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L'Editoriale » E venne il giorno del comuncato ufficiale
di Alessandro Bottero
Ebbene, miei piccoli e fedeli lettori, finalmente il comunicato dell’evento più atteso, commentato, discusso di questa Lucca 2010, che si annuncia ricca di scintille e meraviglie, è finalmente arrivato. Sto parlando del Comunicato relativo alla T.R.T.A.S.S.G.D.F. (Tavola Rotonda Tra Autori Sugli Stati Generali Del Fumetto), di cui abbiamo adesso un programma più definito. Il comunicato è chiaro, e quindi non è necessario intervistare nessuno, ma al tempo stesso pur essendo chiaro, suscita in me alcune perplessità che –bonariamente e paciosamente, come uno zio coccoloso e benevolo- passo ad elencare.
Vi ho detto che il comunicato è chiaro, e quindi non è necessario intervistare nessuno? Beh, ripetiamolo, sennò poi si pensa che non vogliamo intervistare le persone. A parte questo che perplessità nutro?
QUI potete leggere il testo nei suoi punti salienti
Seconda cosa. Si parte alle 17, e presumibilmente si arriverà al massimo fino alle 20. Tre ore di discussione. E, se contate solo i nomi effettivamente citati, 15 (QUINDICI) persone che interverranno. Ossia abbiamo 180 minuti (più o meno) di tempo utile, e 15 persone. Anche dando solo dieci minuti a testa (tempo direi oggettivamente poco per fare un discorso compiuto), arriviamo al pelo, mettendo assieme solo una serie di quindici micro-monologhi, senza alcun dibattito, né tra relatori, né col pubblico.
È sensato? Mi pare un ennesimo esempio della sindrome da “Tutto, e Tutto nello stesso pomeriggio” che caratterizza SEMPRE gli incontri alle manifestazioni a fumetti. In questo modo che scambio di opinioni, o dialogo può esserci? Il numero stesso degli interventi previsti – anche solo limitandoci a cosa sta scritto nel comunicato - impedisce un vero scambio di opinioni.
Terza cosa. L’AFUI parlerà dello stato delle vendite nelle librerie specializzate. Ok. Ma sulla base di quali dati, e di quale campione statistico attendibile? In Italia le fumetterie sono più o meno 200, massimo 250. Non di più. Ed è una realtà estremamente variegata, con esercizi commerciali diversissimi l’uno dall’altro. Questa analisi di come si vende nelle librerie specializzate è frutto di un’indagine effettuata dall’AFUI in tutte le fumetterie? E il campione statistico rappresentativo, come è stato composto? E soprattutto: se l’AFUI non dice quante fumetterie raccoglie sotto di sé (ricordo che l’AFUI non dice quante fumetterie aderiscono all’AFUI), come faccio a ritenere significativo quello che ci dirà il presidente dell’AFUI? Sarebbe come se la CGIL andasse al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto e alla domanda “Scusi, tanto per sapere, ma quanti iscritti avete?”, rispondesse “Non lo dico.”. A questo punto qualsiasi controparte con un minimo di buon senso risponderebbe “Grazie, è stato un piacere. Chi c’è dopo?”. Ossia, se tu associazione X ti proponi come interlocutore credibile in un dato settore, mi devi dimostrare di avere una forza ed una presenza effettiva nel settore, tale da poterti dare un minimo di credibilità. E se mi proponi degli “studi di settore”, beh….devono essere fatti – per essere presi sul serio - con un minimo di serietà. Dire “Gli editori pubblicano un sacco di cazzate, e soffocano il mercato, perché non si vendono”, non è PROPRIO PROPRIO un’analisi approfondita e che meriti considerazione.
Quarta cosa. Se ci fate caso tra gli invitati a parlare abbiamo autori, rappresentanti dell’AFUI (quindi in senso lato le fumetterie), sindacalisti, avvocati, ma né distributori né editori. Perché? Mi si potrebbe dire “Perché la T.R.T.A.S.S.G.D.F. (Tavola Rotonda Tra Autori Sugli Stati Generali Del Fumetto) coinvolge gli autori.” Perfetto. Ma allora che c’entra l’AFUI? O che c’entra col discorso autori Michele Ginevra? O l’intervento storiografico di Toninelli? (che poi….allora se facciamo storiografia, perché non invitare anche Carlo Chendi, che negli ’70 aveva provato a creare un sindacato degli autori a fumetti? Già che ci siamo, uno in più o uno in meno…). Se proprio si è deciso di affrontare ANCHE il tema delle vendite nelle fumetterie (e l’intervento dell’AFUI è esplicitamente su questo tema), un intervento dei distributori da fumetteria poteva essere più indicato, o perlomeno completare quello dell’AFUI. O no? E magari interventi da parte di distributori da edicola (Marco, Parrini, ec…) o di libreria di varia (Messaggerie, PDE, ec…) poteva se non sfatare molte leggende urbane, aiutare la gente a CHIARIFICARE alcuni concetti tragicamente confusi. E invece AFUI sì, e niente distributori. Perché?
