.
E sono curioso di capire se gli altri operatori del settore condividono la mia idea.
Ma soprattutto sono curioso di sapere se, da parte degli autori, c'è piena consapevolezza del mercato a fumetti italiano.»
Andrea Mazzotta sviscera e analizza anche alcuni aspetti della situazione attuale del fumetto correlati all'iniziativa degli autori. Ve me riportiamo alcuni stralci significativi:
«Il fumetto non popolare in Italia vende poco. Punto. Vende poco in libreria, vende poco in fumetteria.
Il fumetto popolare regge ancora l'edicola. Li le vendite ci sono.
Infatti chi lavora per il fumetto da edicola (Bonelli, Astorina, Edizioni Paoline ecc) vive del suo lavoro.
Vi faccio una domanda precisa: secondo voi quanti sono gli autori professionisti nel mondo del fumetto in Italia?
Dite un numero.
E secondo voi quanti di questi si mantengono con il loro lavoro in Italia? (...)»
«L'Italia non è la Francia. Io di questo discorso che in Francia quando varchi la frontiera il tuo editor ti viene a prendere in Ferrari per portarti per 3 giorni a puttane o a gigolò che ti cospargono di olio profumato e poi lui ti svuota addosso sacche di soldi dicendoti "Tien pour tut quell que te restan appiccichè addoss" mi sono un po' stancato.
Se la Francia è il paradiso, cosa trattiene in Italia gli autori?
Perchè non lavorano tutti in Francia? O in America? Perchè ci sono state tutte queste lamentele? Gli euro francesi non valgono quelli italiani?
Vorrei capire.
Ci sarà un perchè? Sarà forse che il mercato francese NON può o NON vuole
assorbire tutti quelli che ritengono di poter fare o fanno fumetto in Italia? (...)»
«Ognuno con i suoi soldi e la sua arte ci fa quello che gli pare. Sento dire spesso: "Ma se i fumetti non vendono, uno che lo fa a fare l'editore?" Ma, premesso che, fatto salva il principio di economicità e quello di professionalità, ognuno con i soldi suoi ci fa quello che gli pare, a me verrebbe da dire "Ma uno, l'autore di fumetti, sapendo che non ci si campa con questo mestiere e che ce la fa uno su mille, che lo fa a fare?"
Rispondete alla seconda domanda e io cercherò (anche se non sono un editore) di rispondere alla prima.
Quello che io vedo è che chi vuole vivere di questo mestiere e NE HA LE CAPACITA', ce la fa.
Lavora in Francia, lavora in America, lavora per le piccole aspettando di crescere.
Cerca di lavorare in Bonelli. Fa la sua gavetta.
Nel frattempo fa altro, ma magari resta in piedi fino alle 3 di notte per finire una tavola, magari va a consegnare pizze per pagarsi la scuola di fumetto, magari fa il grafico per libri di cucina, ma alla fine, ce la fa.
Io conosco disegnatori che pur di non rinunciare al loro sogno chiudevano un albo di 98 pagine in 45 giorni. Matite e chine.
Ed ora lavorano in Bonelli e in Marvel. Gente che ha talento e volontà.
Ma questo non capita solo nel mondo del fumetto.(...)»
Mazzotta conclude:
«Sia chiaro che io la posizione degli autori la capisco e la condivido.
Se uno lavora è giusto che sia pagato per il lavoro che ha fatto.
Se questo non avviene è sacrosanto lamentarsi.
NON è però sacrosanto decidere in autonomia QUANTO è giusto essere pagati.
Si può decidere quanto si ritiene giusto essere pagati.
Si ricevono offerte, si fanno proposte.
Non c'è accordo? Bene. Amici come prima e si va avanti.
C'è accordo? Allora non c'è nulla da discutere ulteriormente.
Se non ti offrono la cifra che ritieni valida, non lavorare.
Io farei lo stesso.»
L'intervento completo di Andrea Mazzotta potete leggerlo QUI.