- Categoria: Fumetti
- Scritto da Super User
- Visite: 11963
Lo Stato dell'Arte della piccola editoria italiana a fumetti
[14/08/2010] » Mario Taccolini di Edizioni Arcadia, parla della sua esperienza editoriale e il bilancio non è positivo.
Come vi avevamo già riferito (gli articoli correlati li trovate qui, qui e qui) Claudio Stassi ha convocato gli Stati Generali degli autori di fumetti, che si incontreranno durante la prossima Lucca, per parlare del Contratto di lavoro con gli Editori del settore. Ma qual'è lo Stato dell'Arte in cui si trova il fumetto? Per quanto riguarda la piccola editoria di settore, Mario Taccolini di Arcadia Edizioni, squarcia il velo della legge non scritta secondo cui gli editori non dichiarano (quasi) nulla delle proprie vendite e dei pagamenti agli autori, e fornisce una testimonianza significativa della sua esperienza di piccolo editore con un bilancio, putroppo, tutt'altro che positivo.
(...) Secondo la mia personale esperienza, non vale la pena investire del denaro nella produzione di fumetti italiani, perlomeno per noi micro editori. Perché, per poter pagare decentemente gli autori, si dovrebbero stampare almeno 3000 copie di un fumetto, certi di venderne più di duemila... ipotesi, al momento attuale, molto distante dalla realtà. (...)
L'intervento completo di Mario Taccolini, lo trovate QUI.
Forse, prima di sedersi tutti insieme a parlare di condizioni contrattuali, gli autori dovrebbero prima farsi raccontare dagli editori in che situazione effettivamente è lo Stato dell'Arte nel mondo del fumetto italiano, perchè se i piccoli editori, quelli che si distribuiscono solo nelle fumetterie, stanno in difficoltà e le loro vendite non superano una media di 400 copie vendute, per gli editori di media dimensione, cioè quelli che si distribuiscono anche in libreria di varia, vendere 2000 copie di un volume è sempre più difficile e in edicola se non si vendono almeno 8000/9000 copie (a fronte di almeno 25000 copie stampate), anche per editori solidi, non è possibile continuare progetti editoriali a larga diffusione.
Per il consesso autoconvocato degli autori, a fronte dell'attuale situazione di mercato, c'è la concreta possibiltà che possano trovarsi a discutere di condizioni di contrattuali che potrebbero rilevarsi non corrispondenti con l'effettiva realtà editoriale attuale.