Quinta cosa. Perché prevedere interventi o presenze ridondanti, come quelle di Milazzo, dell’avvocato Pellegrino, e del rappresentante del SILF? Sono inutili, e triplicano lo spazio dedicato –sostanzialmente- allo stesso tema, ossia la tutela del diritto d’autore, e come si coniuga con la legislazione vigente e la contrattualistica in essere in Italia. Allora, piccola esperienza personale. All’ultima Romics c’è stato un incontro sul diritto d’autore, copyleft, ed altro. Beh, solo per dire due-cose-due sul diritto d’autore, e sul copyleft, semplicemente chiarendo i TERMINI, c’è voluta mezz’ora. E adesso si spera che in dieci minuti a testa si illustri la legge sul diritto d’autore, la contrattualistica possibile che lo mette in essere, e tutti i problemi legati? Beata ingenuità…
Vi bastano cinque perplessità? Secondo voi sto “proponendo merda da mangiare”, perché sarei una locusta? Oppure starei gettando fango, perché sono una “macchina che getta fango, invece di fare informazione”? O non sto semplicemente esprimendo delle perplessità, perché vorrei che fossero evitati i rischi che invece vedo chiari, evidenti, e probabili?
Un’ultima annotazione, giusto per chiarirci. Come Fumetto d’Autore abbiamo dedicato sinora oltre TRENTA pezzi –tra articoli, editoriali, news- a questo argomento, dandoci come obiettivo proprio quello di tenerlo sempre al centro dell’attenzione del mondo del fumetto online. Tanto per dirne una siamo stati noi a contattare per primi Ivo Milazzo, chiedendogli un commento sulla notizia, e Milazzo ci rispose che non ne sapeva nulla, ma che se lo avessimo invitato sarebbe stato più che lieto di partecipare. Noi chiarimmo che non eravamo noi ad organizzare la cosa, e lo indirizzammo verso gli organizzatori. E per chi non ci crede ho le mail a conferma. Nessun altro sito (Comicus, Mangaforever, lo Spazio Bianco) ha dedicato a questo tema tutta l’attenzione che abbiamo dedicato noi. E adesso devo sentirmi dare del “coglionazzo” da Alessandro Di Virgilio, sul blog di Claudio Stassi?
Non credete sia possibile? Ecco il testo, ad imperitura memoria:
“la cosa che, oltre a rendermi perplesso, mi fa anche leggermente incazzare è che, tra tutti i siti di informazione, gli unici che stanno dando risalto (distorto) all'evento, sono quei coglionazzi di FdA, a parte vari forum e blog. Mah!”
Allora, vorrei dire che se fare il proprio dovere di sito di informazione con oltre 30 pezzi, è essere dei “coglionazzi”, allora è impossibile qualsiasi dialogo, perché proprio viaggiamo su binari diversi. E vorrei dire anche che dicendo “quei coglionazzi di FdA” Alessandro Di Virgilio non insulta solo me ma tutti quelli che scrivono e collaborano per Fumetto d’Autore e che magari non conosce nemmeno. Lo inviterei quindi, se proprio deve insultare qualcuno, a rispettare le persone e a non fare di tutta un’erba un fascio. Anche Francesco Murrone, che cura la pagina Facebook di Fumetto d’Autore è un coglionazzo? O Vittorio Fabi, che scrive dei pezzi per FdA? O Adriano Monti buzzetti? O Marco Laggetta? O Carmine Treanni? Li conosce? Sa chi sono? Trova così naturale e “normale” catalogarli come “coglionazzi”?
O forse sono io che capisco male, e che non ho letto gli interventi precedenti, e che “decontestualizzo” le cose, e che sono sempre cattivo.